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Pino Aprile: “Salvini fa la secessione con i voti del M5s”

Pino Aprile, giornalista, scrittore, intellettuale di riferimento del movimento meridionalista, intervistato dall'agenzia Dire.

Pubblicato:03-12-2018 15:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:51

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ROMA – “La Lega e’ il partito piu’ impresentabile della politica italiana. Basti pensare che il suo presidente, Bossi, ha una mezza dozzina di condanne. Ciononostante lo hanno fatto eleggere senatore: addirittura il detentore del codice morale. Eppure ora sono tutti indignati per la carriola del papa’ di Di Maio. Come mai? Non e’ che forse dietro queste polemiche c’e’ la manina di quella imprenditoria del nord che possiede i mezzi di comunicazione? Vogliono tutto il potere nelle loro mani. Vogliono cacciare questi ‘morti di fame’, questi ‘terroni’ di Cinque stelle”. Pino Aprile, giornalista, scrittore, intellettuale di riferimento del movimento meridionalista, in un’intervista all’agenzia Dire, da’ una lettura ‘da Sud’ delle dinamiche di governo: i contrasti tra Lega e M5s, l’ipotesi di una Lega Nazionale, il caso Di Maio.

Il vicepremier M5s deve fare un passo indietro?

“Diciamo piuttosto che Di Maio lo stanno spingendo indietro. Sia chiaro: non e’ bellissimo quello che viene fuori. Ma e’ piu’ che sospetta questa indignazione da parte di chi perdona a Salvini non solo la condanna personale, ma l’essere capo di un partito che ne ha combinate di tutti i colori, dai diamanti in Tanzania ai milioni del finanziamento pubblico. Uno che e’ stato costretto a denunciare i ladri del suo partito, ed ha scelto di denunciare la ‘cameriera’ Belsito e non il ‘padre nobile’ Bossi”.


Con il progetto di una Lega Nazionale, Salvini si propone come leader di maggioranza anche al sud.

“E’ una colossale operazione di fumo negli occhi. Una presa in giro: basti dire che faranno due tesseramenti, uno al sud e uno al nord. Per capirsi- spiega lo scrittore- l’ideologo è Borghezio, quando consigliava ai neonazisti di radicarsi prima nelle regioni per poi diventare formazione piu’ ampia. La Lega nazionale è un modo furbissimo, da prestigiatore, di realizzare la secessione coi voti del Sud. Perché da sola la Lega nel mezzogiorno prende meno voti di quanti ne abbia presi, da sempre, l’estrema destra. I leghisti realizzano la secessione e scappano con tutta la cassa. E lo fanno coi voti dei Cinque stelle. Questo avverrebbe con il varo dell’Autonomia regionale a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, prima di definire il costo dei livelli essenziali delle prestazioni, i Lep, da assicurare a tutti i cittadini italiani. Contro la Secessione dei ricchi, decine di docenti universitari hanno lanciato un appello firmato da quasi 14mila persone, ai presidenti della Repubblica e delle Camere. Se l’Autonomia passa prima dei Lep, il M5S dà il via alla Secessione e all’ultimo saccheggio del Sud. C’è una rivolta in atto. Ignorarla può essere la loro fine”.

Sbagliano, dunque, gli elettori meridionali che votano Lega. E i Cinque stelle, non dovrebbero prendere le distanze anche loro da un progetto di questo tipo?

“Salvini è sempre quello che cantava ‘Napoli colera’. E Calderoli l’uomo che la definiva “una fogna da derattizzare”, infame citazione di Goebbels. Gente da prendere a calci in culo e invece sono ancora li’. Chi vuole votare i suoi carnefici faccia pure. Sarebbe un caso da psicologia sociale, ipnosi da subordinazione. Schiavi da cortile”. Quanto ai Cinque stelle, aggiunge Pino Aprile, “il Sud lo stanno svendendo. Anzi lo stanno regalando. Alcuni in malafede, la gran parte in buonafede. A livello locale ci sono esperienze eccezionali, da salvaguardare. Gente che si sacrifica, che studia. Anche a Roma ce ne sono, ma non riescono a orientare il movimento. Il rischio allora e’ di buttare il bambino con l’acqua sporca. Perche’ il M5s e’ l’espressione del malessere di tutto il Sud”.

Ci sono le condizioni per una nuova rappresentanza, per un partito del Sud?

“Con i cinque Stelle per la prima volta il Sud si esprime come soggetto politico unico. Facciamo un passo indietro: Peggio di Renzi e Gentiloni non c’e’ stato nessuno. Sono arrivati a sputare in faccia al Sud. Ricordo Delrio dire che i geologi stavano ancora studiando il territorio per capire dove e come fare le ferrovie… Ricordo i festeggiamenti per la conclusione della Salerno-Reggio Calabria, mentre due mesi dopo c’erano ancora 70 chilometri da appaltare e la gente moriva nei frontali a senso alternato… Gentaglia. Coi Cinque stelle succede quello che non era mai successo prima. Il Sud si esprime come soggetto politico unitario. Quello e’ il dato politico vero. Al sud c’e’ la possibilita’ di creare un’alternativa all’esistente”.

In che forma? Molti guardano a Mimmo Lucano.

“Al Sud gli elettori vogliono un cambiamento subito. Non sono piu’ disposti ad attendere la lunga marcia. Io non sono interessato a una carriera politica. Sono contento di fare quello che faccio, il giornalista, lo scrittore. Ma con alcuni amici ho delineato una possibile piattaforma che chiamiamo “il popolo delle formiche”. Una metafora che ci serve per ricordare che il potere e’ l’elefante. E puo’ essere sconfitto dalle formiche, troppo piccole per poter essere calpestate. Tommaso Fiore per rispondere a chi gli chiedeva come avessero fatto i pugliesi a trasformare la Murgia in un giardino, diceva che quel che avrebbe spaventato un popolo dei giganti, e’ riuscito a un popolo di formiche. Il Sud preso come entita’ astratta ha troppo poco potere per sconfiggere i suoi predatori. Ma le formiche possono farlo, logorando il potere dall’interno. Possono riuscirci quelle sempre piu’ numerose iniziative di consapevolezza e impegno che stanno nascendo nei territori. Si coordinano tra loro in un formicaio, in cui tutti restano quello che sono, ma tutti marciano nella stessa direzione”. Quanto a Mimmo Lucano “e’ un amico. Forse convergera’ nel progetto di De Magistris. Un altro progetto, ma poco importa. Siamo lo stesso popolo”.

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