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H.E.R.: “Io, cantante transgender, giudicata improponibile a Sanremo”

"Vent'anni fa trovai un muro di gomma- racconta la cantante e violinista-, oggi è importante il messaggio di Achille Lauro"

Pubblicato:07-08-2020 13:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:44

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ROMA – Più di una vittoria. Un messaggio, forte, contro ogni discriminazione: “Tornare con questo singolo per me è importante, è l’ennesima conferma che sono sulla strada giusta. È un grande riconoscimento”. H.E.R., al secolo Erma Pia Castriotta, ha vinto la 23esima edizione del Premio Amnesty International nella sezione Emergenti con il singolo ‘Il mondo non cambia mai’. Un brano, questo, contro le discriminazioni. Subito dopo il riconoscimento, ha voluto fare una dedica importante: “Il mio premio lo dedico a Patrick Zaki, attivista per i diritti umani, in carcere in Egitto. È venuto a Bologna a studiare, ha appoggiato la questione dei diritti civili. Ha aderito da bravo studente a certe tematiche e l’ha pagata. È ancora in carcere. L’Egitto non sta dando una risposta efficace, questo è terribile. Le carceri egiziane non sono una passeggiata, tutte le carceri sono terribili”.

Per Erma Pia, una cantautrice transessuale, che ha cambiato sesso meno di venti anni fa, “il mondo non cambia mai se tu non cambi. Se non hai la capacità di accogliere l’altro- ha detto all’agenzia Dire- Ho voluto lanciare un messaggio di inclusività, una posizione contro questi ‘slogan’ di separazione. C’è poi la mia esperienza personale, sono passato da un sesso ad altro. E sono l’unica cantautrice italiana ad avere fatto cambio totale di genere, nel 2004. E ora tornare a cantare, per me è l’ennesima conferma. Tornare a cantare è un grande riconoscimento”.


H.E.R., infatti, è anche musicista, una violinista  che ha collaborato con artisti come Franco Battiato, come Lucio Dalla, Teresa De sio, Franco Battiato.

“Nel mio vissuto non ho vissuto grandi episodi di discriminazione- continua H.E.R.- tranne all’inizio, quando ero ‘gender fluid’. Poi l’esperienza di vita mi ha portato a fare una scelta. Non voglio dimenticare il sostegno alla comunità lgbt. Bisogna prendere posizioni precise nella vita, come per le leggi a favore della libertà di essere. Il pericolo è sempre dietro la porta, ci sono posizioni politiche che vogliono legittimare l’omotransfobia. Venti anni fa ero un ragazzo, anche se non mi sono mai sentito tale. Ho trovato un muro di gomma“, ha ricordato, nel periodo in cui ha dato il meglio nell’edizione del Premio Recanati: “Doveva essere il passaggio a Sanremo- rivela- Ma dissero ai miei discografici che ero improponibile a Sanremo“: il riferimento è al Festival riservato ai ‘giovani’. “Ora, per fortuna, ci sono artisti come Achille Lauro che ha ammiccato esteticamente a quel mondo- continua- Poi ognuno fa quello che vuole nella propria vita. È importante che certi argomenti siano sdoganati, anche con un glamour superficiale dei ragazzi. Per me è importante, dopo 20 anni, essere tornata in un parterre importante come Musicultura e come Amnesty. È importante poter esercitare il proprio ruolo senza pregiudizi”. Ora, restando sul piano professionale, l’attende un appuntamento, il 28 agosto allo Sferisterio di Macerata, con Musicultura, per il futuro “una prima serata a Sanremo sarebbe importante. Potrei provarci”. E a figure come Giorgia Meloni o Matteo Salvini, “dedicherei il mio brano ‘Il mondo non cambia mai’. Il razzismo non va sdoganato. Il respingimento non è a favore della gente. La gente cresce con il confronto, con l’accoglienza“.

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