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Europei Basket, impresa azzurra a Berlino: l’Italia leggera stoppa Jokic e vola ai quarti

La Nazionale di Pozzecco batte la Serbia firmando un secondo tempo da antologia. Ora se la vedrà con la Francia

Pubblicato:12-09-2022 17:37
Ultimo aggiornamento:12-09-2022 17:37

BASKET-pozzecco
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Credit photo: Fiba Eurobasket

ROMA – Il cielo è azzurro sopra Berlino. Anche se sono solo ottavi di finale, e il tetto del palazzetto oscura le stelle. Ma l’Italia illumina tutto a giorno, la crisi energetica non esiste. La Nazionale di Pozzecco batte la Serbia di Jokic, firmando un secondo tempo da antologia: è ai quarti, dove l’aspetta la Francia. Che starà tremando davanti alla tv.
C’è una porzione di minuti, nell’ultima frazione, che a raccontarla quasi si fa fatica, ma che dipinge il ritratto d’una notte perfetta: Spissu firma cinque triple di fila, Polonara ne fa altre tre, Melli stoppa Jokic. E’ l’attimo del +12 a 5 minuti dalla fine. Un attimo che resiste, non fugge mai via. Si espande fino alla chiusura. E’ la reazione d’orgoglio d’una squadra lasciata sola da Pozzecco per due falli tecnici. Via lui, dentro loro. Uno scatto mentale da farne un master di psicologia motivazionale. Spissu chiuderà a 22 punti, Melli – il dirimpettaio dell’Mvp dell’NBA – a 21, Fontecchio a 19, Polonara a 16.

Numeri a contorno d’una impresa cominciata coi nervi tirati. Primo quarto con percentuali di tiro mostruose della Serbia, cui l’Italia oppone una buona vena offensiva e una naturale difficoltà a rintuzzare la combo triple-rimbalzi-liberi di Jokic e compagni: il 28-20 che lo chiude sarà il prologo di nulla. Gli azzurri non si avviliscono, subiscono l’inevitabile ma contrattaccano con un’energia quasi commovente.


In mancanza di centri fisicamente dominanti, Melli fa il suo ingrato lavoro su Jokic, e anche quello degli altri, mettendo una tripla di galleggiamento dietro l’altra. E’ lui il puntello del primo tempo, assieme a Datome. Fino a quando, soprattutto dal perimetro, si sveglia anche Fontecchio. Il bomber di Pescara chiude a 13 punti come Melli, meglio di lui fa solo l’alieno serbo. Il -6 al riposo, 51-45, vale più d’una speranza.
Dopo l’intervallo ecco il primo innesco: Polonara strappa il pallone dalle mani a Jovic, e Fontecchio ne fa tre in transizione. E’ un indizio, ma manca la scintilla. Ci pensa Pozzecco. Troppo dentro la partita, il ct si fa cacciare ed esce in lacrime. La reazione? Eccola: tre triple di fila di Spissu, per il pareggio e sorpasso: 66-63. Si chiama “leggerezza”, quella tanto invocata dallo stesso Pozzecco alla vigilia. Lui l’ha persa, in campo la trovano i suoi uomini.
Il primo vantaggio dell’Italia dura il tempo di fiondarsi all’ultima ferale frazione sotto di appena due punti, sol perché il tiro da tre di Pajola allo scadere danza sul ferro. Il finale è pura trance agonistica: le triple di Spissu e di Polonara. Ai miracoli risponde l’unico abituato a farne: Jokic si prende un gioco da 4 punti con un tiro da metà campo. Il contesto è questo. Ma per simmetria a 106 secondi dal termine Fontecchio mura Jokic e va a prendersi fallo e canestro. E’ così, in apnea agonistica, che l’Italia controlla con quel pizzico di lucidità che gli resta. Mercoledì pomeriggio c’è la Francia, un altro quarto per l’Italia.

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