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FOTO | Al via reportage DireDonne dalla missione Kfor in Kosovo

L'agenzia Direpartecipa ad un media tour di dieci giorni, tra Pec, Pristina e Mitrovica per far conoscere da vicino il cuore della missione Kfor.

Pubblicato:04-02-2020 18:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:56
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PEC (Kosovo) –  È a bordo di un C130J, il ‘Super Hercules’, re storico dei voli militari, che, questa mattina, alcuni giornalisti italiani hanno raggiunto Pristina, per essere poi trasferiti e scortati dalle Forze Armate nel ‘Regional Command West’, comandato dal Colonnello dell’Esercito Natale Gatti, e dislocato nella base ‘Villaggio Italia’ nei pressi della città di Pec. Un tour che arriva a poche ore dal raggiunto accordo di coalizione che ha messo in piedi un governo tra la Lega Democratica del Kosovo e il Movimento Vetevendosje, le due forze politiche del Kosovo che dalle elezioni erano uscite in una quasi parità e senza una maggioranza per governare.







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Sarà un media tour di dieci giorni, tra Pec, Pristina e Mitrovica, a far conoscere da vicino il cuore della missione KFOR, dispiegata in Kosovo dal 1999 e sotto egida NATO, che conta un contingente di 3.500 militari. La base ‘Villaggio Italia’, cinta da una corona di montagne altissime, le cui vette restano spesso avvolte dalla nebbia dell’inverno, come anche oggi, si stende su un pendio a 690 metri sul livello del mare, lungo un perimetro di 3.400 metri e ospita circa 650 militari provenienti da diverse nazioni, con una percentuale di donne pari al 5% del totale, alcune di loro impegnate nelle attività di collegamento tra KFOR, la popolazione e le istituzioni locali attraverso i Liaison and Monitoring Team che assicurano questo costante contatto.

A Pec, infatti, sono presenti, oltre agli italiani, militari dalla Polonia, Slovenia, Turchia ed extra NATO da Austria, Moldavia e Svizzera. Diverse le tappe previste, eccone solo alcune: a Istok, in visita al Monastero di Decane, a Pristina per conoscere da vicino ruoli e compiti della figura del Gender Advisor, nata per recepire sempre meglio la direttiva ONU su ‘Donne, pace e sicurezza’. Da settembre 2013 è l’Italia al comando dell’intera missione KFOR che nel corso del tempo ha visto una progressiva riduzione della presenza militare a vantaggio di un’azione deterrente che mantenga l’ambiente sicuro. Gli anni della guerra sono lontani, ma da Pristina verso Pec, lungo le strade, resistono grattate dal tempo quelle case, ormai ruderi abbandonati, dove i serbi non sono più tornati.

Le bandiere del Kosovo spiccano issate su alcuni tetti. E quel conflitto tra due popoli, i profughi e i nazionalismi, che oggi sembra essersi trasferito sul piano economico e nella guerra dei dazi non ha ancora chiuso tutti i conti con la storia. Fino ad allora a sorvegliare e a supportare la ripresa del dialogo tra Pristina e Belgrado ci sarà la missione KFOR.

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