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ROMA – Dopo il discorso programmatico del premier Giuseppe Conte, il ‘governo del cambiamento’ si prepara da andare davanti alle Camere per ottenere il voto di fiducia.
Conte si è presentato questa mattina alle 12 al Senato per esporre le linee programmatiche del nuovo governo. Il voto di Palazzo Madama è previsto al termine della discussione dell’aula, che prenderà il via alle 14.30. Domani sarà il turno della Camera dei Deputati, che voterà alle 17.40.
Ecco il testo del suo discorso al Senato:
“Rivolgo un saluto al presidente della repubblica che rappresenta l’unità nazionale e che ha seguito le prime non facili fasi di formazione di questo governo”.
“Assumo questo compito con umilta’, ma anche con determinazione, con la consapevolezza dei limiti ma anche con la passione di chi comprende il peso di altissime responsabilita’ che gli sono affidate”
“Come noto non ho pregresse esperienze politiche. Sono cittadino che si è dichiarato disponibile ad assumere eventuali responsabilità di governo” e “successivamente come garante dell’attuaizone del programma del cambiamento”.
“Sono profondamente onorato di poter offrire il mio impegno e le mie competenze per poter difendere l’interesse dei cittadini di questo meraviglioso Paese”.
“Oggi ci presentiamo a Voi per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo, ma anche di un progetto per il cambiamento dell’Italia. Un progetto che è stato formalizzato sotto forma di contratto dalle due forze politiche che formano la maggioranza parlamentare, composto a partire dai programmi elettorali presentati alle elezioni e votati dalla maggioranza degli italiani, nonché ulteriormente legittimato dalle votazioni a cui le due forze politiche hanno chiamato i rispettivi iscritti e sostenitori”.
“Contratto di destra o di sinistra? Insufficiente pensarlo, dimostra incapacità di comprendere i bisogni più profondi del paese”. Lo dice il premier Giuseppe Conte, intervenendo in aula al Senato. “Ci sono politiche vantaggiose o svantaggiose per i cittadini”.
“Sono grato a chi, rinunciando a legittime ambizioni personali, ha saputo porre davanti a tutto l’interesse generale, per un progetto che supera le persone chiamate a portarlo avanti, e che mi fa avvertire, ancora più intensamente, la responsabilità che mi sono assunto, ben consapevole delle prerogative che l’art. 95 della Costituzione assegna al Presidente del Consiglio dei Ministri”.
“Se populismo è l’attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente – prendo spunto da riflessioni di Dostoevskij tratte dalle pagine di Puskin -, se ‘anti-sistema’ significa mirare a introdurre un nuovo sistema, che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni”.
“Ma a voler leggere con attenzione il contratto di governo, emerge come questa attenzione ai bisogni dei cittadini sia condotta nel segno alto della Politica, con la – P – maiuscola, con l’obiettivo di dare concreta attuazione ai valori fondanti della nostra Costituzione”.
“Cambia che metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà”.
“In questo tempo di crisi e difficoltà ci impegniamo a dare sostanza alla previsione contenuta nel primo articolo della nostra Costituzione, che fonda la Repubblica sul lavoro. Vogliamo costruire un nuovo patto sociale trasparente ed equo, fondato sulla solidarietà ma anche sull’impegno, consapevoli che solo con la partecipazione di tutti allo sviluppo del Paese potremo garantire un futuro di prosperità anche ai nostri figli”.
“Vogliamo dare voce ai tanti giovani che non trovano lavoro: a quelli che sono costretti a trasferirsi all’estero e a quelli che rimangono qui inattivi, che si rinchiudono in se stessi e si avviliscono. In un caso come nell’altro finiamo per dissipare preziose risorse del nostro Paese”.
“Bisogna dare voce alle tante donne, spesso più istruite e tenaci degli uomini, e che sul posto di lavoro sono ancora inaccettabilmente discriminate e meno pagate, e che si sentono sole quando decidono di mettere al mondo un bambino”.
“La diffusione di nuove tecnologie e dell’economia della condivisione crea nuove opportunità imprenditoriali e rende disponibili servizi innovativi per i cittadini, ma apre anche a rischi di marginalizzazione e a nuove forme di sfruttamento: dobbiamo farci carico di tali trasformazioni, non per combattere uno sviluppo per molti versi irreversibile, ma per assicurare in ogni caso il rispetto dei diritti essenziali dei lavoratori e per garantire che il lavoro sia sempre strumento di realizzazione personale e umana”.
“C’è di nuovo che il debito pubblico lo vogliamo ridurre, ma vogliamo farlo con la crescita della nostra ricchezza, non con le misure di austerità che, negli ultimi anni, hanno contribuito a farlo lievitare”.
“Cambia che combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il ‘daspo’ ai corrotti e con l’introduzione dell’agente sotto copertura”.
“Cambia che vogliamo un Paese a misura dei cittadini diversamente abili – e sono alcuni milioni – che troppo spesso si ritrovano abbandonati a se stessi e alle loro famiglie”.
“Cambia che vogliamo rescindere il legame tra politica e sanità, per rendere quest’ultima finalmente efficiente su tutto il territorio nazionale”.
“Cambia che aumenteremo fondi, mezzi e dotazioni per garantire la sicurezza in ogni città”.
“Intendiamo preliminarmente ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato”.
“Saremo fautori di una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa”.
“L’eliminazione del divario di crescita tra l’Italia e l’Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati. Il debito pubblico italiano è oggi pienamente sostenibile; va comunque perseguita la sua riduzione, ma anche in una prospettiva di crescita economica e soprattutto in una prospettiva di crescita economica”.
“La politica fiscale e di spesa pubblica dovrà essere orientata al perseguimento degli obiettivi richiamati di crescita stabile e sostenibile. In Europa verranno portati con forza questi temi per un adeguamento della sua governance, un adeguamento già al centro della riflessione e della discussione di tutti i paesi membri dell’Unione. Siamo moderatamente ottimisti sul risultato di queste riflessioni e fiduciosi della nostra forza negoziale, perché siamo di fronte a una situazione in cui gli interessi dell’Italia, in questa fase della costruzione europea, vengono a coincidere con gli interessi generali dell’Europa e con l’obiettivo di prevenire un suo eventuale declino”.
“L’Europa è la nostra casa. E’la casa di noi tutti. Quale Paese fondatore abbiamo il pieno titolo di rivendicare un’Europa più forte e anche più equa, nella quale l’Unione economica e monetaria sia orientata a tutelare i bisogni dei cittadini, per bilanciare più efficacemente i princìpi di responsabilità e di solidarietà”.
“L’eliminazione del divario di crescita tra l’Italia e l’Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati”.
“Il debito pubblico italiano è oggi pienamente sostenibile; va comunque perseguita la sua riduzione, ma in una prospettiva di crescita economica. La politica fiscale e di spesa pubblica dovrà essere orientata al perseguimento degli obiettivi richiamati di crescita stabile e sostenibile”.
“Occorre operare un taglio alle pensioni e ai vitalizi dei parlamentari, dei consiglieri regionali e dei dipendenti degli organi costituzionali, introducendo anche per essi il sistema previdenziale dei normali pensionati”.
“Le cosiddette pensioni d’oro sono un altro esempio di ingiustificato privilegio che va contrastato. Interverremo sugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili nella parte non coperta dai contributi versati”.
Per quel che riguarda l’ambiente, “l’azione di governo sarà costantemente incentrata sulla tutela dell’ambiente, sulla sicurezza idrogeologica del nostro territorio, sullo sviluppo dell’economia circolare. Con le nostre scelte politiche ci adopereremo per anticipare i processi, peraltro già in atto, di ‘decarbonizzazione’ del nostro sistema produttivo”.
“Non siamo disponibili a sacrificare l’ambiente e il progetto di una blue economy per altri scopi”.
“Non vogliamo assistere passivamente all’evolversi della realtà che ci circonda, magari assecondando gli interessi particolari di singoli attori economici, ma ci impegniamo a governare questi processi aperti all’innovazione tecnologica, nel segno dello sviluppo al servizio dell’uomo. Vogliamo rivendicare, anche in questo campo, il ruolo ‘alto’ della politica, che sia capace di orientare e governare i cambiamenti della realtà sociale, economica e culturale”.
“Negli anni a noi più prossimi abbiamo visto ridurre gli investimenti pubblici e comprimere i servizi fondamentali. Sono rimasti intatti, tuttavia, i privilegi della politica e i suoi sprechi. Questo Governo intende agire con risolutezza”.
“La lotta ai privilegi della politica e agli sprechi- aggiunge- non è una questione meramente simbolica. Se i comuni cittadini affrontano quotidianamente mille difficoltà e umiliazioni perché non hanno un lavoro, hanno una pensione al di sotto della soglia della dignità, lavorano guadagnando un salario irrisorio, non è tollerabile che la classe politica non ne tragga le dovute conseguenze in ordine al proprio trattamento economico. Diversamente, si rompe il patto di fiducia dei cittadini nei confronti delle proprie istituzioni”.
“Opereremo risparmi in tutte le sedi possibili e sono convinto che ci ritaglieremo ampi margini di intervento e conseguiremo risultati significativi”.
“Riformeremo anche la prescrizione, che deve essere restituita alla sua funzione originaria, non più ridotta a mero espediente per sottrarsi al giusto processo”.
“Il conflitto di interessi è un tarlo che mina il nostro sistema economico-sociale fin nelle sue radici, e impedisce che il suo sviluppo avvenga nel rispetto della legalità e secondo le regole della libera competizione”. Lo annuncia il premier Giuseppe Conte in aula del Senato.
“Rafforzeremo la normativa attuale in modo da estendere le ipotesi di conflitto fino a ricomprendervi qualsiasi utilità, anche indiretta, che l’agente possa ricavare dalla propria posizione o dalla propria iniziativa. Occorre rafforzare, inoltre, le garanzie e i presidi utili a prevenire l’insorgenza di potenziali conflitti di interesse”.
“Contrasteremo con ogni mezzo le mafie, aggredendo le loro finanze, le loro economie e colpendo le reti di relazioni che consentono alle organizzazioni criminali di rendersi pervasive nell’ambito del tessuto socio-economico”.
“Ci proponiamo, in una prima fase, di rafforzare i centri per l’impiego, in modo da sollecitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro con la massima efficienza e celerità possibili. Nella seconda fase, verrà erogato il sostegno economico vero e proprio”.
“Anche in Italia, come in altri paesi le diseguaglianze si sono aggravate e le povertà si sono moltiplicate. A coloro che vivono condizioni di disagio socio-economico è preclusa la possibilità di sviluppare appieno la propria personalità e di partecipare in modo effettivo all’organizzazione politica, economica e sociale del nostro Paese, come previsto dal secondo comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione”.
“L’obiettivo del Governo è assicurare un sostegno al reddito a favore delle famiglie più colpite dal disagio socio-economico. Il beneficio verrà commisurato alla composizione del nucleo famigliare e sarà condizionato alla formazione professionale e al reinserimento lavorativo”.
“Ci premureremo di intervenire anche a favore dei pensionati che non hanno un reddito sufficiente per vivere in modo dignitoso, introducendo una pensione di cittadinanza”.
“Un primo banco di prova del nuovo modo in cui vogliamo dialogare con i partner europei è certamente la disciplina dell’immigrazione. È a tutti evidente come la gestione dei flussi migratori finora attuata ha rappresentato un fallimento: l’Europa ha consentito chiusure egoistiche di molti stati membri che hanno finito per scaricare sugli stati frontalieri, ed in primo luogo sul nostro Paese, gli oneri e le difficoltà che invece avrebbero dovuto essere condivisi”.
“Chiederemo con forza il superamento del Regolamento di Dublino al fine di ottenere l’effettivo rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità e realizzare sistemi automatici di ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo. Fin dal primo, positivo colloquio che ho avuto con la cancelliera Angela Merkel ho rimarcato l’importanza di questo tema e le successive dichiarazioni rilasciate dalla medesima durante lo scorso fine settimana dimostrano come si stia affermando la piena consapevolezza che l’Italia non può essere lasciata sola di fronte a tali sfide”.
“Non siamo e non saremo mai razzisti. Vogliamo che le procedure mirate all’accertamento dello status di rifugiato siano certe e veloci, anche al fine di garantire più efficacemente i loro diritti. Difendiamo e difenderemo gli immigrati che arrivano regolarmente sul nostro territorio, lavorano e si inseriscono nelle nostre comunità rispettandone le leggi e dando un contributo decisivo allo sviluppo”.
“Ma per garantirne l’indispensabile integrazione dobbiamo non solo combattere con severa determinazione le forme più odiose di sfruttamento legate al traffico di esseri umani, perpetrate da scafisti privi di scrupoli, ma anche riorganizzare e rendere efficiente il sistema dell’accoglienza, assicurando trasparenza sull’utilizzo dei fondi pubblici ed eliminando ogni forma di infiltrazione della criminalità organizzata”.
“Ove non ricorrano i presupposti di legge per la loro permanenza, ci adopereremo al fine di rendere effettive le procedure di rimpatrio e ci adopereremo affinché anche in sede europea tutti i Paesi terzi che vorranno stringere accordi di cooperazione con un Paese membro dell’Unione acceda alla sottoscrizione di accordi bilaterali di gestione dei flussi migratori”.
“Non siamo affatto insensibili. Una riflessione merita la vicenda tragica e inquietante occorsa qualche giorno or sono. Sacko Soumayla è stato ucciso con un colpo di fucile: era uno tra i mille braccianti, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni in questo paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano al di sotto della soglia della dignità. A lui e ai suoi familiari va il nostro commosso pensiero. Ma questo non basta. La politica deve farsi carico del dramma di queste persone e garantire percorsi di legalità, che costituiscono la stella polare di questo programma di governo”.
“Il nostro sistema tributario è datato e non rispecchia più l’attuale realtà socio-economica”.
“Le grandi società, che operano nello spazio transazionale, riescono a nascondere le loro ricchezze nei paradisi artificiali, mentre le piccole aziende e i piccoli contribuenti rimangono schiacciati da un’elevata pressione fiscale”.
“Ha ragione Kotler: occorre ripensare il capitalismo”.
Nel frattempo, “ci ripromettiamo di introdurre misure rivoluzionarie che conducano a una integrale revisione del sistema impositivo dei redditi delle persone fisiche e delle imprese. La nostra pressione fiscale, unita a un eccesso di burocrazia, infatti, incidono negativamente sulla qualità del rapporto tributario tra lo Stato e i contribuenti, nonché sulla competitività del nostro Paese”.
È “necessario rifondare il rapporto tra Stato e contribuenti, all’insegna della buona fede e della reciproca collaborazione tra le parti”.
“Ma un concetto deve essere qui ribadito con assoluta chiarezza: occorre inasprire l’esistente quadro sanzionatorio amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i grandi evasori”.
“Il documento di economia e finanza già deliberato prevede una contrazione della spesa sanitaria. Sarà compito di questo Governo invertire questa tendenza per garantire la necessaria equità nell’accesso alle cure”.
Il presidente del consiglio aggiunge che “le differenze socioeconomiche non possono, non devono risultare discriminanti ai fini della tutela della salute per i cittadini del nostro Paese. Perseguiremo una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi, sia in ordine ai volumi, alla qualità e agli esiti delle cure, sia in ordine alla gestione dei conti”.
Il Governo “lavorerà d’intesa con le regioni e le province autonome per implementare modelli organizzativi più efficaci, in grado di garantire una corretta presa in carico dei pazienti, favorendo la promozione e la prevenzione della salute attraverso l’integrazione dei servizi socio-sanitari oltre che il potenziamento della medicina del territorio”.
“Vogliamo ottenere la riduzione dei tempi delle liste d’attesa e vogliamo che le nomine apicali delle strutture manageriali nel mondo della sanità avvenga in base a criteri esclusivamente meritocratici, rigorosamente al riparo da indebite influenze politiche”.
“La società del domani sarà sempre più caratterizzata da Internet: uno spazio pubblico infinito, che facilita la produzione e l’accesso alla conoscenza, crea opportunità di innovazione, riduce la distanza tra i cittadini e i luoghi della democrazia e aumenta la trasparenza dei processi decisionali”.
“Siamo però consapevoli che la direzione verso cui questo progresso tecnologico si sviluppa non è neutra. Dobbiamo far si’ che questa direzione di sviluppo sia pienamente compatibile con la tutela dei diritti fondamentali della persona e con le esigenze della collettività. Dobbiamo rafforzare alcune garanzie, giuridiche e istituzionali, in modo da consentire la definitiva affermazione della cittadinanza digitale”.
“Vorrei ricordare, in particolare, il contributo al miglioramento della qualità della vita offerto dalla pratica sportiva e assicurato dalle esperienze di volontariato, attraverso migliaia di piccole associazioni sportive dilettantistiche. E’ questa una dimensione del mondo dello sport che intendiamo tutelare e valorizzare”.
“Dobbiamo ridare slancio agli appalti pubblici, che possono diventare una leva fondamentale della politica economica del Paese, garantendo sviluppo sostenibile e aumento dell’occupazione”.
“Negli ultimi anni questo settore sta attraversando una fase di arresto, determinata per buona parte anche dalle incertezze interpretative e da talune rigidità generate dal nuovo codice dei contratti pubblici”.
Secondo il presidente del Consiglio “dobbiamo superare il formalismo fine a se stesso che ancora domina largamente la disciplina degli appalti, poiché la forma non può essere scambiata per legalità: troppo spesso gare formalmente perfette nascondono corruzione e non impediscono la cattiva esecuzione”.
“Il Governo presterà la dovuta attenzione anche alle legittime istanze che verranno dai Parlamentari eletti all’estero. Abbiamo già iniziato a meditare sulle criticità del sistema di voto all’estero e sulla necessità di introdurre misure adeguate a prevenire il rischio che alle votazioni si accompagnino brogli”.
“Saremo disponibili anche a valutare, in corso d’opera, l’apporto di gruppi parlamentari che vorranno condividere il nostro cammino e, se del caso, aderire successivamente al contratto di governo, offrendo un apporto più stabile alla realizzazione del nostro programma”.
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