PALERMO – Dopo Geo Barents, nave di Msf dalla quale ieri sera sono scesi tutti i migranti che in un primo momento erano stati fermati a bordo, al porto di Catania si è sbloccato anche lo stallo delle 35 persone sulla Humanity 1 alle quali era stato vietato lo sbarco. Il via libera alla ong Sos Humanity è arrivato nella tarda serata di martedì.
Sulla banchina del porto i cronisti ascoltano le parole amare di Silvia, medico di bordo: “”Per la prima volta nella mia vita mi sono vergognata di avere fatto bene il mio lavoro perché la condizione di ‘buona salute’ era diventata un problema per le persone a bordo”, dice nel corso di una conferenza stampa tornando con la mente alla prima selezione effettuata dalle autorità sanitarie a bordo della nave e che aveva portato allo stop per le 35 persone. “Più erano sani e meno scendevano – ha ricordato il medico -. Per la prima volta nella mia vita mi sono quasi chiesta se la mia missione fosse sbagliata: è stato molto complesso”.
“Siamo sollevati dal fatto che le persone possano scendere a terra e che a tutti coloro che sono stati salvati da un’emergenza in mare sia stato finalmente assegnato un posto sicuro, come richiesto dalla legge – dice Till Rummenhohl, capo delle operazioni di Sos Humanity -. Con lo sbarco di tutte le persone abbiamo potuto portare a termine la nostra seconda operazione di soccorso. Siamo tuttavia sconvolti dalla palese violazione della legge e dei diritti umani da parte delle autorità italiane. Allo stesso tempo, siamo grati e fiduciosi grazie alla straordinaria solidarietà che abbiamo vissuto in giro per il mondo in questi giorni, dal Canada all’Australia, e soprattutto qui in Italia dal popolo italiano”.
La ong tedesca annuncia comunque che intende riprendere il mare “il prima possibile” per nuove operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti. “Non importa quale sia la situazione politica in Italia o nell’Ue in questo momento, le persone stanno fuggendo dalla Libia perché lì vengono maltrattate e non hanno altra scelta che intraprendere il viaggio pericoloso per la vita attraverso il Mediterraneo”, aggiunge Rummenhohl che riguardo a quanto accaduto conclude: “È stato abominevole. Continueremo a lottare affinché anche l’Ue faccia qualcosa per fare rispettare le leggi”.
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