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Nuove assunzioni del personale socio-sanitario, VdA propone di rivedere la prova di francese

Pubblicato:11-12-2022 12:14
Ultimo aggiornamento:11-12-2022 12:14
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(DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 11 dic. – Per far fronte alla carenza di personale sanitario e socio-sanitario, problema comune a diverse regioni italiane, la Valle d’Aosta vuole mettere mano alla prova di francese. Lo fa con un apposito disegno di legge che permetterà, in via sperimentale, per il triennio 2023-2025, ai candidati che non superano la prova preliminare di accertamento linguistico di essere comunque ammessi alle prove successive. Sul testo si è espresso favorevolmente il Consiglio permanente degli enti locali valdostani, riunitosi in assemblea.

La proposta di legge è stata illustrata da Loredana Petey, sindaca di Aymavilles e componente del Cda del Cpel. Il personale sanitario e socio-sanitario che non supererà la prova di francese sarà iscritto in graduatorie separate che, in caso di esaurimento della graduatoria ordinaria, potranno essere utilizzate dall’Usl della Valle d’Aosta “esclusivamente per delle assunzioni a tempo determinato e senza la corresponsione dell’indennità di bilinguismo, per un massimo di 36 mesi”, spiega Petey. Il candidato avrà quindi 36 mesi di tempo per superare la prova di francese: in caso di esito positivo potrà essere assunto dall’azienda sanitaria a tempo indeterminato e gli sarà corrisposta l’identità di bilinguismo. Per agevolare i candidati, l’Usl organizzerà dei corsi che potranno essere frequentati in orario extra lavorativo e delle prove ogni sei mesi. Il disegno di legge prevede anche una nuova disciplina in materia di commissariamento dell’Usl della Valle d’Aosta da parte della giunta regionale, stabilendo che “il commissariamento è una procedura eccezionale alla quale si fa ricorso solo in caso di giustificati motivi che non consentono di procedere secondo le ordinarie modalità di sostituzione del direttore generale”, afferma la sindaca di Aymavilles.

Nel testo sono previsti anche l’individuazione da parte dell’azienda sanitaria di “operatori sanitari con il compito di garantire alle infrastrutture residenziali e socio assistenziali pubbliche e private un supporto tecnico in materia di sanità pubblica”, richiesta più volte avanzata dall’assemblea degli enti locali, e l’abolizione dell’obbligo di insegnamento di una materia in lingua francese nei corsi di laurea triennale delle professioni sanitarie istituiti in Valle d’Aosta e del preventivo accertamento della conoscenza della lingua per l’ammissione.


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