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Ex Ilva, cittadini a Roma per “ricordare la gravità della situazione a Taranto”

In attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato in relazione al ricorso presentato da ArcelorMittal contro la sentenza del Tar di Lecce che ha confermato la validità dell'ordinanza di chiusura emanata dal sindaco di Taranto il 27 febbraio 2020

Pubblicato:10-05-2021 12:04
Ultimo aggiornamento:10-05-2021 12:05
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BARI – Chiusura immediata dell’area a caldo dell’ex Ilva perché “senza eliminare la principale fonte di rischio di malattie e morte non è possibile costruire alcun cambiamento e si rischia di vanificare i fondi europei per una autentica svolta green”. È quanto chiede il Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente, costituito da Associazione PeaceLink, Comitato Quartiere Tamburi, Donne e Futuro per Taranto Libera, Genitori Tarantini, LiberiAmo Taranto e Lovely Taranto, assieme ai cittadini che parteciperanno il 12 e il 13 maggio prossimo alla manifestazione che si terrà a Roma per “ricordare la gravità della situazione a Taranto e nei comuni ionici vicini all’area industriale, in occasione dell’atteso pronunciamento del Consiglio di Stato”.

I giudici amministrativi di secondo grado dovranno, infatti, esprimersi in relazione al ricorso presentato da ArcelorMittal e dai commissari contro la sentenza del Tar di Lecce che ha confermato la validità dell’ordinanza di chiusura emanata dal sindaco di Taranto il 27 febbraio 2020, rigettando i ricorsi presentati avverso il provvedimento sindacale da ArcelorMittal Italia e Ilva in Amministrazione straordinaria. La richiesta di chi parteciperà alla manifestazione è “che il Consiglio di Stato non ignori la sentenza di condanna dello Stato italiano per la questione Ilva da parte della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo (Cedu)”. Una sentenza “definitiva e sovranazionale menzionata sia nell’ordinanza del sindaco di Taranto di chiusura area a caldo sia nella sentenza del Tar di Lecce che la conferma”.


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