NEWS:

Ue e Usa all’Onu: “La Bielorussia risponda della crisi dei migranti”

Al Consiglio di sicurezza chieste 'azioni urgenti' contro Minsk

Pubblicato:12-11-2021 14:35
Ultimo aggiornamento:12-11-2021 17:39

migranti_polonia_bielorussia
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – I rappresentanti di Stati Uniti e Unione europea sono intervenuti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per chiedere “azioni urgenti” contro il governo della Bielorussia, accusato di “orchestrare” la crisi dei migranti al confine con la Polonia “strumentalizzando gli esseri umani” al fine di “destabilizzare” l’Unione. Nel meeting d’emergenza organizzato al Palazzo di vetro di New York, i delegati hanno presentato una dichiarazione congiunta in cui hanno accusato il governo guidato dal presidente Aleksander Lukashenko di “destabilizzare i paesi vicini e il confine esterno dell’Unione europea” per “distogliere l’attenzione dalle crescenti violazioni interne sui diritti umani”. Una “tattica inaccettabile” per i delegati, che “richiede una forte reazione e cooperazione internazionale al fine di portare la Bielorussia davanti alla giustizia”.

Nel testo però, non si fa riferimento a misure sanzionatorie specifiche. La crisi al confine tra Polonia e Bielorussia, dove da giorni stazionano migliaia di profughi in attesa di entrare nel Paese membro dell’Ue, sta allertando anche i Paesi vicini. Come riporta il Telegraph in un video, esercitazioni militari sono state organizzate dall’Ucraina con l’obiettivo di preparare i soldati a fermare l’afflusso di migranti in transito via terra verso la Bielorussia. Nel filmato diffuso dalla testata britannica vengono mostrati i militari in tenuta antisommossa e con gli scudi di plastica trasparente al braccio avanzare allineati l’uno accanto all’altro, pronti a respingere indietro le persone.

LEGGI ANCHE: Parlamento europeo condanna Polonia per la legge anti-aborto: “Garantisca accesso a servizi sicuri e gratuiti”


Migranti, in Polonia corteo “contro l’invasione”. E la Bielorussia minaccia l’Ue

BELAVIA E TURKISH AIRLINES CHIUDONO I VOLI PER LA BIELORUSSIA A SIRIANI E IRACHENI

La compagnia aerea bielorussa Belavia Airlines e quella turca Turkish Airlines hanno dichiarato che, a partire da oggi, 12 novembre, i viaggiatori provenienti da Iraq, Siria e Yemen non saranno accettati a bordo dei voli che collegano la Turchia alla Bielorussia, “in accordo con la decisione assunta dalle competenti autorità turche”. Le compagnie si sono impegnate a restituire l’intera somma del biglietto aereo. L’azienda turca ha inoltre bloccato l’acquisto di biglietti aerei per il Paese europeo per tutti i cittadini delle stesse nazionalità.

Tale decisione sembra seguire il timore di incorrere in sanzioni economiche da parte dell’Unione europea: lunedì scorso la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha avvertito che l’Ue è intenzionata a sanzionare le aziende e le compagnie aree sospettate di “collaborare” col governo bielorusso alla “tratta dei migranti” verso la Bielorussia. Varsavia e l’Ue accusano infatti Minsk di aver spinto migliaia di profughi verso le frontiere europee.

Stando alle ricostruzioni di vari organi di stampa internazionali, Istanbul è il principale punto di transito per i migranti che arrivano da Damasco, Amman, Baghdad e Dubai. Da quando la “carovana” di migranti – composta da 4.000 persone secondo Varsavia – ha raggiunto il confine con la Polonia, gli attivisti polacchi riferiscono di video e informazioni che circolerebbero tra i migranti circa “appelli a radunarsi” in vari punti di Minsk per partire verso il confine polacco. Le autorità della Bielorussia negano ogni responsabilità nell’afflusso di profughi al confine polacco e a quello lituano.

Quest’oggi, il ministro dell’Istruzione bielorusso Igor Karpenko ha annunciato che i funzionari sono al lavoro per individuare una struttura adeguata dove trasferire i minori migranti che stanziano nelle zone di confine. Qui, bambini e adolescenti riceveranno l’assistenza di cui hanno bisogno unita a lezioni scolastiche, in modo da “offrire loro l’opportunità di non restare alla frontiera”, ha detto il ministro.

ONG POLONIA: “PORTIAMO MINSK ALL’AJA PER CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ”

Grupa Granica, organizzazione polacca in prima linea nell’assistere i profughi in arrivo dalla Bielorussia, ha annunciato che intende denunciare i funzionari di Minsk alla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità. La notizia è stata diffusa nel corso di una conferenza stampa organizzata stamani dall’ong nella foresta polacca prossima alla città di Sokolka, non lontano dal confine con la Bielorussia, dove da giorni si consuma una crisi umanitaria. Da giorni centinaia di migranti, in maggioranza provenienti da Iraq e Siria, stazionano all’aperto sul lato bielorusso in attesa di poter entrare in Polonia e presentare richiesta di asilo. Gli attivisti, rilanciando le testimonianze dei migranti, accusano la Bielorussia di aver portato o incoraggiato i profughi a raggiungere il confine, sia con l’inganno che con la forza. La causa che Grupa Granica intende intentare alla Corte dell’Aja è sostenuta anche da altre ong polacche e dal Comitato Helsinki per i Diritti Umani. Nel corso della conferenza stampa, l’attivista Iwo Los di Grupa Granica ha denunciato: “Da metà ottobre abbiamo ricevuto richieste di aiuto relative a 3.000 persone. Dall’inizio di novembre, almeno 900 persone ci hanno contattato. Abbiamo condotto circa 113 interventi nella foresta. Le organizzazioni umanitarie professioniste devono agire”, ha aggiunto l’attivista, ricordando poi che l’accesso agli operatori umanitari è ostacolato dagli agenti di frontiera a causa dello Stato d’emergenza implementato a settembre dal governo di Varsavia lungo la frontiera.

Kalina Czwarnóg della Fondazione polacca Ocalenie ha avvertito che tra i migranti ci sono molti bambini, esposti come gli adulti alle temperature rigide – che di notte scivolano sotto lo zero – la mancanza di cibo, acqua e cure mediche. Un uomo originario dell’Iraq con cui Czwarnóg è in contatto avrebbe avvertito: “Probabilmente i bambini moriranno per primi” se non si porrà presto fine alla loro condizione. La stessa fonte ha riferito che “da quando sono qui, so che otto persone che sono morte“. Notizie che i media polacchi chiariscono di non poter confermare, dato che il blocco alla frontiera vale anche per i media. Da alcuni giorni tra gli attivisti circola anche la storia di un ragazzo di 14 anni che avrebbe perso la vita per una polmonite non curata, ma anche questa notizia non è verificabile. L’ong ha concluso la conferenza stampa denunciando il caso di tre migranti iracheni, tra cui una donna, picchiati e derubati da alcuni individui “dall’aspetto europeo” nei pressi della frontiera, un incidente che ha comportato il ricovero in ospedale per uno di loro. Secondo l’ong, la polizia di frontiera ha confermato l’incidente. 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it