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VIDEO | Terremoto di magnitudo 7,9 devasta Turchia e Siria: oltre 2.300 morti. Erdogan proclama 7 giorni di lutto nazionale

Epicentro nella provincia turca di Kahramanmaras, la scossa alle ore 2:17 italiane è stata avvertita anche in altri Paesi ed è scattato l'allarme tsunami, poi rientrato

Pubblicato:06-02-2023 07:32
Ultimo aggiornamento:07-02-2023 13:33
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(Foto dalla città siriana Ad Dana, fonte ong Still I Rise)

ROMA – Un terremoto di magnitudo 7,9 ha colpito la Turchia orientale e il nord della Siria quando in Italia erano le 2:17 di notte. La scossa ha causato gravi crolli di tantissimi edifici, oltre 2.300 morti e migliaia di feriti, ma il bilancio è ancora provvisorio. Il sisma è avvenuto a 20 km di profondità. La maggior parte dei decessi si è registrata a Kahramanmaras, la provincia epicentro del sisma, e in particolare nella città di Gaziantep. Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, lo ha definito “il terremoto più forte dal 1939”. Quanto alla Siria, vittime soprattutto ad Hama, Aleppo e Latakia. Testimonianze raccolte da queste aree riferiscono di blackout delle telecomunicazioni e di scosse di assestamento ancora in corso. Alle 11.24 ora italiana una nuova scossa, di magnitudo 7,5, si è verificata nella stessa zona a 28 km di profondità.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha comunicato che al momento non risultano italiani coinvolti nel terremoto che ha devastato Turchia e Siria. Il titolare della Farnesina ha sentito il suo omologo turco e ha assicurato il sostegno dell’Italia.

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NUOVA FORTE SCOSSA DI MAGNITUDO 7,5

Un secondo forte terremoto si è verificato in Turchia alle 11.24 ora italiana nel distretto di Elbistan, nella provincia di Kahramanmaras, circa 200 chilometri a nord da Gazientep, epicentro del primo di 7,9 che stamani ha devastato decine di città turche ma anche nel nord della vicina Siria. Secondo l’European-Mediterranean Seismological Centre questa nuova scossa ha fatto registrare una magnitudo di 7,6 gradi ma si tratterebbe di una valutazione preliminare. L’Ingv riporta una magnitudo di 7,5. Dopo il primo di quasi 12 ore fa, si erano continuate ad avvertire scosse di assestamento. La nuova scossa, come la prima, è stata avvertita fino in Siria.

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Non si è trattato di una scossa di assestamento, ma di un nuovo terremoto“. Così ha dichiarato Orhan Tatar, responsabile riduzione dei rischi sismici per l’Autorità nazionale per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad), rilanciato da fonti di stampa locali. Il nuovo sisma ha fatto crollare altri edifici, e si è resa necessaria anche la chiusura dell’aeroporto di Adana, a 200 chilometri ad ovest di Gazantiep.

IL BILANCIO DEL TERREMOTO

Il bilancio del sisma di questa notte è aumentato moltissimo nel corso delle ore. Il presidente Erdogan ha aggiunto che 45 Paesi si sono offerti di inviare aiuti, chiarendo che il sisma che ha colpito oggi la Turchia è il peggiore dopo quello del 1939, che provocò oltre 32mila vittime.

In un comunicato ufficiale, il presidente Erdogan ha proclamato sette giorni di lutto nazionale. Il bilancio delle vittime dei due terremoti di magnitudo 7.8 e 7.6 che hanno colpito nell’arco di circa dodici ore ben dieci province del Paese (Kahramanmaras, Kilis, Diyarbakir, Adana, Osmaniye, Gaziantep, Sanlirurfa, Adiyaman, Malatya e Hatay) è salito a 1.651 persone e i soccorritori continuano a scavare tra le macerie delle centinaia di edifici distrutti. Nella nota il capo del governo di Ankara ha aggiunto che le bandiere sventoleranno a mezz’asta dal tramonto di oggi fino a domenica 12 febbraio anche nelle sedi istituzionali della Turchia all’estero.

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Gaziantep risulta per ora la città più colpita dal potente sisma, con numerosi edifici danneggiati o crollati e strade rese inagibili. È inoltre completamente crollato l’antico castello costruito dai romani nel terzo secolo. Stando alla stampa internazionale, molte strade e arterie circostanti l’epicentro del terremoto sono intasate in uscita dai veicoli di chi sta cercando di lasciare quelle zone.

Quanto alla Siria, l’agenzia di stato Sana ha riferito di vittime e feriti nelle province di Hama, Aleppo, Latakia e Tartous, ma si tratta solo del bilancio relativo alle aree sotto il controllo del governo del presidente Bashar Al-Assad. Quanto a quelle controllate dai ribelli, come Idlib e Aleppo, si conterebbero almeno molti altri morti e feriti, così come riportano gli White Helmets, un corpo volontario di soccorso formatosi negli anni della guerra che stamani si è immediatamente attivato, proclamando lo stato di emergenza.

L’EPICENTRO NELLA PROVINCIA TURCA DI KAHRAMANMARAS

Il sisma è stato avvertito anche in altri Paesi come Libano, Grecia, Cipro e Israele: tanta la paura. L’epicentro del terremoto è stato individuato nella provincia di Kahramanmaras, nel sud-est della Turchia. A quella principale sono seguite altre scosse di assestamento, comunque molto forti.

Nel sud-est della Turchia, e in particolare nell’area dell’epicentro del sisma, è significativa la presenza di persone rifugiate giunte dalla vicina Siria. Stando ad Afad, l’agenzia turca per la gestione dei disastri, almeno dieci le città colpite con vittime e crolli di case: Gaziantep, Kahramanmaras, Hatay, Osmaniye, Adiyaman, Malatya, Sanliurfa, Adana, Diyarbakir e Kilis. Morti anche in Siria: secondo il governo di Damasco, anche in questo Paese ci sono decine di vittime.

SCUOLE CHIUSE PER DUE SETTIMANE IN DIECI PROVINCE

“A partire da oggi, sono sospese le lezioni per due settimane nelle province di Kahramanmaras, Hatay, Adiyaman e Malatya”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Istruzione turco Mahmut Özer, in seguito al terremoto che ha colpito alle prime ore del mattino la Turchia centro-meridionale. Poco dopo tale annuncio, il Consiglio per l’istruzione superiore ha fatto sapere che le scuole sono chiuse anche a “Adana, Sanliurfa, Diyarbakir, Gaziantep, Kilis, Osmaniye”. Agli studenti “saranno fornite le strutture alternative per sostenere gli esami e garantire la frequenza tra il 6 e il 17 febbraio”.

RIENTRA L’ALLERTA TSUNAMI

Dopo la scossa è stata diramata una allerta tsunami che ha riguardato anche l’Italia, con la circolazione ferroviaria sospesa per precauzione in Sicilia, Calabria e Puglia. Il pericolo è poi rientrato e la circolazione è tornata regolare. L’annuncio sulla ripresa della circolazione è arrivato intorno alle 8 di questa mattina.

LO STOP TEMPORANEO AI TRENI IN TRE REGIONI

“Si ferma a scopo cautelativo, dalle 6.30, la circolazione ferroviaria iniziando dalle regioni meridionali di Sicilia, Calabria e Puglia, con possibile successiva estensione all’alta Italia a seguito dell’allerta diramata dal Dipartimento della Protezione Civile, per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane dopo la scossa di terremoto di magnitudo 7.9 con epicentro tra Turchia e Siria delle ore 2.17. In conseguenza allo stop cautelativo potrebbero registrarsi possibili cancellazioni e ritardi in estensione anche in altre regioni”. Così Ferrovie dello Stato in una nota.

L’ONG IN SIRIA: “CATASTROFE SISMA SI SOMMA A EFFETTI GUERRA”

Questa ennesima tragedia si somma alla già devastante situazione vissuta quotidianamente nel Nord Ovest della Siria, dove da quasi dodici anni si consuma una delle crisi umanitarie più gravi del nostro secolo”. Così afferma Abdulkafi Alhamdo, program manager della ong Still I Rise nel Nord-Ovest della Siria.

“Qui vive una popolazione di 4,6 milioni di persone, di cui 2,9 milioni sono gli sfollati interni – prosegue l’ativista – poco meno di due terzi dei quali vivono nei campi, stando a dati dell’ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha). Bombardamenti, rappresaglie e conflitti armati non si sono mai interrotti e nel dicembre 2022 sono stati accertati oltre 500 casi di colera nel Nord-Ovest della Siria, a seguito di un’epidemia dichiarata pochi mesi prima. Tutto questo nella totale indifferenza della comunità internazionale”.

Questo terremoto, prosegue Alhamdo nel comunicato, “è una catastrofe naturale, ma si somma alla devastazione in cui riversa il Nord Ovest della Siria, rendendo tutto ancora più tragico. A causa dell’assenza di infrastrutture e del bombardamento degli ospedali avvenuto nel corso degli anni, il supporto socio-sanitario è quasi inesistente. È troppo presto per avere una stima finale di morti e feriti, ma purtroppo – a causa della tragica situazione in cui riversa già quest’area – temiamo numeri molto alti. La situazione dei siriani non fa più notizia, ma qui semplicemente sopravvivere è una sfida giornaliera”.

TAJANI: “NESSUN ITALIANO COINVOLTO NEL TERREMOTO”

“Stamane ho parlato con il ministro degli Esteri turco per assicurargli tutto il sostegno dell’Italia. Abbiamo messo a disposizione la nostra Protezione civile“. Lo dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ad Agorà Rai Tre. “Naturalmente la nostra Ambasciata ad Ankara sta verificando la situazione degli italiani – aggiunge il titolare della Farnesina -. Al momento non risulta alcun italiano fra le vittime e i feriti, né fra i deceduti. Li stiamo chiamando uno per uno. Al momento le notizie sono positive per quanto riguarda gli italiani”.

Alla domanda su quanti siano gli italiani presenti nella zona del terremoto il ministro risponde: “In quella zona ci sono 15 italiani. Li abbiamo raggiunti quasi tutti per telefono. Li stiamo chiamando uno per uno in modo che si possa avere la certezza assoluta. Per il momento non abbiamo notizie di vittime italiane“.

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