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Casa distrutta e papà al fronte, i 15enni ucraini raccontano la guerra

Mark e Vladimir, studenti ucraini di 16 e 15 anni, da Bologna raccontano cosa è stato delle loro vite dopo il 24 febbraio: case abbandonate, niente più parenti e per uno dei due il papà rimasto a combattere in Ucraina

Pubblicato:08-04-2022 13:34
Ultimo aggiornamento:13-04-2022 12:03

croce rossa
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BOLOGNA – Parlano dei padri rimasti a combattere al fronte, di città distrutte e case abbandonate, costretti a lasciare amici e parenti. Raccontano così la loro esperienza di guerra Mark e Vladimir, studenti ucraini di 16 e 15 anni, arrivati a Bologna e diventati studenti dell’istituto Salvemini di Casalecchio di Reno. Per ascoltare le loro parole, la scuola ha organizzato questa mattina un incontro in aula magna e in videoconferenza, alla presenza degli altri studenti ma anche del cardinale Matteo Zuppi e del politologo della Scuola Sant’Anna di Pisa, Francesco Strazzari.

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“SENZA CASA DAL 24 FEBBRAIO”

I due ragazzi parlano russo e il loro racconto viene tradotto da Anastasia, studentessa di origini moldave. Mark ha 16 anni e viene da una città vicino al confine con Polonia e Bielorussia. Vladimir invece ha 15 anni e la sua città natale è proprio sul confine russo. La mattinata del 24 febbraio scorso, raccontano i due adolescenti, “è arrivata la notizia che il Paese è stato invaso dalla Federazione Russa”. Da quel giorno “qualcuno è rimasto senza casa, senza parenti e migliaia di persone sono rimaste senza rifugio, a Kiev e in altre città“.


MIGLIAIA DI PERSONE RIMASTE SENZA NIENTE

In Ucraina, continuano Mark e Vladimir, “sono morti più 3.000 civili, 167 bambini, migliaia di persone sono rimaste sotto le macerie delle loro case, sono rimasti senza auto, senza lavoro, senza niente e le città sono completamente distrutte, come Mariupol”.
Ad accompagnare le loro parole, i due ragazzi fanno proiettare video e immagini che mostrano città e territori dell’Ucraina come erano prima della guerra e come sono adesso. “La guerra colpisce tutto il mondo- affermano Mark e Vladimir- ognuno ha subito delle perdite a modo suo. C’è chi ha subito perdite economiche per il prezzo del carburante, c’è chi ha subito l’inflazione e c’è chi invece è rimasto senza parenti e senza una vita per interessi politici“.

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“L’ITALIA CI HA DATO UN RIFUGIO”

I due giovanissimi ucraini sottolineano di essere costretti a vivere senza parenti e amici, lontani da casa. La città natale di Vladimir, vicina al confine russo, “è distrutta completamente”. Mark invece dice di essere preoccupato perchè il padre “è rimasto a combattere sul fronte” e vorrebbe “tornare a casa”. Entrambi ci tengono a ringraziare l’Italia, la scuola e tutti coloro che li hanno aiutati, garantendo loro la possibilità di “continuare a studiare e avere un rifugio”. E concludono con la “speranza che l’Ucraina vinca su Putin e che la guerra finisca”.
A introdurre l’incontro è il preside del Salvemini, Carlo Braga. “Questa è davvero scuola”, rimarca il dirigente. Che aggiunge: “Abbiamo sentito i racconti di guerra dai nostri genitori e dai nostri nonni, ma non mi sarei mai aspettato di sentire una testimonianza di questo tipo da studenti di 15 anni. Questo dà il senso grave della situazione che stiamo vivendo”, sottolinea Braga.

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