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Giovanni Toti arrestato per corruzione. Sconterà i domiciliari ad Ameglia

Coinvolto anche il capo di gabinetto del governatore ligure Matteo Cozzani, con l'accusa di “corruzione elettorale” con l'aggravante mafiosa, per aver agevolato l’attività di Cosa Nostra

Pubblicato:07-05-2024 09:34
Ultimo aggiornamento:08-05-2024 08:17

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GENOVA – Stamattina, il governatore ligure Giovanni Toti si trovava in un albergo a Sanremo, quando è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, per essere condotto ai domiciliari nel suo appartamento di Genova. Il governatore era atteso da una serie di impegni istituzionali a ponente, compresa una conferenza stampa con l’imprenditore Flavio Briatore. Diverse le perquisizioni in corso a Genova, nelle sedi della Regione Liguria, in via Fieschi e piazza De Ferrari, e nell’appartamento di Toti a Piccapietra. Il governatore, uscendo dal suo alloggio con i finanzieri ha detto ad alcuni giornalisti che attendevano all’esterno del palazzo: “Non posso dire niente, lo sapete”. Secondo il suo staff, Toti, assieme all’avvocato Stefano Savi (lo stesso difensore dell’ex sindaco di Genova, Marta Vincenzi) sta seguendo l’evolversi della vicenda “con tranquillità”. A quanto si apprende da fonti regionali, sconterà i domiciliari nella sua casa di Ameglia, in provincia della Spezia, dove ha la residenza.

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ARRESTATO ANCHE AD IREN PAOLO EMILIO SIGNORINI

Non solo il governatore ligure Giovanni Toti. Nella maxi indagine della Procura di Genova e dalla Guardia di finanza sono coinvolte altre nove persone destinatarie di misure coercitive e interdittive. L’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale amministratore delegato di Iren, Paolo Emilio Signorini, è stato arrestato e condotto in carcere con l’accusa di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. Il noto imprenditore portuale ed ex presidente del Genoa, Aldo Spinelli, è destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari accusato di corruzione nei confronti del governatore Toti e dell’ex presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini. Nei confronti di Signorini, Aldo Spinelli e il figlio Roberto, il gip ha disposto anche il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per 570.000 euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati. Divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale anche per il figlio di Aldo Spinelli, Roberto, accusato di corruzione nei confronti del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.


DOMICILIARI A CAPO GABINETTO TOTI PER “AVER AGEVOLATO COSA NOSTRA”

Nell’ambito della maxi indagine della Procura di Genova, il capo di gabinetto del governatore ligure Giovanni Toti ed ex sindaco di Portovenere, Matteo Cozzani, è stato condotto agli arresti domiciliari con l’accusa di “corruzione elettorale” con l’aggravante mafiosa, per aver agevolato l’attività di Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova. Cozzani è accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione. Misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti del governatore Toti, per Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga.

Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, destinatari dell’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, accusati del reato di corruzione elettorale con l’aggravante mafiosa, commesso al fine di agevolare l’attività di Cosa nostra. Stessa accusa per Venanzio Maurici, per cui scatta l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. Anche per il presidente di Ente Bacini del porto di Genova, Mauro Vianello, divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini.

PROCURA GENOVA: SCAMBIO FAVORI TRA TOTI-COZZANI E ESSELUNGA

Al governatore Giovanni Toti, per cui sono scattati gli arresti domiciliari, la Procura di Genova contesta di aver accettato dagli imprenditori portuali Aldo e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e aver ricevuto complessivamente 74.100 euro, erogati in diverse tranche al Comitato Giovanni Toti o al governatore stesso. Secondo l’accusa, in cambio il governatore avrebbe garantito una serie di promesse, tra cui: “Trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo in privata; agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali; velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse, controllata al 55% dalla ditta Spinelli srl, come effettivamente avvenuto a fine 2021. Inoltre, il presidente della Regione avrebbe promesso di assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante, come effettivamente avvenuto nel corso del 2022. Ancora, le promesse avrebbero riguardato l’assegnazione a Spinelli di un’area demaniale in uso ad Autostrade per l’Italia e di agevolare l’imprenditore nella pratica del tombamento di Calata Concenter, approvata a fine luglio 2022.

La lista di accuse non finisce qui. Al governatore Giovanni Toti e al suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, viene contestato di aver accettato la promessa dal consigliere di amministratore di Esselunga, Francesco Moncada, di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello pubblicitario esposto su Terrazza Colombo, nel grattacielo genovese di piazza Dante, per la campagna elettorale comunale del giugno 2022, a fronte dell’impegno a sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.

ESSELUNGA NELL’INCHIESTA: FAVORI A TOTI PER SBLOCCO PUNTI VENDITA

Pubblicità elettorale in cambio di sblocco di pratiche di apertura di due punti vendita a Sestri Ponente e Savona. È questa l’ipotesi accusatoria della Procura di Genova che coinvolge Esselunga nell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il governatore Giovanni Toti. Secondo la ricostruzione dei magistrati i rapporti con Toti e il suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, li avrebbe tenuti il consigliere di amministrazione del gigante lombardo della grande distribuzione, Francesco Moncada. Il finanziamento illecito al governatore si sarebbe concretizzato nel pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari.
I passaggi pagati segretamente da Esselunga a Toti
, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero comparsi sul pannello pubblicitario esposto su Terrazza Colombo, nel grattacielo genovese di piazza Dante, per la campagna elettorale comunale del giugno 2022. In cambio Toti e Cozzani si sarebbero impegnati a sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.

INDAGATO ANCHE PRESIDENTE CONFINDUSTRIA NAUTICA SAVERIO CECCHI

Ci sono anche il presidente di Confindustria nautica, Saverio Cecchi, e il direttore commerciale del Salone nautico di Genova, Alessandro Campagna, nell’elenco degli indagati per corruzione dalla Procura della Spezia, nell’ambito dell’inchiesta madre che ha portato, tra l’altro, agli arresti domiciliari per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani. Per Cecchi e Campagna è scattato il divieto di attività di impresa e uffici esercitare professioni, imprese o uffici direttivi.

Stesse misure anche per Francesco Fiorino (legale rappresentante della Europa Park, società interamente partecipata dalla Camera di commercio della Spezia e nuovo membro del cda di Atc, la municipalizzata del trasporto pubblico), Giovanni Olcese e Ivan Pitto (imprenditori attivi nel settore pubblicitario). Pitto è anche presidente di Liguria international e membro del consiglio di amministrazione dell’Aeroporto di Genova. Identiche misure cautelari anche per Massimo Gianello, legale rappresentante del comitato della Borgate del Palio del Golfo della Spezia e della società partecipata del Comune di Lerici, Sviluppo turistico Lerici.

L’indagine della procura spezzina riguarda fatti avvenuti tra il 2022 e il 2024 e si concentra, anche in questo caso, in uno scambio reciproco di favori tra Matteo Cozzani e gli imprenditori coinvolti. In alcuni casi, spiegano gli inquirenti, Cozzani avrebbe anche ottenuto finanziamenti per l’attività politica della lista del governatore Giovanni Toti, e diverse ospitalità alberghiere per sé e altre persone. Tra i favori contestati all’ex sindaco di Portovenere, un bando di gara per la valorizzazione di una ex scuola.
Cozzani viene anche accusato di varie condotte illegali che miravano ad agevolare gli imprenditori Paletti nella realizzazione di un stabilimento balneare sull’isola di Palmaria. Contestati anche episodi di abuso d’ufficio e falsi. La Guardia di Finanza spezzina ha dato esecuzione a diverse perquisizioni tra Genova, Milano, La Spezia e Portovenere e al sequestro preventivo di 215.000 euro, considerati profitto dei reati commessi. Infine, sequestro preventivo da parte dei Carabinieri forestali della Spezia per l’ex scuola dell’infanzia “Michela Ravecca” a Portovenere e per il cantiere nell’ex cava Carlo Alberto sull’Isola Palmaria, ritenuti oggetto delle corruzioni.

TESTA SPONSORIZZATO DA POLITICO LOMBARDO PUNTAVA A CONSIGLIO REGIONALE

E’ stata un’intercettazione tra il capo di gabinetto di Giovanni Toti, Matteo Cozzani, e un parlamentare lombardo ad accendere i fari della Procura di Genova sui fatti corruttivi che hanno portato stamattina all’arresto del governatore ligure. L’intercettazione risale al luglio 2020, nel corso delle indagini della Procura della Spezia sullo stesso Cozzani, indagato per le sue presunte attività corruttive da sindaco di Portovenere. Cozzani, allora, era anche il coordinatore della campagna elettorale per la lista del governatore uscente e ricandidato, Giovanni Toti. Il parlamentare parlava della candidatura nella lista Toti di una persona, in seguito identificata con Arturo Angelo Testa, in grado di raccogliere “quattro, cinquecento voti”, grazie al forte radicamento nel quartiere di Certosa e al coinvolgimento della comunità riesina. Il politico proponeva anche l’organizzazione di una cena elettorale con la stessa comunità, a cui avrebbero dovuto partecipare Cozzani e Toti.
Dal contenuto delle conversazioni, scrive la gip Paola Faggioni, “si comprendeva chiaramente che Cozzani agiva su mandato di Toti”. Prima di un incontro tra Cozzani e Testa, previsto per il 21 luglio a Certosa, lo stesso Cozzani, in auto con una deputata spezzina, confessava qualche timore sul possibile candidato e sulle sui suoi possibili legami con ambienti mafiosi: “Una mattina non vorrei trovarmi la Dia (Direzione investigativa antimafia, ndr) in ufficio”. La candidatura di Testa, in ogni caso, alla fine saltò, probabilmente in favore dell’allora consigliere comunale Stefano Anzalone, come emerge da un’altra intercettazione tra il deputato bergamasco e Italo Maurizio Testa, fratello di Arturo Angelo.
Il parlamentare scrive su Whatsapp: “Hanno fatto vincere Anzalone, perché temono che la stampa tiri fuori quella cosa là del braccio alzato”. Il rifermento è a quanto accaduto nel luglio 2011, con la pubblicazione di una fotografia dei gemelli Testa a Predappio mentre compivano il saluto romano davanti al busto di Benito Mussolini: episodio che aveva determinato anche le dimissioni dalla carica di vicesindaco di Boltiere di Italo Maurizio. In successive intercettazioni, però, Arturo Angelo Testa riguardo alla sua candidatura saltata fa presente che “si esce dalla porta, ma entra dalla finestra”. Dalle indagini, dunque, emerge che i contatti tra i gemelli Testa e Cozzani proseguono, finalizzati a ottenere l’appoggio della comunità riesina a tre candidati genovesi della Lista Toti, tra cui Stefano Anzalone, anche lui finito nella lista degli indagati. Lo stesso Anzalone è risultato dalle indagini aver pagato le spese per l’alloggio dei fratelli Testa a Genova, in occasione delle cena elettorale organizzata per il 12 settembre 2020. Cena a cui, tra gli altri, partecipano anche Toti, Cozzani e il consigliere comunale totiano, Umberto Lo Grasso, pure lui indagato per aver successivamente avvertito i Testa delle indagini in corso.
Da diverse intercettazioni di commento alla cena, in parte trascritte nell’ordinanza, emerge come i gemelli Testa fossero convinti della riuscita dell’accordo: voti assicurati da una parte, lavori per amici e familiari promessi, dall’altra. Dall’esame dei risultati elettorali, scrive il gip, emerge che i tre candidati della Lista Toti sponsorizzati dai fratelli Testa, tutti entrati in consiglio regionale, hanno ottenuto nel quartiere di Certosa “una percentuale di preferenze di gran lunga superiore rispetto a quella ottenuta nelle restanti sezioni elettorali del Comune di Genova”.

Nelle intercettazioni che riguardano la restituzione dei favori da parte della politica per i voti ottenuti entra in gioco anche il sindacalista della Cgil, Venanzio Maurici, indagato, che ha ottenuto un posto di lavoro per il compagno della figlia. Sempre da quanto ricostruito attraverso le intercettazioni dei gemelli Testa, dopo l’elezione, il consigliere Anzalone avrebbe bruscamente interrotto i rapporti con la comunità riesina, suscitando l’ira dei Testa: “Se io volessi, questo qui dopo due ore non è più consigliere, non è più niente. Anzi, dovrà pure andare a discolparsi per voto di scambio”, dice Italo Maurizio Testa intercettato.

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