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(Foto credits Peioma/Wikipedia)
ROMA – “Sì” agli sbarchi, ma solo di persone con documenti d’identità validi: è la linea del governo delle Comore, arcipelago nel canale del Mozambico verso il quale le autorità francesi dei Territori d’oltremare vogliono respingere migranti arrestati nell’isola di Mayotte.
I trasferimenti dovrebbero avvenire attraverso il porto di Mutsamudu, ad Anjouan, territorio delle Comore. “Ci limitiamo ad applicare la legge” ha detto Mohamed Said Salim Dahalani, un funzionario dello scalo, citato dal portale Africa News. “Se una persona arriva qui senza documenti non può entrare e deve restare a bordo”.
Nuove tensioni hanno attraversato il Canale a seguito dell’avvio a Mayotte, martedì scorso, di un’operazione con l’impiego di circa 1.800 agenti. L’intervento, denominato “Wuambushu”, che nella lingua locale shimaore vuol dire “ripresa”, mirerebbe a “riportare la sicurezza” in bidonville e quartieri dell’isola dove si sarebbero concentrati migranti in arrivo dalle Comore.
Mayotte dista da Anjouan circa 70 chilometri. Rimasta territorio francese a seguito di un referendum tenuto nel 1974, l’isola è quella con il reddito pro capite più alto nel Canale del Mozambico.
L’operazione “Wuambushu” ha alimentato tensioni a livello internazionale. Tra il governo delle Comore, di base nella capitale Moroni, e quello di Parigi, era stato siglato nel 2019 un accordo che prevede “lotta ai trafficanti” di esseri umani e “controllo dei movimenti della popolazione tra le isole”.
Dell’intesa ha riferito l’emittente Radio France International, ricordandone i punti chiavi: al contrasto delle partenze a bordo delle “kwassa-kwassa”, canoe o piroghe tradizionali lunghe anche dieci metri, dovrebbero corrispondere investimenti in progetti di accoglienza e sviluppo a livello locale per circa 150 milioni di euro.
A Mayotte vivono oltre 300mila persone. La lingua ufficiale è il francese ma sono parlate sia lo shimaore, vicino allo swahili, e il kibushi, variante diffusa nel Madagascar occidentale.
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