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VIDEO | Calcio del poliziotto all’inguine della manifestante: “È violenza sessuale”

Il fatto a Bologna durante un corteo seguito a due sgomberi. L'avvocato di Ilaria, studente universitaria: "In 30 anni che faccio questo lavoro, non ho mai visto in contesti di piazza la Polizia mirare alle parti basse di un uomo"

Pubblicato:12-12-2023 15:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2023 16:51
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BOLOGNA – Sarà per violenza sessuale la denuncia che ha intenzione di presentare in Procura a Bologna Ilaria, la ragazza che ha raccontato di essere stata colpita da un calcio alle parti intime da un poliziotto durante il corteo dei collettivi di mercoledì scorso, 6 dicembre, a seguito dei due sgomberi di quella mattina. Ad annunciarlo è la stessa 26enne, studente di Italianistica all’Università di Bologna, accompagnata dalla legale Marina Prosperi.

“Abbiamo deciso di analizzare tutte le immagini di quel momento, per fortuna abbiamo tutta la sequenza– spiega l’avvocatessa, questa mattina in conferenza stampa- proprio questo ci fa dire che siamo di fronte a un atto di violenza sessuale”. La violenza sessuale, spiega Prosperi, “non è solo uno stupro, ma qualunque atto abbia un carattere oggettivamente sessuale. E credo che questo lo sia”. La legale poi aggiunge: “In 30 anni che faccio questo lavoro, non ho mai visto in contesti di piazza la Polizia mirare alle parti basse di un uomo”.

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In questo caso, invece, la sequenza di immagini “mostra una persona che si stacca dal gruppo, punta Ilaria, le si avvicina e senza altra mossa le tira un calcio in quella posizione”. La ragazza, tra l’altro, “non ha niente in mano e non ha un contegno aggressivo”. L’agente in questione oltretutto è “l’unico senza lo scudo e di lui abbiamo con precisione il volto, per cui per una volta verrà identificato“, afferma Prosperi, secondo la quale in quel gesto “c’è anche una volontà simbolica di penetrazione”. Quindi, ribadisce, “è ovviamente un’aggressione e un atto lesivo, ma noi chiediamo che sia verificata l’ipotesi della violenza sessuale”.

Oltre all’agente, continua la legale, “chiediamo anche l’accertamento delle responsabilità: che ordine è partito? Perché quella persona ha avuto la libertà di comportarsi così? E un domani chiederemo, perché speriamo che non ci sia nessuna richiesta archiviazione, di chiamare come civilmente obbligati anche il questore e il ministro. Mi auguro anche che la Questura, sulla scorta delle interrogazioni parlamentari che verranno presentate su questa vicenda, si faccia parte diligente e dica a noi per primi, prima ancora che alla stampa, cosa ha intenzione di fare”. Dal canto suo, Ilaria racconta: “Credo che sia stato intenzionale darmi un calcio in mezzo alle gambe, per rimettermi al mio posto. Non parliamo di persone che non sanno come e dove colpire, ma di persone addestrate a colpire e che hanno scelto di colpire precisamente in un punto”.

Quando è accaduto il fatto, spiega ancora la ragazza, “il corteo si stava muovendo, in quel momento mi trovavo in fondo. È scoppiato un parapiglia di cui non so spiegare la motivazione. Io mi sono trovata in quella situazione a essere puntata da un uomo che ha scelto di arrivare alle mie parti intime con un calcio. Un calcio addestrato e mirato, di una persona che sa dove, come e quando colpire“. Nel corso di quella giornata, continua Ilaria, “la violenza si è manifestata in tanti modi diversi. E la vera violenza sono stati i bambini e le persone senza casa buttati in mezzo alla strada in piena emergenza freddo. Quello che è accaduto quel giorno è inaudito e scellerato. Le problematiche sociali vengono gestite come questioni di ordine pubblico, militarmente e in modo machista”. Durante la conferenza stampa, i collettivi mostrano le foto dei lividi e delle contusioni.

Lo scorso 6 dicembre, durante la manifestazione dopo gli sgomberi, “sono stata manganellata- dice ancora Ilaria- mi è stata aperta la testa, ho subito colpi su colpi. Ma non è questo l’unico problema. Sono stata aggredita nelle mie parti intime da un celerino quando il corteo è stato caricato alle spalle mentre manifestava”. Secondo la ragazza, “quello che è successo a me ha una matrice chiara: il patriarcato, la violenza patriarcale che viene perpetrata ogni giorno. Quel giorno in piazza ho sentito un uomo dirmi che lì non ci dovevo stare in quanto donna. Questo non lo tollero, non ho intenzione di rimanere zitta. Per questo ho deciso di denunciare. Sappiamo bene che quando una donna denuncia viene colpevolizzata e non viene ascoltata. Quel celerino che ha colpito me non è un caso isolato, non è una mela marcia, ma fa parte di un sistema che andrebbe ricostruito interamente. Ho deciso di denunciare anche perchè ho tante sorelle pronte ad accompagnarmi. So benissimo che non verrò sempre protetta da chi avrebbe il compito di farlo”, conclude Ilaria.

IL SAP: “NON STRUMENTALIZZARE”

“È importante che non restino situazioni poco chiare perché l’agire delle forze dell’ordine deve essere sempre trasparente, però troppe volte abbiamo assistito a strumentalizzazioni con chiare finalità politiche che, mettendo in evidenza solo un’immagine, non consentivano una valutazione del contesto”. Lo afferma il segretario del Sap, Stefano Paoloni, commentando i tafferugli dello scorso mercoledì a Bologna tra collettivi e polizia: contesto in cui c’è stato anche il calcio di un agente a una ragazza che la stessa intende denunciare in Procura come violenza sessuale. “Auspichiamo che si faccia piena chiarezza ma senza pregiudizievoli strumentalizzazioni con finalità politiche”, dichiara intanto Paoloni in una nota.

“Purtroppo i professionisti della violenza sono convinti che solo scatenando atti di violenza la loro manifestazione potrà ottenere maggiore visibilità, pertanto sono continue le provocazioni, il lancio di oggetti e il tentativo di superare le prescrizioni previste per il corteo. Dopodiché la ricerca pretestuosa di episodi dalla lettura controversa diventa la normale evoluzione– scrive ancora-. La politica non si faccia strumentalizzare dai professionisti della violenza e non sia vittima di se stessa”.

CONSIGLIERI FDI: “MOLTO SINGOLARE PARLARE DI VIOLENZA SESSUALE”

Sul calcio sferrato dal poliziotto intervengono anche Gian Marco De Biase e Samuela Quercioli, consiglieri comunali di Bologna ci piace: “Condanniamo l’accaduto, confidiamo nell’attività della Procura in modo da fare chiarezza su ciò che è realmente avvenuto. Sottolineiamo però- aggiungono i civici- che non si può generalizzare mettendo in discussione il servizio che le forze dell’ordine svolgono quotidianamente a tutela dei cittadini”. Per i consiglieri comunali di Fdi, infine, “sentir parlare di violenza sessuale da parte di un poliziotto che viene attaccato da un gruppo di violenti ci sembra molto singolare, nonché svilente per un reato odioso“. Secondo i meloniani “bisogna abbassare questa carica d’odio che certi mondi, sostenuti dal Pd ieri in Consiglio comunale, esprimono verso le forze dell’ordine. Così si mette a repentaglio il principio di legalità. Se qualcuno ha sbagliato pagherà, così come è opportuno che paghi chi occupa abusivamente e mette a ferro e fuoco la città. Noi siamo e saremo sempre dalla parte delle forze dell’ordine e della legalità”, concludono Stefano Cavedagna, Fabio Brinati, Felice Caracciolo, Francesco Sassone e Manuela Zuntini.

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