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ROMA – Imponenti manifestazioni in Georgia contro la proposta di legge annunciata dal governo che prevede che le organizzazioni che ricevono oltre il 20% dei finanziamenti dall’esterno siano obbligate a registrarsi come “agenti stranieri”. E l’esecutivo ritira il testo delle polemiche.
Migliaia di persone hanno manifestato contro la norma – sventolando sia bandiere nazionali che dell’Ue – perché ritenuta frutto di ingerenze di Mosca volte a ridurre lo spazio di manovra delle associazioni della società civile. Una mossa che ricorderebbe alcune norme assunte dal Cremlino per controllare le organizzazioni della società civile e per i diritti. A proporla, alcuni parlamentari tra cui quelli del partito di governo ‘Dream Party’, che stamani ha deciso di ritirare il testo.
“I georgiani sono scesi in strada per manifestare le loro aspirazioni democratiche e di vicinanza ai valori europei. Queste proteste pacifiche sono state forti e commoventi da vedere. L’annuncio della sospensione della proposta di legge ‘Trasparenza sulle influenze straniere’ è un ottimo segnale a cui ora devono seguire passi legali concreti”. Così ha scritto in un tweet l’Alto commissario per la politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, Josep Borrell.
Quest’oggi anche la rappresentanza europea in Georgia ha “accolto con favore” la decisione del ‘Dream Party’, sostenendo che la norma era “contraria ai valori europei”. I delegati hanno quindi esortato i politici a “riprendere il percorso di riforme in ottica europeista”.
Anche la presidente georgiana Salome Zourabichvili, in missione in questi giorni negli Stati Uniti, ha contestato la bozza della norma sostenendo che “non si sa da dove arriva, è dettata da Mosca. La Georgia vede il suo futuro in Europa“. Il Paese ha avviato l’iter di adesione nell’Ue a marzo dell’anno scorso, manifestando anche l’intenzione di entrare nella Nato, costituendo così l’ennesimo Paese ex sovietico a entrare nell’orbita di Bruxelles.
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