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A 30 anni dal genocidio in Ruanda, Macron ammette le responsabilità di Parigi: “Avremmo potuto fermarlo”

I media francesi hanno anticipato le parole che il presidente pronuncerà in un video-messaggio che sarà diffuso nel fine-settimana

Pubblicato:05-04-2024 10:56
Ultimo aggiornamento:06-04-2024 19:12

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ROMA – La Francia “avrebbe potuto fermare il genocidio” ma “non ne ebbe la volontà”: parole, queste, che il presidente Emmanuel Macron pronuncerà in un video-messaggio che sarà diffuso nel fine-settimana, nel trentennale dell’inizio delle uccisioni in Ruanda. I contenuti della comunicazione sono stati anticipati dai media di Parigi, che hanno citato fonti dell’Eliseo. Secondo l’emittente Radio France Internationale (Rfi), il video sarà pubblicato sulle reti sociali. Macron aveva già riconosciuto nel 2021 la “responsabilità” di Parigi. Nel corso di cento giorni, a partire dal 7 aprile 1994, in Ruanda furono uccise almeno 800mila persone, perlopiù appartenenti alla minoranza tutsi ma anche donne e uomini contrari alle violenze che appartenevano alla comunità hutu.

Le fonti dell’Eliseo hanno aggiunto: “Il capo di Stato ricorderà in particolare che quando cominciò la fase dello sterminio totale contro i tutsi la comunità internazionale aveva i mezzi di sapere e di agire perché conosceva i genocidi rivelati dai superstiti armeni e della Shoah, ma che la Francia, che avrebbe potuto fermare il genocidio con i suoi alleati occidentali e africani, non ne ebbe la volontà”. Nel 1994 la Missione delle Nazioni Unite per l’assistenza al Ruanda (Minuar) ritirò circa il 90 per cento dei suoi peacekeeper due settimane dopo l’inizio delle uccisioni. A innescare le violenze fu un attentato avvenuto la sera del 6 aprile 1994. Nei pressi dell’aeroporto di Kigali un missile abbattè il Falcon 50 francese a bordo del quale viaggiavano il presidente ruandese Juvenal Habyarimana, un dirigente hutu, e il suo omologo del Burundi Cyprien Ntaryamira. Secondo lo storico Marcel Kabanda, presidente dell’associazione dei sopravvissuti Ibuka France, pure citato da Rfi, il messaggio di Macron è “molto importante”. Lo studioso ha però aggiunto che Parigi dovrebbe spingersi oltre, presentando le proprie scuse alle vittime del genocidio.


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