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Associazione ‘Salvabebè-Salvamamme’: “Solidarietà valore fondante e anima dei nostri interventi”

Da oltre trent'anni opera sul territorio romano a supporto delle mamme e, in generale, delle famiglie in condizioni di grave disagio socio-economico

Pubblicato:07-05-2022 10:49
Ultimo aggiornamento:07-05-2022 10:49

solitudine parto
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ROMA – Il proposito è chiaro fin dal nome: Salvabebè-Salvamamme. È l’associazione che da oltre trent’anni opera sul territorio romano a supporto delle mamme e, in generale, delle famiglie in condizioni di grave disagio socio-economico. Partita da un piccolo sportello d’ascolto in un Municipio capitolino, oggi l’associazione è riuscita ad estendere la sua attività su gran parte del territorio nazionale arrivando anche oltre confine. “Ogni anno accogliamo dalle 3.000 alle 5.000 famiglie e prendiamo in carico all’incirca 1.000 nuovi nati”, racconta Katia Pacelli, psicologa e direttrice di Salvamamme, alla guida dell’associazione al fianco della presidente Grazia Passeri.

“Mediamente il 75% delle persone che si rivolgono a noi sono di origine straniera– continua Pacelli- ma il trend è un po’ cambiato durante la pandemia perché ci siamo trovate a far fronte a difficoltà di famiglie che non erano abituate a dover chiedere aiuto. Sono stati tantissimi gli italiani che si sono rivolti a noi per avere un sostegno”. “Crediamo nella solidarietà come valore fondante della persona e anima dell’intervento immediato e concreto su quello che serve e quando serve”, recita il motto di Salvabebè-Salvamamme.

Gli ultimi tempi della gravidanza, i giorni difficili dopo il parto, il primo anno di maternità, sono momenti cruciali nella vita di una donna, particolarmente difficili se ci si trova in condizioni di disagio. Ecco allora che l’associazione parte innanzitutto dalla necessità di rispondere ai bisogni primari: gli alimenti, i prodotti di igiene, il vestiario. E poi il supporto si estende anche all’ambito sanitario, psicologico, legale, logistico, pedagogico e formativo. E, spesso, quel primo incontro nato dalla ricerca di ‘un’ancora di salvezza’, si trasforma in consuetudine e molte mamme assistite diventano a loro volta volontarie.


“Le giornate sono a volte di ventiquattrore: come lasciare in strada una mamma con il neonato o un bebè privo di tutto e a rischio di vita? La famiglia in lacrime perché l’ospedale non dimette il neonato senza la carrozzina. Decine di mamme fuori dalla porta ogni mattina, ognuna con il suo problema, ognuna con la sua richiesta”, questa la quotidianità di Salvamamme.

“L’associazione è nata per rispondere alla necessità di diffondere la legge sul parto in anonimato, ossia la possibilità di partorire lasciando il bambino in ospedale- racconta Pacelli- in quegli anni, infatti, erano diversi i neonati che venivano abbandonati nei cassonetti. È nato allora un comitato di professionisti che sono andati ad attaccare degli adesivi sui cassonetti, in diverse lingue, proprio per diffondere questa legge. Poi abbiamo aperto un numero verde all’interno del Policlinico Umberto I di Roma al quale ci si poteva rivolgere per avere supporto e informazioni. Ed è rispondendo alle telefonate che ci siamo rese di conto di come tante mamme volessero tenere i bambini ma si sentissero in un vicolo cieco perché non sapevano come fare, cercavano aiuto”.

Grazie al supporto di Salvamamme c’è chi è riuscita a tenere il bambino e a superare le difficoltà in cui si trovava. “Mi è rimasta impressa una ragazza che era venuta da noi con l’intento di essere aiutata nel percorso del parto in anonimato e poi, invece, è riuscita a staccarsi dalla famiglia che non accettava la gravidanza e oggi ha addirittura aperto un suo centro dove aiuta le donne in difficoltà”, ricorda Pacelli. Ma c’è anche chi “ha vissuto la maternità come gesto di bene estremo e ha deciso di lasciare il neonato in adozione perché veniva da un contesto poco sano per la crescita di un bambino. Una scelta fatta con l’intento di mettersi da parte dando al proprio figlio una possibilità evitandogli un futuro già segnato”.

Negli anni l’attività dell’associazione si è estesa e oggi tra i progetti che porta avanti c’è anche la ‘Valigia di salvataggio’, rivolto alle donne che subiscono violenza da parte di mariti, compagni o ex partner, donne che hanno lasciato la casa in cui vengono maltrattate e dove sono a rischio per la propria vita, prima o dopo la denuncia, donne che fuggono senza poter portare con sé nemmeno lo stretto indispensabile. A loro l’associazione offre, per le prime 120 ore, un sistema di sicurezza in cui mettere in moto i primi interventi. A disposizione c’è anche un numero di emergenza che possono contattare per un ascolto telefonico, per una richiesta di informazioni e anche per prenotare una valigia contenente il necessario per se stesse e i propri bambini.

L’attività di Salvamamme è per sua natura dinamica e abbraccia le necessità nel ‘qui e ora’ del bisogno. Nelle ultime settimane sono le donne e i bambini in arrivo dall’Ucraina che stanno impegnando volontarie e volontari. “Ci siamo mossi fin da subito- dice Pacelli- abbiamo attivato un gruppo di persone che ci ha permesso di poter arrivare alle famiglie che ne avevano necessità. Le interpreti ci hanno permesso di rispondere alle richieste che ci sono arrivate e, qualche settimana fa, abbiamo organizzato la consegna di vestiario estivo: in soli due giorni abbiamo distribuito oltre 15.000 pezzi a circa 370 famiglie, oltre 1.000 persone”. È il circolo virtuoso che c’è intorno all’associazione che gli consente di rispondere alle innumerevoli richieste che arrivano.

“Moltissime famiglie portano da noi il loro usato, c’è chi ci dona i resti di magazzino, chi ci aiuta a reperire materiale nuovo. E poi c’è un mondo di volontari che seleziona, smista, igienizza e divide quello che arriva. Perché tutto ciò che distribuiamo a chi ne ha bisogno deve essere adeguato e in buono stato, rispettoso della dignità di chi lo riceve, dai vestiti ai giochi per i bambini”, conclude Pacelli.

In occasione della festa della mamma, l’associazione ha in programma due appuntamenti. Oggi, allo stadio Arnaldo Fuso di Ciampino, dalle 10 alle 13, si svolgerà un torneo di rugby con raccolta di alimenti, organizzato dal Ciampino Rugby in collaborazione con le Fiamme Oro Rugby della Polizia di Stato. Domani, invece, in collaborazione con Stappamamma e Cantina Santo Iolo, si svolgerà una vendita di beneficenza di opere d’arte, abiti e vino, per raccogliere fondi in aiuto delle famiglie ucraine. L’appuntamento è a Roma, presso We Gil, in Largo Asciani 5, a Trastevere.

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