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VIDEO | L’appello di Ricardo Rao, l’avvocato dei nativi minacciato di morte in Brasile

Intervista all'agenzia Dire: "Stop all'odio razziale e alla polizia militare, responsabile di omicidi e abusi"

Pubblicato:12-11-2022 22:27
Ultimo aggiornamento:13-11-2022 10:20

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ROMA – L’Italia, l’Europa e l’Onu devono premere affinché in Brasile sia abolita la polizia militare, responsabile negli anni di Jair Bolsonaro di ancora piu’ omicidi e abusi: così all’agenzia Dire l’avvocato e poeta Ricardo Rao, una vita per i diritti delle comunità native.

PREMIO FOCSIV DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI

L’occasione dell’appello è il cinquantennale della federazione cattolica del volontariato Focsiv, celebrato a Roma, nei locali delle Industrie fluviali. Rao, funzionario della Funai, l’agenzia nazionale per la tutela delle comunità native, nel 2019 è stato spinto a lasciare il suo Paese da minacce di morte ricevute da agenti di polizia. Da Focsiv, a Roma, ha ricevuto il premio “difensore dei diritti umani 2022”.

La prima domanda della Dire è sulle prospettive che potrebbero aprirsi con l’entrata in carica di Luiz Inacio Lula da Silva, che a ottobre è stato eletto alla guida dello Stato superando di circa un punto percentuale Bolsonaro, il presidente uscente. “La situazione migliorerà ma non sappiamo quanto, perché il danno arrecato negli ultimi anni è stato molto grave” scandisce Rao. “Bolsonaro era stato eletto su una base di odio razziale, ha distrutto la Funai e adesso è difficile capire come si potrà rimediare a ciò che è stato fatto”.

“ABOLIRE LA POLIZIA MILITARE”

Secondo l’avvocato, ancora oggi, nei mesi che precedono l’inaugurazione della presidenza di Lula prevista a gennaio, “il Brasile non è sicuro”. “Me lo hanno detto anche molti amici, mettendomi in guardia dal ritornare adesso” sottolinea Rao. Convinto che, però, l’impegno per i diritti vada continuato e rafforzato. “Al riguardo dico grazie alla società civile e alle ong dell’Italia” continua l’avvocato: “Hanno dimostrato un impegno commovente verso le classi oppresse e piu’ deboli del Brasile; adesso devono andare avanti, premendo sul governo locale affinché abolisca la polizia militare”. Un corpo, questo, istituito nel 1968. E che Rao accusa: “Nei suoi interventi è sempre stato discriminatorio sin dalla nascita; colpisce i deboli, i poveri, i nativi, causando migliaia di vittime, e con Bolsonaro la situazione è peggiorata”.


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