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Agguato in Mozambico, le missionarie comboniane confermano: “Uccisa suor Maria, salve le consorelle”

La missione di Chipene, Lurio, della diocesi di Nacala, in Mozambico, è stata attaccata dai terroristi ieri sera alle 21

Pubblicato:08-09-2022 13:17
Ultimo aggiornamento:08-09-2022 13:17

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ROMA – È Maria De Coppi la suora italiana, originaria di Vittorio Veneto, uccisa in un agguato nel nord del Mozambico: lo hanno confermato all’agenzia Dire responsabili delle suore comboniane, la congregazione della vittima, aggiungendo che le sue consorelle sono state tutte identificate e stanno bene. “Nella zona da tempo erano attivi gruppi ribelli” aggiungono le fonti. L’agguato è verificato presso la parrocchia di Chipene, che accoglie sfollati in fuga dagli scontri tra esercito e militari ruandesi da una parte e gruppi armati in lotta contro il governo dall’altra.

Secondo le informazioni disponibili, due sarcerdoti, don Lorenzo e don Loris sono tra le persone che si sono riuscite a mettere in salvo raggiungendo la città di Nacala. Suor Maria era nata il 23 novembre 1939. In Mozambico era arrivata la prima volta nel 1963, tre anni dopo aver preso i voti. Era tornata nel Paese per nuovi missioni nel 1997 e poi nel 2005.

LA DINAMICA DELL’AGGUATO

La dinamica dell’agguato è stata ricostruita anche dalla segretaria generale delle comboniane, suor Enza Carini. “Ieri alle ore 21 la missione di Chipene, Lurio, della diocesi di Nacala, in Mozambico, è stata attaccata da terroristi” si legge in una nota. “Sono entrati nella casa delle suore missionarie comboniane, hanno ucciso una Sorella, suor Maria De Coppi, italiana, distrutto e incendiato la chiesa, la casa delle sorelle, l’ospedale e le macchine della missione. Le altre due sorelle della comunità, suor Eleonora Reboldi, italiana e suor Angeles Lopez Hernandez, spagnola, sono riuscite a scappare e nascondersi nella foresta, insieme ad un gruppo di giovani ragazze”. La segretaria ha aggiunto: “Al momento a Chipene sono rimaste solo le nostre due sorelle; stiamo cercando di farle evacuare quanto prima, attraverso l’aiuto dei missionari Comboniani e dell’Unità di crisi della Farnesina”.

IL PARROCO DELLA MISSIONE: I RIBELLI MI HANNO GRAZIATO

“Dopo aver ucciso suor Maria hanno devastato la chiesa e fatto irruzione nella nostra casa lì accanto, dando tutto alle fiamme. Ci siamo nascosti nelle camere. I ribelli non sono entrati: siamo stati graziati”. A parlare con l’agenzia Dire è don Lorenzo Barro, friulano, parroco nella missione mozambicana di São Pedro de Lurio-Chipene. La sua voce arriva mentre è in viaggio verso la città di Nacala per incontrare il vescovo, monsignor Alberto Vera Aréjula. Con lui parlerà anche del funerale di suor Maria De Coppi.


“La sua congregazione chiede che sia sepolta a Karapira, in un cimitero che ospita già alcune consorelle e confratelli” dice don Barro. “Lungo la strada incontriamo persone che si stanno spostando, allontanandosi il più possibile per come riescono: già a giugno c’erano state avvisaglie con un’incursione a sud del fiume Lurio che segna il confine con la provincia di Cabo Delgado; adesso la tensione sta aumentando ancora”.

Con la Dire il parroco ricostruisce l’assalto di ieri sera. “Sono arrivati attorno alle nove, per fortuna quando quasi tutti i 38 ragazzi e le 40 ragazze che frequentano le scuole presso la missione erano già andati via”, premette don Barro. “Suor Maria era nella stanza della sua consorella più anziana, suor Angeles Lopez Hernandez; credo stessero chiacchierando e vedendo insieme alcuni filmati condivisi su WhatsApp”.

Le due non si sarebbero accorte dell’arrivo dei ribelli, appostati a una finestra: “Suor Maria è stata colpita da uno sparo, appena rientrata in camera; suor Angeles l’ha vista riversa a terra ed è riuscita a scappare, nascondendosi nel ‘mato’, la boscaglia che circonda la missione”.

Il commando ha dato alle fiamme la casa delle religiose e poi anche l’ospedale e la chiesa vicina. A quel punto ha fatto irruzione nella casa dove si trovava il parroco insieme con un altro missionario, don Loris Vignandel. “Hanno cominciato a bruciare ogni cosa” ricorda don Barro. “Noi ci siamo nascosti nelle stanze e loro non sono entrati”.

Il raid è terminato attorno alle 11 di sera, dopo circa due ore. Gli assalitori hanno incendiato anche alcune automobili, forse dopo aver provato a rubarle. “I militari sono arrivati solo dopo” continua don Barro, “informandoci che avevano trovato nelle vicinanze i cadaveri di due altre persone uccise, che non conosciamo”.

A salvarsi con don Barro sono stati don Vignandel, suor Lopez e suor Eleonora Reboldi, un’altra comboniana, che nella foresta è riuscita a portare alcune delle ragazze ancora nella missione. Oggi il dolore per l’uccisione di suor Maria si unisce alla preoccupazione. “L’avvio lo scorso anno di un intervento militare delle forze della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe non ha risolto la crisi” sottolinea il parroco.

“Il governo sostiene che i ribelli sono allo sbando e che si stanno disperdendo ma di fatto da giugno si sono verificate incursioni anche a sud del Lurio, nella provincia di Nampula dove si trova la nostra missione”. Secondo il missionario, 58 anni, originario di Pordenone e a Chipene dal 2016, “se la guerriglia si espande si crea un clima di paura e qui perdono tutti”.

Ma perché un raid contro la missione? “Difficile dirlo” risponde don Barro. “Di solito viene preso di mira tutto ciò che ha che fare con lo Stato, si tratti di commissariati di polizia o di centri di salute; è stato però riferito di un’affiliazione dei ribelli al gruppo Stato islamico e se le cose stessero davvero così si potrebbe spiegare in qualche modo la distruzione delle chiese e delle missioni”.

ZAIA: “DAL ’63 SUOR MARIA PORTAVA AMORE

“Dal 1963 Suor Maria portava aiuto, sostegno, amore, dedizione alle popolazioni del Mozambico. È terribile, inaccettabile, dolorosissimo sapere che proprio lì, proprio mentre compiva la sua missione di pace e carità, è stata brutalmente assassinata”. Con queste parole, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, esprime il suo “immenso cordoglio” per la morte di Suor Maria De Coppi, originaria di Vittorio Veneto, avvenuta a causa di un attentato alla missione di Chipene. “Il primo pensiero- prosegue il governatore- va alla sua famiglia, a tutti coloro (e sono tanti) che le hanno voluto bene, alle Suore Comboniane di cui faceva parte, alla comunità di Vittorio Veneto, da cui era partita tanti anni fa per seguire la sua vocazione missionaria. La meravigliosa vita di bontà e altruismo di Suor Maria- conclude Zaia- è finita con un terribile orrore, il che rende la sua figura ancora più grande, indimenticabile”.

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