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Un mausoleo per dos Santos, ex presidente angolano che divide anche da morto

I figli dell'ex capo di Stato morto l'8 luglio a Barcellona sospettano che sia stato assassinato

Pubblicato:05-08-2022 11:47
Ultimo aggiornamento:05-08-2022 11:47

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ROMA – Un mausoleo potrebbe porre fine a una disputa su un cadavere che divide l’Angola, Paese petrolifero africano al voto il 24 agosto. Il morto è l’ex presidente José Eduardo dos Santos, al potere per 38 anni, deceduto l’8 luglio a Barcellona dove viveva da esule inseguito da accuse di malgoverno e corruzione e tuttora bloccato nella città spagnola dalla magistratura che indaga su un’ipotesi di omicidio.

IL SOSPETTO DI OMICIDIO

Il sospetto che possa essere stato assassinato è stato instillato da Tchize dos Santos, una delle figlie della sua ex prima moglie, forse d’intesa con la sorella Isabel (già alla guida della compagnia petrolifera nazionale e donna piu’ ricca d’Africa, poi finita sotto processo per le rivelazioni dell’inchiesta giornalistica Luanda Leaks) e il fratello José Filomeno (condannato a cinque anni di carcere in Angola per illeciti commessi durante il suo mandato alla guida del fondo sovrano che gestisce i proventi del petrolio).

A essere accusata di omicidio, nonostante una prima autopsia sul corpo faccia propendere per la “morte naturale”, è Ana Paula dos Santos, ex hostess e modella, vedova e madre di altri tre figli dell’ex presidente: la donna è considerata in rapporti migliori con il governo dell’attuale capo di Stato João Lourenço, in carica dal 2017 e ora candidato per un nuovo mandato.


I FUNERALI DI STATO E L’IPOTESI MAUSOLEO

L’ultimo colpo di scena è la decisione di Tchize, Isabel, José Filomeno e altri due fratelli di acconsentire a funerali di Stato per il padre in Angola, come chiesto dal governo di Luanda. Con una precisazione: le esequie si terranno dopo e non prima del voto come avrebbe desiderato invece Lourenco, pare ansioso di accreditarsi come garante di unità nazionale in una fase economica e sociale difficile, pur essendo stato proprio lui a lanciare la campagna anti-corruzione che ha colpito il clan Dos Santos costringendolo all’estero.

Si staglia intanto all’orizzonte il mausoleo, chiesto come contropartita per la consegna del corpo dell’ex presidente dai suoi figli maggiori. A Luanda una commissione governativa di 12 membri sta già studiando dove costruirlo. In attesa di dettagli appare improbabile possa essere imponente come quello dedicato a Luanda al guerrigliero e padre della Patria Agostinho Neto, un po’ obelisco un po’ razzo, piu’ alto della Statua della libertà americana, con un centro di documentazione e un parco immenso.

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