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Angola, Dos Santos lascia dopo 37 anni, Vines: “Avanti, ma con ‘gradualismo’”

A prendere il posto di dos Santos, in carica da 37 anni, dovrebbe essere Joao Lourenco, ministro della Difesa

Pubblicato:08-02-2017 11:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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ROMA – “La parola chiave in portoghese, messa nero su bianco, è ‘gradualismo‘”: Alex Vines, responsabile dei programmi africani del centro studio Chatham House, parla con la DIRE di un passaggio senza precedenti nella storia dell’Angola. José Eduardo dos Santos, secondo presidente più longevo d’Africa, in carica da 37 anni, ha annunciato che ad agosto non si ricandiderà. A prendere il suo posto dovrebbe essere Joao Lourenco, ministro della Difesa nominato venerdì capolista del Movimento Popular de Libertacao de Angola (Mpla). Secondo Vines, l’annuncio di Dos Santos ha una portata storica. “Dopo una guerra civile durata ben 27 anni gli angolani potranno eleggere un nuovo presidente” sottolinea l’esperto. Convinto che però, in linea con una tradizione consolidata dell’Mpla, il cambiamento sarà governato con cautela ed evitando rotture. A suggerirlo anche l’annuncio che Dos Santos manterrà la guida del partito e, dunque, un’influenza sulla politica nazionale. “Un precedente in Africa australe c’è già” sottolinea Vines: “Nel 2005 Sam Nujoma lasciò la presidenza della Namibia ma non le redini della Swapo, il partito che aveva conquistato l’indipendenza nel 1990”.

Scenari in via di definizione che, però, non impediscono di tracciare un bilancio dell’era Dos Santos. L’esperto di Chatham House sottolinea che, a partire dal 2002, il presidente è stato il primo capo di Stato di un’Angola in pace. Un ruolo importante, questa la tesi, che non è però bastato per ridurre la dipendenza nazionale dall’industria degli idrocarburi. “Negli ultimi due anni il crollo dei prezzi del greggio ha ridotto le risorse a disposizione dello Stato“, sottolinea l’esperto: “Proprio le difficoltà economiche potrebbero aver spinto Dos Santos ad anticipare la decisione di passare il testimone”. La diversificazione dell’economia, allora, sarebbe uno dei nodi da sciogliere dopo le elezioni di agosto. Un percorso difficile, affidato a Lourenco, collaboratore di antica data di Dos Santos, ma in prospettiva anche a una nuova generazione di dirigenti. “Il nome da tenere a mente è Bornito de Sousa” dice l’esperto di Chatham House. Il riferimento è al candidato dell’Mpla alla vice-presidenza, 63 anni: nove in meno rispetto a Lourenco, presidente in pectore cresciuto nell’ortodossia marxista-leninista come Dos Santos, addestrato in Unione Sovietica tra il 1978 e il 1982, sopravvissuto alla Guerra fredda.

di Vincenzo Giardina, giornalista professionista


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