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Pnrr, Forum Terzo Settore e Openpolis lanciano l’allarme: “A rischio efficacia interventi”

Presentato il rapporto su Pnrr e politiche sociali: "Serve più trasparenza e coinvolgimento dei territori per rimediare agli errori iniziali"

Pubblicato:10-07-2023 17:37
Ultimo aggiornamento:10-07-2023 17:37

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ROMA – Circa 1,32 miliardi per 2.036 progetti finanziati definitivamente: 89 in meno rispetto a quelli inizialmente previsti. Sono i numeri del Pnrr per sostenere le persone più fragili: anziani non autosufficienti, persone con disabilità e senza fissa dimora. Dei 1,45 miliardi inizialmente previsti, infatti, 133 milioni devono ancora essere assegnati. È quanto emerge dal rapporto ‘Pnrr, le politiche sociali e il Terzo Settore’, realizzato da Forum Terzo Settore e Open polis e presentato oggi al centro congressi Roma Eventi.

Il rapporto, attraverso un’attenta analisi dei dati, raccoglie considerazioni e criticità del Pnrr con focus sul terzo settore. I progetti finanziati avrebbero dovuto essere 2125 in totale ma, come si legge nel rapporto, la mancanza di persone con competenze adeguate, la complessità delle procedure e la necessità di assicurare tempi rapidi non hanno permesso la distribuzione di tutti i fondi. Rimane disatteso anche l’obiettivo del Pnrr di destinare il 40% delle risorse al Mezzogiorno: alle Regioni del Sud Italia, più Abruzzo e Molise, va infatti il 33,6% dei fondi. Per questo il Forum chiede di cambiare il paradigma del Piano a favore di un rapporto più stretto con il terzo settore, per dare risposte più rapide ed efficaci.


“Il Pnrr nasce come una ristrutturazione economica e sociale, una nuova visione che non può nascere dai tecnici, ma dalla macchina della politica- ha detto Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore– come terzo settore siamo preoccupati perchè vediamo che rispetto ad alcune sfide stiamo arretrando, per questo sollecitiamo un maggior protagonismo, e chiediamo un approccio di co-progettazione. Si sta giocando una grande partita e noi questa partita non la vogliamo sprecare”.


Anche Maurizio Mumolo, direttore del Forum Nazionale Terzo Settore, ha sollevato dei dubbi rispetto all’andamento del piano. “Avevamo grandi aspettative verso i progetti del Pnrr. Le aspettative non sono venute meno, ma sono emerse delle criticità- ha detto in aperta Mumolo- il Pnrr resta però una grande opportunità per il nostro Paese e per le nuove generazioni. Ma per renderlo tale dobbiamo invertire il punto di vista, mettendo al centro le ricadute sociali del Piano. Crediamo che il Terzo Settore, che conosce i bisogni delle comunità e le sue opportunità, possa dare una grande mano. Ed è in grado di mettere a disposizione di questo progetto conoscenze e competenze”.

Presentando le modalità con cui è stato realizzato il rapporto, Vincenzo Smaldore, responsabile editoriale Openpolis ha parlato della difficoltà di reperire dati sulla realizzazione del Pnrr. “Non c’è informazione sullo stato di avanzamento del singolo progetto. Ma se confrontiamo la spesa con ciò che si è realizzato, possiamo già rilevare un ritardo- ha detto Smaldore- se non riusciamo ad andare avanti con il piano, anche l’impatto socio-economico che si sarebbe dovuto innescare, verrà meno”.

Ma per Paolo Onelli, direttore generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, è stato fatto invece “un grande lavoro di trasparenza”. In risposta alle richieste di maggior coinvolgimento da parte degli enti del terzo settore, Onelli ha poi aggiunto che “gli enti del terzo settore sono centrali nel Pnrr”. E per quanto riguarda gli obiettivi, “stiamo cercando di non perdere le risorse assegnate- ha aggiunto- C’è ancora molto lavoro da fare. Ma più di quello che già stiamo facendo, non riusciamo”.

Anche Marco Iezzi, dirigente dell’Unità di missione del Pnrr presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha sottolineato l’impegno nel “portare avanti un progetto nazionale complicato e difficile, per il quale abbiamo contatti costanti con Bruxelles. E più riusciamo a parlare con loro, meglio realizziamo il piano. Se saremo capaci di realizzarlo, l’Italia cambierà per sempre”, ha detto. Iezzi ha poi posto l’accento sulla necessità di trovare una continuità politica, e ha evidenziato lo sforzo fatto per “snellire una macchina che resta però enorme e complicata. In questi giorni stiamo portando avanti un importante tavolo sulla terza rata. E stiamo lavorando per cercare di portare a casa il maggior risultato possibile e chiudere gli obiettivi che ci eravamo dati”.

Ma per Vincenzo Falabella, presidente di Fish, “emerge una poca capacità della macchina amministrativa di dare risposte ai bisogni dei nostri cittadini”. Sulla condizione dei fragili, Falabella ha detto a margine dell’evento che “solo 13 euro o poco più è la spesa pro capite per ogni cittadino con disabilità. Credo che questa sia una denuncia che va evidenziata per cambiare rotta e costruire politiche finalizzate a soddisfare i bisogni essenziali di chi vive nel nostro paese una condizione di disabilità”.
Per il Forum Terzo Settore, però, l’accusa è che l’elaborazione iniziale del Pnrr sia stata ‘calata dall’alto’, giustificata con la necessità di dover rispettare tempi stretti. Il rischio, quindi, è che la forbice di dialogo tra gli enti del terzo settore e l’amministrazione politica, possa stringersi ancora di più. “La sensazione- ha detto in conclusione Vanessa Pallucchi- è che i colori vividi con i quali ci era stato presentato il piano dopo la pandemia, stanno via via sbiadendo”.

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