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Fine vita, anche Vasco Rossi e Ligabue con Cappato: “L’Emilia-Romagna voti la legge”

L'appello è stato firmato anche dagli scrittori Brizzi, Missiroli e Nori

Pubblicato:12-04-2024 17:24
Ultimo aggiornamento:12-04-2024 17:24
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fine vita emilia romagna
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BOLOGNA – Vasco Rossi, Ligabue, i Nomadi, ma anche scrittori come Marco Missiroli, Enrico Brizzi e Paolo Nori. Sono alcuni dei “vip” emiliano-romagnoli che hanno firmato l’appello dall’associazione Luca Coscioni per chiedere al Consiglio regionale di discutere la proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi Subito” sul “suicidio medicalmente assistito”. Nell’elenco, come rende noto l’associazione, anche Giorgio Macellari, chirurgo senologo e membro del comitato etico della Fondazione Umberto Veronesi, il politologo Piero Ignazi, il filosofo Stefano Bonaga e l’ex senatore Federico Enriques. La legge è ancora in stallo (si trova al vaglio della commissione, ma la legislatura è ormai in dirittura d’arrivo, specie se il presidente Stefano Bonaccini ufficializzerà la candidatura alle europee) e allora Marco Cappato, tesoriere dell’associazione, è tornato a Bologna rivolgendo un nuovo appello alla Regione.

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“Le linee di indirizzo per le Ausl emanate con la delibera di febbraio scorso dalla giunta Bonaccini non sono sufficienti- afferma Cappato- perché non garantiscono diritti alla persona che presenta la richiesta di aiuto. Continuano infatti a non garantire tempi certi per chi intende fare richiesta di morte volontaria medicalmente assistita. Potrebbero inoltre essere facilmente modificate in caso di vittoria alle prossime elezioni di una maggioranza diversa dall’attuale”. Per questo, secondo Cappato, “è indispensabile che il Consiglio regionale adotti una legge che introduca norme vincolanti per tutti“.


La richiesta al Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, dice ancora Cappato ad un banchetto di raccolta firme tenuto in via Zamboni, è di “discutere la legge al più presto, prima delle elezioni europee. Non bisogna lasciare senza risposta i cittadini che hanno firmato, ma soprattutto le persone che soffrono, che non possono aspettare e che hanno bisogno di risposte in tempi rapidi e certi. Sicuramente non si può aspettare che se ne occupi il parlamento nazionale, inerte ormai da oltre cinque anni nonostante i richiami della corte costituzionale e che ora ha avviato una discussione sulla base di proposte di legge persino peggiorative rispetto alla situazione attuale”.

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