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Tv Prato in vendita, Diocesi riflette su futuro

A farsi avanti l'imprenditore edile Manuele Lo Conte, ma contro 'blitz' di giugno perplessità di Biffoni (che si rivolge al vescovo), Silli e Giacomelli

Pubblicato:05-09-2023 09:04
Ultimo aggiornamento:05-09-2023 10:31

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PRATO – Molte emittenti televisive si propongono di raccontare la vita quotidiana di una comunità, in poche riescono a diventarne anche memoria storica e cuore della sua identità. Tv Prato è uno degli esempi più calzanti del secondo tipo, emittente fondata nel 1977 ha accompagnato il racconto delle grandi trasformazioni di una città laboriosa e devota ma anche le vicissitudini quotidiane della cronaca, della vita amministrativa e dei fermenti sportivi che animano i pratesi.

Ecco perché da qualche settimana un’indiscrezione sta alimentando nei palazzi del potere politico, ma anche nel mondo economico, riflessioni sotto traccia ma non per questo distratte o superficiali. La diocesi, socio di larga maggioranza dell’emittente, controlla l’85% delle quote tramite la finanziaria Opefin, sta meditando una possibile cessione. A inizio giugno, in particolare, sembrava quasi fatta con il possibile passaggio di mano a Manuele Lo Conte, imprenditore nel settore edile nonché figura emergente a Prato con amicizie politiche trasversali, da Matteo Biffoni e Ilaria Bugetti nel Pd a Claudio Belgiorno e Gianni Cenni in Fratelli d’Italia. L’operazione poteva chiudersi davvero in pochi giorni? Forse, ma è bastato che filtrasse negli ambienti politici cittadini e non per sollevare un’ondata di perplessità per un mancato coinvolgimento istituzionale che ha avuto il sapore dello strappo. Meraviglia e irritazione sono stati dunque i sentimenti affiorati nel sottosegretario agli Esteri, Giorgio Silli, informato per caso da un funzionario del ministero delle Imprese, ma anche nel commissario dell’Agcom, Antonello Giacomelli.

BIFFONI: ‘HO CHIESTO A VESCOVO, DISPIACE NON ESSERE STATO COINVOLTO’

D’altro canto, in presenza di un trasferimento della gestione di un’emittente televisiva, il governo è chiamato a esprimere un parere sulla base di un nulla osta rilasciato proprio dall’authority di garanzia: un passaggio di verifica dei requisiti formali, non un’autorizzazione con diritto di veto, ma quanto basta per rivendicare un certo dovere di etichetta. Il trasferimento deve inoltre fare i conti con il diritto di prelazione di cui dispone Marco Duradoni, socio di minoranza col 15%. A riprova della grande appetibilità dell’asset che conta 12 dipendenti fra giornalisti e operatori Tv, a metà giugno si fa avanti anche una cordata concorrente capitanata da un altro pretendente: Riccardo Pieraccini, imprenditore in ambito sanitario. La concitazione è molta, al punto che lo stesso sindaco, Matteo Biffoni, conferma di essersi rivolto direttamente al vescovo, Giovanni Nerbini, per vederci chiaro: “Sono andato a chiedere cosa stava succedendo- spiega alla Dire- quando è venuta fuori la questione ho detto spiegatemi cosa sta succedendo. Mi è dispiaciuto non essere coinvolto fin dall’inizio in una vicenda di questa importanza. Chiariamo, Lo Conte è un imprenditore in gamba, non è lui il tema. È stato questo però il dispiacere: sapere che accade una cosa del genere senza esserne informato un po’ manda fuori giri“. Il sindaco di Prato ha avuto in quella occasione un’interlocuzione approfondita: “Il vescovo mi ha raccontato la situazione della televisione, mi ha fatto un resoconto molto preciso dei motivi per cui c’è un’idea più consistente rispetto ad altre volte di andare verso la cessione. Immagino che adesso la trattativa sia un attimo in stand by”


IL PRESIDENTE DELL’EMITTENTE: ‘OPERAZIONE NASCE DA LONTANO’

Negli anni la diocesi ha garantito un supporto finanziario imprescindibile alla televisione cittadina, ma adesso gli oneri aziendali e la stessa contabilità della chiesa colpita da una riduzione dell’otto per mille impongono una riflessione: “L’editoria è un settore complicato anche da un punto di vista economico e finanziario ha i suoi problemi in questo momento- spiega Roberto Macrì presidente di Tv Prato da settembre dell’anno scorso– però la diocesi ha sempre fatto la sua parte convinta che ne valesse la pena e non c’è un euro di debito fuori posto. Stipendi e fornitori vengono pagati regolarmente”. Il numero uno dell’emittente prova a minimizzare il tentato ‘blitz’ di inizio giugno: “In queste trattative è ovvio che ci siano momenti dove si è più vicini a chiedere, ma la percezione di essere proprio con la penna in mano per firmare non l’ho mai avuta”. Tuttavia Macrì sta accompagnando in maniera vigile questa fase di attesa e confida che presto il socio forte arrivi a una decisione, magari conservando un ruolo importante della chiesa con una partnership e un nuovo socio: “Questa operazione nasce un po’ da lontano nell’ambito di una riflessione che la proprietà attuale sta maturando sul futuro della televisione- racconta ancora- è un percorso che deve arrivare a un esito in tempi brevi e credo che così sarà. E non è detto che alla fine la diocesi venderà le quote”.

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