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“Azzolina intervenga”, tutti contro il direttore scolastico delle Marche che scrive agli studenti citando il Duce

Continuano le polemiche su Marco Ugo Filisetti, che il 4 novembre ha inviato un messaggio agli studenti in cui citava come esempio 'i giovani figli caduti per la Patria' nella Grande Guerra

Pubblicato:06-11-2020 14:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:11
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ANCONA – Si leva da più parti la richiesta di un intervento del governo, o del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, nei confronti del dirigente dell’Ufficio scolastico regionale delle Marche, Marco Ugo Filisetti, dopo l’incredibile messaggio inviato agli studenti in occasione della Giornata delle Forze Armate del 4 novembre. Un messaggio in cui, tra trincee e appello serale, si celebravano come eroi i giovani soldati della Grande Guerra che dettero la vita per la Patria. Un testo che richiama molto, si scopre oggi, uno spezzone del discorso pubblico di Benito Mussolini del 23 marzo 1919 in cui aveva ricordato “i figli d’Italia che sono caduti per la grandezza della Patria”.

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TUTTI CONTRO FILISETTI

Ieri hanno tuonato contro Filisetti i sindacati, l’Anpi, Nicola Fratoianni, Possibile, il garante dei diritti in Toscana e anche il Pd, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare ad opera del senatore Verducci, scandalizzato: “Si inneggia alla guerra, quando invece la Costituzione della nostra Repubblica la ripudia. Si inneggia ad una ‘gioventù lontana dai prudenti e dai pavidi’ quando invece la scuola ha il dovere di contrastare luoghi comuni che sono l’anticamera della discriminazione e del bullismo”. Il messaggio di Filisetti, aggiunto Verducci, “è quanto di più falso e diseducativo possa ricevere uno studente, uno sfregio ai valori della nostra democrazia”.

Oggi prende posizione anche il Movimento 5 stelle sollecita l’intervento del ministro Azzolina nei confronti di Filisetti. Secondo i parlamentari marchigiani ed i consiglieri regionali del M55, nel messaggio ci sono “parole nostalgiche inaccettabili” e “una prosa solenne più tipica di una comunicazione nostalgica che non di una comunicazione istituzionale”.

Proseguono: “Seppur si possa intendere positivamente il riferimento ai giovani italiani che hanno perso la vita nelle trincee della Grande Guerra, riteniamo che siano stati assolutamente inappropriati il modo e le parole utilizzate“. E ancora: “Troppi i riferimenti a situazioni e a termini propri di una cultura che ispira oggi gruppi giovanili di estrema destra, nazionalista o fascista- concludono-. Da dirigenti che occupano ruoli così importanti auspichiamo messaggi ben più edificanti e ponderati. Magari una comunicazione forte e valoriale, l’avremmo voluta sentire in difesa del sistema scolastico, degli studenti, degli insegnanti e degli operatori scolastici”.

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