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Siria, Corte tedesca condanna all’ergastolo dirigente dei servizi di Assad

È stato ritenuto responsabile di decine di casi di omicidi e violenza sessuale e di migliaia di tortura

Pubblicato:13-01-2022 11:55
Ultimo aggiornamento:13-01-2022 17:35
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ROMA – Un tribunale tedesco ha condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità il colonnello siriano Anwar Raslan, ritenuto responsabile di decine di casi di omicidi e violenza sessuale e di migliaia di tortura mentre prestava servizio come dirigente degli apparati di sicurezza del governo di Bashar al-Assad.

I fatti contestati a Raslan risalgono agli anni tra il 2011 e il 2012, durante le sollevazioni popolari contro il governo che contribuirono a innescarono la crisi politica e il conflitto civile che in Siria proseguono ancora oggi. All’epoca il militare gestiva un centro di detenzione nei pressi della capitale Damasco. L’ex colonnello è stato arrestato in Germania nel 2019, dove si trovava come rifugiato politico. La sentenza, emessa dalla corte della città di Coblenza, nel land occidentale Renania-Palatinato, è la prima di questo tipo ai danni di un funzionario del governo siriano. Durante il procedimento hanno presentato la loro testimonianza circa 50 vittime delle violazioni condotte da Raslan. Ventiquattro di questi sono anche fra coloro che hanno presentato la denuncia ai suoi danni.

AVVOCATO AL-BUNNI: “ERGASTOLO A DIRIGENTE ASSAD VITTORIA VITTIME

“Una vittoria per le vittime, quelle che sono potute venire a qui a testimoniare e quelle che non ce l’hanno fatta perchè sono morte”, che fa ben sperare per il futuro della Siria, visto che il colonnello Anwar Raslan “è emblema di tutta la macchina repressiva del presidente Bashar al-Assad”. L’avvocato siriano Anwar al-Bunni, uno dei legali delle vittime del militare un tempo al servizio di Assad come dirigente dei servizi di sicurezza, commenta così all’agenzia Dire la condanna all’ergastolo spiccata nei confronti del colonnello da una corte tedesca.


I giudici di un tribunale di Coblenza, nel land occidentale Renania-Palatinato, hanno infatti ritenuto Raslan colpevole di crimini contro l’umanità come “omicidio, tortura, privazione della libertà aggravata, stupro e violenza sessuale”. I fatti contestati al militare risalgono agli anni 2011 e 2012 e sono avvenuti principalmente nel centro di detenzione di Al-Kathib, nei dintorni della capitale Damasco. La struttura ha ospitato molti dei manifestanti che animarono l’ondata di protesta contro il governo che contribuì poi a innescare la crisi politica e la guerra civile tuttora in corso nel Paese. Il colonnello, secondo i giudici di Coblenza, ha supervisionato “torture sistematiche e brutali” nei confronti di almeno 4mila detenuti, che hanno portato alla morte di almeno 58 di loro. Al Bunni, che ha portato avanti la causa contro Raslan insieme alla ong di familiari delle vittime della guerra civile Families for freedom, è entusiasta: “Questa condanna mi fa credere che personaggi come il colonnello non ci saranno più nel futuro della Siria”, dice, convinto che “questa di oggi è una vittoria per tutta la giustizia”.

Al procedimento contro Raslan hanno partecipato con le loro testimonianze 50 vittime delle violazioni avvenute ad al-Kathib che ora risiedono in Germania. Diverse decine di attiviste si sono radunate davanti al tribunale di Coblenza portando con loro le foto di parenti vittime di violazioni durante il governo di Assad, al potere dal 2000. Il capo di Stato è succeduto al padre, Hafiz al-Assad, presidente per 29 anni a partire dal 1971 fino alla sua morte. A febbraio 2021 un altro funzionario dei servizi di sicurezza presenta nel carcere, Eyad Al-Gharib, era stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere pure dalla Corte di Coblenza.

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