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Gesto della scimmia ai giocatori di colore, Daspo di 2 anni a tifoso Fortitudo. Che fa ricorso ma perde

Due anni di lontananza da 'palazzo' per aver mimato il gesto della scimmia all'indirizzo dei giocatori avversari di colore: questa la decisione della Questura di Bologna per un tifoso della Fortitudo. Che ha fatto ricorso al Tar contro la misura "sproporzionata" ma ha perso

Pubblicato:28-02-2024 14:58
Ultimo aggiornamento:28-02-2024 19:32

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BOLOGNA – Ha mimato una scimmia rivolto ai giocatori di colore della squadra avversaria. E lo ha ammesso, ma dicendo che -in fondo- era stata una cosa di “pochi secondi”. E quindi il Daspo sportivo di due anni per quel suo atteggiamento era davvero eccessivo: per questo un tifoso della Fortitudo Bologna ha chiesto al Tar di revocare il provvedimento della Questura che gli vieta l’accesso agli impianti sportivi dove si svolgono competizioni. Il fatto risale alla partita del 21 maggio dell’anno scorso a Bologna tra la Fortitudo e Benedetto XIV Cento (match di A2).

Il tifoso della Fortitudo fu identificato dalla Digos nel mimare il gesto della scimmia “in presenza di giocatori di colore militanti nella squadra avversaria”. Di qui il Daspo di due anni risultando il tifoso “denunciato e condannato” (per il reato di propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico) a sei mesi convertiti in sanzione pecuniaria.

Ecco allora che scatta il ricorso al Tar anche perché, ha sostenuto, il Daspo sarebbe eccessivo in quando “il fatto commesso, pur se riprovevole, sarebbe durato solo pochi secondi” e dunque non tale da “porre in pericolo l’ordine pubblico ed in ogni caso sanzionato con una misura sproporzionata per la eccessiva durata di due anni”, come ricostruisce la sentenza del Tar che indica questo e altri motivi di contestazione del tifoso. E nel primo round, ha avuto ragione (è stata accolta la sua obiezione per il “difetto di proporzionalità” sulla durata del Daspo). Poi alla vigilia del dibattito di merito la Questura ha ribadito le sue ragioni con una memoria. Quindi, nelle scorse settimane, il Tar ha espresso il suo verdetto: ricorso anti-Daspo rigettato.


Il ricorso del tifoso Fortitudo “è infondato e va respinto“, dice il Tar ricordando che era stato “inequivocabilmente identificato durante la manifestazione sportiva nel mimare il gesto della scimmia in presenza di giocatori di colore militanti nella squadra avversaria”. E questo “è gravemente discriminatorio e idoneo a porre in pericolo la sicurezza pubblica, come dimostrato anche dai recenti fatti di cronaca avvenuti in occasione di partite del campionato nazionale di calcio di serie A”. Il Daspo serve proprio “ad anticipare la tutela dell’ordine e della pubblica sicurezza e al contrasto di episodi di violenza nel corso delle manifestazioni sportive, sicché non esige la dimostrazione, oltre ogni ragionevole dubbio, del comportamento violento del soggetto, essendo pienamente legittima la sua adozione ove nella motivazione si dia atto di un quadro indiziario abbastanza univoco ed evidente”, aggiungono i giudici.

Il Daspo poi “ha funzione preventiva e la sua applicazione prescinde dalla responsabilità penale dell’interessato”, dato che la sua funzione “non è infatti sanzionare una condotta ma prevenire la commissione di futuri fatti illeciti“. Oltre a questa sottolineatura, il Tar dice che è “infondata anche la lagnanza di sproporzione della durata del divieto”.

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