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Medio Oriente, gli studenti dell’Orientale di Napoli: “Contrari ad una università silenziosa e acritica”

Gli universitari: "Si esprime sconcerto per l'occupazione e non per l'apartheid di Israele"

Pubblicato:09-11-2023 19:45
Ultimo aggiornamento:09-11-2023 19:46
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orientale napoli occupata
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NAPOLI – “Il Senato Accademico ‘esprime il suo sconcerto e la sua preoccupazione’ non per il genocidio, la pulizia etnica e l’apartheid portati avanti da Israele ai danni dei Palestinesi ma perché le studentesse e gli studenti organizzano iniziative di informazione e denuncia su questi crimini contro l’umanità. Forse abbiamo letto male, forse hanno sbagliato. Quasi sicuramente sono in malafede”. È la risposta degli studenti e delle studentesse che lunedì scorso hanno occupato la sede di Palazzo Giusso dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale al senato accademico che, riunitosi oggi in seduta straordinaria, ha esortato gli occupanti a “cessare immediatamente questa illegittima occupazione di uno spazio pubblico”.
“Studentesse e studenti – spiegano gli universitari – da lunedì tengono aperta l’università realizzando all’interno e all’esterno di palazzo Giusso momenti di ‘riflessione critica’ e dibattito con personalità di altissimo livello che hanno avuto eco nazionale in ogni occasione. Tutte le iniziative già previste e organizzate dall’ateneo dedicate all’approfondimento delle questioni non solo sono state svolte, ma hanno avuto una straordinaria attenzione e partecipazione”.

Spiegano come sia “spaventoso” e “dal sapore minaccioso” l’invito del senato accademico “a tutte le componenti del mondo universitario a fare fronte comune e a fare sentire la loro voce. Un messaggio – aggiungono – destinato a quei docenti che hanno deciso invece di relazionarsi in qualsiasi modo con le studentesse e gli studenti non rinunciando alla libertà di insegnamento che dovrebbe essere alla base dell’istituzione universitaria ma che sembra dia molto fastidio all’attuale rettore. Forse il rettore Tottoli preferisce un’università silenziosa e acritica che produce future donne e uomini indifferenti e passive verso ciò che succede intorno. Crediamo che l’università debba essere esattamente l’opposto”.
“Domani – annunciano gli studenti – avremo un ennesimo momento democratico di confronto e discussione con tutte le componenti universitarie al fine di decidere collettivamente le prossime iniziative per continuare a organizzare contro-informazione e formazione sul genocidio in corso. Questo è il modello di istruzione che vogliamo, e siamo orgogliosi di prenderci questa responsabilità”.


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