NEWS:

Per la morte di Michele Merlo la procura di Vicenza chiede l’archiviazione

Il 28enne è scomparso il 6 giugno 2021 dopo la comparsa di ecchimosi e lividi sul corso e mancate diagnosi

Pubblicato:06-09-2023 10:47
Ultimo aggiornamento:06-09-2023 14:52
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – La procura di Vicenza chiede l’archiviazione per la morte di Michele Merlo, il cantante scomparso il 6 giugno 2021 a causa di una leucemia fulminante. Impossibile dimostrare il nesso di causalità tra la mancata diagnosi del medico di base dell’artista e il successivo peggioramento.

I FATTI

Merlo, che era stato allievo di Amici e partecipante a X Factor, il 26 maggio presenta dal professionista – unico indagato nel procedimento per omicidio colposo – di Rosà (Vicenza) con un grande livido sulla gamba.

Il medico, durante quella prima visita, attribuisce il versamento di sangue a un trauma, una contusione sopraggiunta durante un trasloco. Senza approfondire, il dottore rimanda a casa l’artista. Dopo si sarebbe difeso dicendo di essere stato tratto in inganno dalla storia della ‘botta’ durante il trasloco.


LE DIAGNOSI MANCATE

Prima dell’incontro con il suo dottore, Michele Merlo prova a farsi visitare dal pronto soccorso di Cittadella, in provincia di Padova. Il cantante, però, va via prima di poter vedere qualcuno perché etichettato con “codice bianco”.

Il 2 giugno spuntano i primi dolori alla gola, così il 28enne torna in ospedale. Questa volta è a Bologna, lì per lavoro. Lo rimandano a casa con una diagnosi di tonsillite. Il 3 giugno i sintomi peggiorano fino a quando Michele viene portato privo di sensi in ospedale. Il ragazzo muore dopo 3 giorni di agonia.

LE CONCLUSIONI DELLA PROCURA

Alla fine delle indagini, però, non possibile stabilire se una diagnosi fatta dal medico di base avrebbe potuto evitare la morte. Si pensa fosse già troppo tardi per fare qualcosa, forse l’unico punto da chiarire rimane ancora il motivo di un mancato approfondimento con analisi specifiche.

IL PADRE DI MICHELE MERLO: BASITO PER L’ARCHIVIAZIONE DOPO DUE ANNI

Ora spetterà alla famiglia decidere se opporsi. “Venerdì- dice Domenico, il padre del cantautore a La Repubblica- incontrerò i miei legali e insieme decideremo il da farsi, non ho ancora deciso. Però non penso che fare opposizione abbia molto senso, dal momento che la pubblica accusa ha preso questa decisione”. E aggiunge: “il punto non è un giovane medico di base che ha commesso un errore madornale. Il punto è il sistema che per anni ha promosso i tagli e le politiche che hanno prodotto le condizioni perché un errore del genere fosse commesso”.

Dell’archiviazione dice: “Beh, sono basito. Hanno aspettato più di due anni per giungere a una conclusione a cui sarebbero potuti arrivare dopo sei mesi, risparmiandoci questa attesa straziante. Ci sono diverse perizie che dicono la stessa cosa: con le giuste cure Michele aveva altissime probabilità di essere salvato. Eppure per il pm non è possibile stabilirlo con certezza. Lo capisco, ma che mi si venga a dire una cosa del genere dopo due anni… Io vorrei solo che il pm si mettesse anche solo per un minuto – non dico per oltre due anni, basterebbe un minuto – nei nostri panni. Se immaginasse cos’è diventata la nostra vita…”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it