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ROMA – “Noi ci faremo garanti dell’unità nazionale, se autonomia sarà, non si regionalizza la scuola e non si crea disparità nella sanità”. Luigi Di Maio su Facebook parla di “autonomia light” che “non avrà impatto su altre regioni, anzi sarà l’occasione di creare meccanismi di solidarietà nazionale che non ci sono mai stati”. Il vice premier sostiene che dovranno essere garantiti “livelli essenziali di prestazioni e un fondo di perequazione”. Inoltre quando Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna godranno di extragettito lo dovranno “condividere con le altre regioni”.
Una mozione parlamentare contro l’autonomia differenziata del governo. A presentarla Leu, a prima firma di Federico Conte, parlamentare che ha condotto un’approfondita analisi giuridica del testo normativo. “Per quello che ci è dato di capire – premette Conte- la nostra posizione è nettamente e radicalmente contraria. Si tratta di un raggiro costituzionale perchè bypassa il parlamento, quando invece servirebbe un processo legislativo qualificato. Cambiano la Costituzione senza neanche dichiararlo”.
Il testo delinea “un rapporto quasi privatistico tra tre regioni e lo stato. Le restanti regioni non possono che assistere. Si tratta di un accordo che prevede un deferimento massiccio e strutturale” di risorse e competenze, tale da “configurare delle regioni che in realtà sono stati negli stati”. Per Conte il “principio di solidarietà nazionale trasla dal livello nazionale a quello regionale e si abbandona la funzione redistributiva della leva fiscale prevista dalla costituzione. i ricchi di quella regione aiuteranno i poveri di quella regione non contribuiranno ai poveri dell’intero paese”.
Gli effetti più deleteri si avranno al sud: “Al di là della propaganda, l’autonomia differenziata e’ come la corda per l’impiccato”, sintetizza Conte. Stefano Fassina parla di veri e propri “atti secessionisti. Non e’ vero che le regioni prenderanno risorse in euro maggiori rispetto ad oggi. L’articolo 5 delle bozze d’intesa è chiarissimo: la variazione delle prestazioni rimane sul territorio regionale. Oltre a questo il parlamento non può essere tagliato fuori. Noi vogliamo proporre al parlamento di assumere la centralità che deve avere”. Il coordinatore di Articolo 1 Roberto Speranza sottolinea che l’autonomia differenziata “rischia di essere una tomba. Si va verso un paese Arlecchino in cui si avranno servizi diversi a seconda della regione. Viene messa in discussione l’unita nazionale”.
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