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Professore aggredito a Bari, la pedagogista: “Non meravigliamoci, è come la violenza nei confronti dei medici del Pronto soccorso”

"E' un'istituzione che ha perso la sua funzione educante, non è più un luogo sacro"

Pubblicato:11-10-2022 17:34
Ultimo aggiornamento:11-10-2022 17:34

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“La questione della violenza verso i rappresentanti istituzionali, non solo a scuola, è una pratica diffusa, dalle aggressioni ai medici del pronto soccorso a quelle nei confronti dei controllori sugli autobus. La gente usa la violenza come risposta al richiamo alle regole”. A dirlo è Vincenza Palmieri, presidente dell’Istituto nazionale di pedagogia familiare (Inpef) e psicologa forense, commentando alla Dire l’aggressione di un professore dell’istituto tecnico ‘Ettore Majorana’ di Bari da parte del padre di una studentessa cui il professore aveva messo una nota. “Ci meravigliamo quando questi episodi accadono a scuola perché dovrebbe essere il luogo dell’educazione. Ma la scuola- evidenzia Palmieri- è lo specchio della società”.

“L’aggressione è un fatto ingiustificabile- continua l’esperta- dobbiamo però riconoscere che oggi la scuola non è più solo un’agenzia educativa, ma è un luogo dove avvengono abusi diagnostici, dove il diritto all’apprendimento non è riconosciuto e non è attuato. La scuola non è più un luogo sacro, al pari di altri contesti ha perso la sua funzione educante là dove al centro dell’educazione c’è il rispetto reciproco”.

Per invertire questa situazione “si dovrebbero rivedere i programmi scolastici– dice Palmieri- e l’organizzazione della società tutta. Se a scuola tornassimo a insegnare educazione civica, nel senso di ‘buona educazione’, se tornassimo a insegnare il rispetto delle norme e se si studiassero di più i diritti umani, probabilmente la funzione educante della scuola sarebbe ristabilita. E in un luogo così- conclude Palmieri- daremmo ai ragazzi dei modelli diversi, credibili, ripuliti da ingerenze esterne”.


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