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Autonomia, Fontana: “Sulla scuola andrò avanti anche senza accordo”

Il presidente della Regione Lombardia non ammette frenate sull'autonomia. E annuncia: "Se i sindacati non vogliono gli stipendi differenziati, vorrà dire che lo stipendio sarà lo stesso stipendio su tutto il territorio nazionale. Mi spiace per gli insegnanti"

Pubblicato:12-07-2019 11:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:31

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MILANO – Il presidente della Lombardia vuole l’autonomia sulla scuola, e se non si trova l’accordo, la farà comunque. “Io la faccio uguale, autonomamente“. E se i sindacati “non vogliono gli stipendi differenziati, ce ne faremo una ragione”, vorrà dire che gli insegnanti prenderanno lo stesso stipendio su tutto il territorio nazionale”. Anche se “mi dispiace”. Lo ha chiarito il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, questa mattina ai microfoni di Rai Radio1, durante il programma Centocittà condotto da Ilaria Amenta, Gianluca Semprini e Duccio Pasqua sul tema delle autonomie.

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A chi gli fa presente che il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha detto che non ci saranno albi regionali, Fontana manda a dire che il ministro “è ancora meno realista del re, perché se vogliamo essere realisti bisogna fare riferimento alla sentenza della Corte”, senza contare che la questione, peraltro, “già vale per i medici”. Basta leggere quella sentenza, la 13 del 2004, sottolinea il governatore, “per rendersi conto che la Corte costituzionale, diceva che legittimo creare albi regionali, e fare assunzioni autonome“.


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Quanto al tema degli stipendi, per Fontana “è un falso problema”. Tuttavia se i sindacati non vogliono gli stipendi differenziati “ce ne faremo una ragione”. Detto questo, “io pensavo che dare uno stipendio dignitoso alla categoria più importante fosse giusto. Mi dispiace per gli insegnanti”, ribadisce. Se non altro “daremo possibilità di stabilizzazione immediata”. Di certo per il presidente lombardo, “oggi bisogna decidere se privilegiare il futuro dei ragazzi la continuità di insegnamento, o se privilegiare le richieste corporative dei sindacati”.

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