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Ex Ilva, l’ira del governo contro ArcelorMittal: “Piano inaccettabile”

Terminata la riunione tra governo e sindacati, la prossima settimana previsto incontro con azienda

Pubblicato:09-06-2020 08:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:27

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ROMA – E’ terminato l’incontro in videconferenza sulla ex Ilva tra governo e sindacati. Il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, concludendo l’incontro, ha ribadito che “non c’e’ da parte del governo nessuna intenzione di portare avanti la proposta di Mittal, non possiamo retrocedere rispetto a produzione siderurgica italiana, lo Stato fara’ la sua parte”, assicura. Poi comunica che “oggi non c’e’ azienda perche’ i piano presentato non si puo’ nemmeno discutere, la prossima settimana ci sara’ nuovo incontro con ArcelorMittal”.

GUALTIERI: PIANO MITTAL INADEGUATO

Il piano di ArcelorMittal per i siti ex Ilva e’ “per noi e’ inadeguato, va ben oltre l’adattamento agli effetti del Covid e si distacca sostanzialmente dall’accordo del 4 marzo, non e’ una base accettabile“. Cosi’ il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, al tavolo con ArcelorMittal e sindacati, a quanto riferiscono fonti presenti alla videoconferenza.

“Ognuno si deve assumere sue responsabilita’, ci sono impegni scritti, se poi la controparte ha modificato le proprie intenzioni, ne trarremo le debite conseguenze”. “Lo Stato ha deciso di partecipare, ha sfidato Mittal a un piano ambizioso”.


PATUANELLI: PIANO MITTAL INACCETTABILE, SERVE PIENA OCCUPAZIONE

“Con il tempo abbiamo capito che l’abolizione dello scudo penale era una scusa per restituire gli impianti. L’accordo del 4 marzo e’ un accordo di investimento e coinvestimento con lo Stato che vogliamo portare avanti perche’ per noi la siderurgia e’ un asset strategico”. Cosi’ il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, al tavolo con ArcelorMittal e sindacati, a quanto riferiscono fonti presenti alla videoconferenza.

Per il ministro “la produzione con idrogeno puo’ essere un elemento importante, da qui a 5 anni, per la riconversione della produzione”.

E ribadisce che il piano di Mittal e’ “inaccettabile per due ragioni: mette in discussione i livelli occupazionali e gli investimenti, allungandone a dismisura i tempi”.

Il governo invece punta alla “piena occupazione”, non solo dei 10.700 diretti ma anche dei lavoratori in Amministrazione straordinaria e ad una “newco per una produzione green”.

CATALFO: PIANO MITTAL SU OCCUPAZIONE INACCETTABILE

Il nuovo piano industriale per l’ex Ilva inviato da ArcelorMittal al Governo “e’ insoddisfacente e la riduzione occupazionale prospettata e’ inaccettabile“. Lo dice, secondo quanto si appende, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo al tavolo sull’ex Ilva con i sindacati ed i commissari straordinari.

RE DAVID (FIOM): ACCORDI VANNO RISPETTATI, GOVERNO CHIARISCA

I contratti valgono, valgono gli accordi e vanno rispettati. L’accordo del 6 settembre 2018 prevedeva 10.700 occupati, piu’ la clausola di salvaguardia per i lavoratori Ilva in amministrazione straordinaria. Non conosciamo i dettagli dell’accordo fatto dal Governo il 4 marzo scorso. Ma sappiamo che quell’accordo ha effetti sull’occupazione, perche’ non c’e’ la clausola di salvaguardia. Noi siamo fermi all’accordo sottoscritto il 6 settembre 2018 che prevedeva zero licenziamenti“. Lo dice Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, intervenendo al tavolo con il Governo sulla vertenza ArcelorMittal, ex Ilva.

“Non sappiamo- continua- i contenuti del nuovo piano presentato da ArcelorMittal. L’azienda non ha cambiato sostanzialmente posizione da settembre dell’anno scorso. Gia’ a settembre del 2019 l’ad Morselli, appena insediata, chiedeva circa cinquemila esuberi. Gli stessi numeri di esuberi che si prospettano ora. L’azienda non si e’ mai spostata da quei numeri. Quindi la pandemia del Covid-19 non c’entra nulla, e’ uno strumento di pressione in piu’ che viene utilizzato. Non possiamo arrivare a novembre in questa condizione di incertezza riguardo al possibile rilancio industriale di tutti i siti produttivi e alla riconversione ambientale di Taranto. Gli attuali livelli produttivi sono al minimo storico, rischiano di aggravarsi drammaticamente le condizioni di sicurezza e salvaguardia di tutti gli impianti. Il Governo dice che il nuovo piano e’ inaccettabile, ma vogliamo sapere cosa significa concretamente. Il Governo deve chiarire l’assetto proprietario e gli investimenti e dare garanzie sull’occupazione dei lavoratori ArcelorMittal e di quelli Ilva in amministrazione straordinaria. Negli stabilimenti la situazione e’ esplosiva: non e’ piu’ gestibile in questo modo sul piano delle relazioni industriali”, conclude.

PALOMBELLA (UILM): MITTAL FIRMA ACCORDI E NON LI RISPETTA

“Questo incontro deve dare risposte ai lavoratori che hanno proclamato sciopero di 24 ore. Oggi deve essere un incontro verita’“. Cosi’ il leader della Uilm, Rocco Palombella, a tavolo al Mise.

Palombella continua: “Dopo firma dell’accordo del 6 settembre, Mittal non ha piu’ rispettato impegni. Dai criteri di assunzione, alla cassa integrazione unilaterale dal luglio scorso fino alla rescissione contrattuale. A novembre Mittal ha presentato un piano di fermata e di spegnimento di tutti gli impianti, fermato dalla Magistratura. Gia’ nel dicembre scorso ci proposero 4.700 esuberi, prima del Covid-19. Accordo del 4 marzo non lo conosco e non lo voglio nemmeno conoscere, perche’ non rispetta accordo 6 settembre ed e’ un accordo solo tra Governo e Mittal per porre fine al contenzioso legale”.

Il sindacalista accusa: “Mittal non rispetta nemmeno impegni sugli investimenti ambientali, allungando i tempi e diminuendo gli importi. Mittal puntualmente firma accordi e poi non li rispetta. Ogni volta pone delle scuse per non rispettare accordi. Afo 2 e’ fermo da marzo scorso, rischia di non ripartire piu’, investimenti ambientalizzazione sospesi durante la pandemia. Ma puo’ essere un gruppo industriale credibile? ArcelorMittal continua a prendere i fondelli tutti. Ha presentato un piano irrealizzabile sotto il punto di vista occupazionale, economico e ambientale. Ministri, cosa intendete fare il Governo? Lavoratori disperati sono in Cig a 900 euro al mese e impianti fermi e che cadono a pezzi. Piano di venerdi’ non esiste per me, rispeditelo al mittente come l’accordo del 4 marzo. Vi dovete interessare della vita dei lavoratori, ci sono gravi responsabilita’ della politica. Dovete dire come volete tutelare 20 mila lavoratori. Tempo e’ scaduto. Usciamo dal ricatto di Mittal, prendete il 1,5 miliardi e investitelo sui lavoratori, mettendoli in sicurezza e tutelando la loro occupazione”, conclude.

OPERAI PRESIDIANO STABILIMENTO TARANTO

Sono davanti alla portineria D dello stabilimento siderurgico di Taranto dalle sette di questa mattina e li’ rimarranno fini a che da Roma non arriverano notizie sul loro destino. Sono gli operai dell’ex Ilva che stanno presidiando il siderurgico. A organizzare il sit in soni state le sigle dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm che cosi’ ribadiscono il ‘no’ al piano presentato dalla multinazionale franco-indiana che gestisce la fabbrica e che prevede 5mila esuberi. Alle 10 i ministri Patuanelli (Sviluppo economico), Gualtieri (Economia e Finanze) e Catalfo (Lavoro) illustreranno ai sindacati le proposte di ArceloMittal.

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