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Fine vita, l’Emilia-Romagna si dà un anno di tempo: legge in commissione. Cappato: “Non sia l’affossamento della legge”

A vuoto il tentativo dei M5s per accelerare, il Pd: "Non temiamo il voto"

Pubblicato:13-02-2024 14:35
Ultimo aggiornamento:13-02-2024 14:37
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fine vita emilia romagna
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BOLOGNA – I 5 stelle tentano un blitz per imporre il voto entro sei mesi alla legge sul suicidio assistito, anziché entro un anno come prevedono le norme regionali. Ma è andato a vuoto il tentativo della consigliera regionale pentastellata Silvia Piccinini. Intervenendo durante la (brevissima) presentazione del progetto di legge di iniziativa popolare portato in Assemblea legislativo dall’associazione Luca Coscioni, Piccinini ha chiesto un voto “entro sei mesi o comunque entro la fine della legislatura”. Piccinini ha espresso “contrarietà al rinvio della legge in commissione, quella che è una prassi non è un obbligo giuridico e questo progetto di legge va discusso oggi. La legislatura non è eterna e oltre 7.000 cittadini aspettano una assunzione di responsabilità”.

Il sospetto dei 5 stelle è che non si affronti subito la legge per evitare una spaccatura nella maggioranza di centrosinistra (ma anche nel centrodestra ci sono visioni differenti) e che si punti a dilatare i tempi, magari fino alla fine della legislatura. Ma per la capogruppo Pd Marcella Zappaterra si tratta di un “processo alle intenzioni. Capisco che faccia più audience dire che non vogliamo votare, piuttosto che ammettere che non possiamo farlo”, dice la dem. “Il rispetto per le procedure- aggiunge- è la prima garanzia di quanto vogliamo dare riscontro alle richieste dei cittadini. Nessuno ha paura di votare ma dobbiamo rispettare le norme”.

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CAPPATO: RINVIO EMILIA-R. NON SIA AFFOSSAMENTO LEGGE

“Spero ci sia un impegno anzitutto politico perché questo rinvio in commissione non si traduca in un affossamento della legge”. Lo dice Marco Cappato, arrivando in Assemblea legislativa a Bologna nel giorno dell’arrivo in aula della legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito. “Voglio pensare- dice l’esponente dell’associazione Luca Coscioni, accompagnato dai promotori della legge- che nessuno abbia in mente di concludere questa consigliatura senza un voto su questa legge. Non serve un anno di tempo. Credo che ciascuno si possa assumere le proprie responsabilità politiche in un tempo molto più breve, confido che questo verrà fatto. Non bisogna aver paura di quella che sarà la scelta”.

Per il resto, Cappato spende parole di apprezzamento per la delibera e le linee di indirizzo approvate dalla giunta Bonaccini. “Bene- è il commento- se questa è una preparazione in attesa di avere anche una legge regionale che crei un diritto in capo ai cittadini. Di per sé è positivo che sia la prima regione d’Italia ad avere una delibera che fissa delle regole. Noi come associazione Luca Coscioni e comitato promotore chiediamo però anche che ci siano tempi certi per l’esame e il voto per il provvedimento in aula”. Cappato ricorda che la legge è rimasta in stand-by già sei mesi. “La Regione Emilia-Romagna- sottolinea- ha l’occasione di approvare con una legge regionale, regole che avrebbero un effetto vincolante e che creerebbero questo diritto nel senso delle procedure e delle scadenze per le persone che soffrono”.
Fare velocemente, richiama ancora il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, “è fondamentale ancora di più per chi non rientra nei criteri previsti dalla Corte costituzionale, perché è importantissimo proprio per una persona che chiede di morire e magari è solo in preda ad un momento di disperazione e depressone, magari non è curata adeguatamente con le cure palliative, che si intervenga tempestivamente per verificare le sue condizioni, prima che si suicidi buttandosi da una finestra. Questo chiede la nostra legge di iniziativa popolare”.

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