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Migranti, Di Maio presenta il decreto ‘rimpatri sicuri’: “Velocizziamo i tempi, ma la Libia non è un paese sicuro”

Il ministro degli Esteri attacca anche l'ex collega di govero Matteo Salvini: "Nei 14 mesi precedenti nulla è stato fatto sui rimpatri"

Pubblicato:04-10-2019 10:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:47

luigi di maio
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ROMA – “Il decreto ‘rimpatri sicuri’ si occuperà degli sbarchi di ogni tipo, dalle ong – il 10% – ai barchini, avviando un meccanismo di rimpatrio che durerà da due anni a quattro mesi. In Italia siamo all’anno zero sui meccanismi dei rimpatri, nulla è stato fatto negli ultimi 14 mesi e il primo step è stato fissare una nuova lista di Paesi sicuri”. Così il ministro degli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, annunciando in conferenza stampa in Farnesina la firma del decreto ministeriale sui migranti insieme al titolare della Giustizia Alfonso Bonafede.

“I Paesi per i quali si velocizzano i rimpatri – ha specificato Di Maio – sono: Algeria, Marocco, Tunisia, oltre a Senegal, Ghana, Capo Verde, poi Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Ucraina”.

Di Maio ha spiegato così la scelta: “Su 7.117 arrivi del 2019 oltre un terzo appartiene a questi Paesi. Anche per queste persone si deve attendere due anni ed è anche questo che rallenta i rimpatri”.


Secondo il ministro, questo decreto, firmato anche dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, aumenta la consapevolezza che “chi sta qui, deve stare qui. Se non puoi, devi tornare indietro, a meno di notizie di persecuzioni e violazioni”.

Si tratta “di un primo step” ha detto Di Maio. “Nei prossimi giorni implementiamo il Fondo rimpatri volontari, che dovrà superare i 50 milioni di euro, che serve come base agli accordi coi Paesi terzi” che manifestano “la volontà di rimpatriare”. Un fondo, proposto inizialmente dal Movimento 5 Stelle, da “potenziare nella prossima agenda di bilancio”.

Secondo Di Maio, “con Marocco e Tunisia l’obiettivo è rafforzare o ratificare nuovi raccordi per accelerare i rimpatri”. Il ministro ha annunciato due viaggi in entrambi i Paesi: con Rabat “c’è un accordo da ratificare”, con Tunisi “lo rafforzeremo” e inoltre “approfondiremo le relazioni in quei Paesi”.

Infine Di Maio ha spiegato che si lavorerà con la Cooperazione allo sviluppo per fermare le partenze. Il ministro ha concluso dichiarando di non essere d’accordo col meccanismo dei ricollocamenti: “Io non penso che la redistribuzione sia la soluzione, è un meccanismo che aiuta come Europa non come Italia. Per le regole europee, accogliamo chi ha bisogno di aiuto. Gli altri saranno rinviati nei Paesi, in sicurezza. Se in un Paese di origine si viene a sapere che non solo puoi arrivare in italia, ma con la redistribuzione puoi arrivare in Francia, è chiaro che si crea un fattore di pull-factor”.

DI MAIO: RIMPATRI SOLO IN PAESI SICURI, NON IN LIBIA

“I Paesi che figurano in questo decreto sono stati individuati dal lavoro congiunto del ministero degli Esteri, dell’Interno e della Giustizia”. Cosi ai giornalisti il ministro degli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, rispondendo a una domanda sul fatto che Libia ed Egitto non compaiono nella lista dei Paesi indicati dal decreto “rimpatri sicuri”.

“La Libia è una grande preoccupazione per l’Italia” ha aggiunto Di Maio. “La Farnesina sta lavorando alla conferenza di Berlino e, come all’Assemblea dell’Onu di New York, abbiamo ribadito che se non coinvolgiamo Paesi vicini come Tunisia e Algeria, che subiscono gli effetti dell’instabilità libica, sará difficile trovare una soluzione alla crisi”.

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