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Terremoto, l’appello del deputato turco: “Ci sono solo 24 ore per salvare vite”

Intervista a Garo Paylan, deputato che rappresenta la città di Diyarbakir, a meno di 200 km dall'epicentro della scossa di magnitudo 7,9 che ha devastato Turchia e Siria

Pubblicato:06-02-2023 14:40
Ultimo aggiornamento:06-02-2023 19:58
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ROMA – “Il nostro nemico più grande in questo momento è il freddo: abbiamo 24 ore per provare a salvare il maggior numero di persone possibili. Ci servono aiuti, ma devono arrivare oggi“. Garo Paylan è un deputato che rappresenta la città di Diyarbakir all’Assemblea nazionale e affida il suo appello telefonicamente all’agenzia Dire mentre tenta di raggiungere la città della Turchia orientale che conta 600mila abitanti. Tale località è infatti tra le più colpite dal sisma di magnitudo 7.9 della scala Richter che si è abbattuto oggi sul Paese e sulla Siria settentrionale.

Stando a cifre ufficiali, il terremoto ha provocato la morte di migliaia di persone in Turchia e in Siria. Diyarbakir, capoluogo dell’omonima provincia e città più importante della regione del Kurdistan turco, di cui è ritenuta il capoluogo de facto da attivisti a analisti concordanti, si trova a meno di 200 chilometri dalla provincia di Malatya, a 240 dalla quella di Kahramanmaras e a meno di 200 da quella di Gaziantep, epicentri delle numerose scosse che si sono succedute da stamani.

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Il parlamentare, esponente del Partito democratico dei popoli (Hdp), formazione delle opposizioni che rappresenta diverse minoranze e che è ritenuta una fra le più ferme nel contrasto al presidente Recep Tayyip Erdogan, si trova ora a Istanbul ma come riferisce all’agenzia Dire, sta “cercando di raggiungere Diyarbakir”, chiarendo che è fra “i coordinatori del tavolo per le ricerche e le operazioni di salvataggio”.

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Paylan, uno dei primi deputati di origine armena a sedere nel Parlamento di Ankara dopo decenni, riferisce di “circa 50 edifici distrutti e di centinaia danneggiati in modo severo“. A rendere tutto più complesso “è la neve e il freddo che colpiscono Diyarbakir in queste ore“, dove la temperatura di massima non tocca i dieci gradi e dove la minima si aggira attorno allo zero, “oltre che lo shock psicologico che impedisce alla stragrande maggioranza delle persone di rientrare nelle proprie case”.

Il deputato prova a fare una stima dei danni e delle vittime: “Per adesso le autorità hanno verificato circa 2.000 edifici distrutti: se facciamo un calcolo rapido le vittime purtroppo potrebbero superare quota 10mila“. Uno scenario dalla complessità straordinaria, che richiede “un sostegno internazionale immediato”, scandisce Paylan: “Migliaia e migliaia di persone si trovano sotto le macerie, con queste temperature possiamo permetterci 24 ore, non di più, per provare a salvarle”.

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