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Ucraina, Santoro: “Nessun Paese Nato è attaccato, sono balle per giustificare un provvedimento difensivo”

Al termine dello spettacolo teatrale andato in scena a Roma, il giornalista Santoro si è fermato con i giornalisti per ribadire la sua contrarietà all'invio di armi in Ucraina

Pubblicato:03-05-2022 10:46
Ultimo aggiornamento:03-05-2022 13:53
Autore:

michele santoro
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ROMA – “L’invasione dell’Ucraina è responsabilità di Vladimir Putin, ma c’è tutta un’altra serie di responsabilità, e l’Europa poteva evitare questa guerra. Si è fatto finta di non vedere che gli accordi non venivano rispettati: la gente lo sa che sette giorni prima dello scoppio della guerra c’è stato un bombardamento nel Donbass, o lo sa che un anno fa c’è stato un decreto per riconquistare la Crimea?”. Al termine del suo spettacolo ‘La pace proibita’ al Teatro Ghione di Roma, il giornalista Michele Santoro si è intrattenuto a lungo con i giornalisti che lo attendevano in via delle Fornaci e ha risposto alle numerose domande sulla scelta di andare in scena con artisti ed esperti che lo hanno accompagnato sul palco per due ore intense per criticare la scelta di armare il popolo ucraino e analizzare tutte le responsabilità della guerra. Alla Dire sui patti che ci legano agli alleati ha puntualizzato: “Il nostro intervento sarebbe stato giustificato se uno dei nostri Paesi fosse stato minacciato, per questo ci raccontano che Putin non riesce a conquistare l’Ucraina, e quindi arriverà in Polonia, e poi a Berlino, sono balle per giustificare un provvedimento difensivo, nessun Paese della Nato è attaccato“.

E sul dibattito ‘mainstream’ ha aggiunto: “Abbiamo dovuto sopportare insulti mostruosi, siamo stati accostati ai fascisti dal giornale più importante che c’è nel Paese. Io dialogo con quelli che pensano che le armi possano essere una soluzione perché sono convinto che arrivino alle loro conclusioni attraverso dei dubbi, io arrivo attraverso dei dubbi a delle conclusioni opposte”.

Santoro ha parlato chiaro sull’azione di Putin: “Ha fatto peggio, è entrato con i carri armati. Io sono più filoamericano di te- ha risposto a un giornalista- ma non sono filoamericano rispetto al comportamento armato degli americani che hanno disseminato il mondo di guerre senza risultati. A me piace la cultura americana” ha detto con un sorriso, ma con una posizione ferma sulla necessità della pace.


“Siamo un piccolo Paese quanto alle armi, ma siamo la sede del Papato e se non avessimo accreditato questa corsa alle armi noi giocheremmo un ruolo internazionale di primo piano invece siamo stati gli ultimi dietro alle forze armate americane. Draghi andrà negli Stati Uniti, ma non avrà alcuna capacità di giocare un ruolo sulla scena internazionale”, ha sottolineato.

Non ci sta Santoro a passare per un amico di Putin: “A 18 anni protestavo contro i carroarmati in Cecoslovacchia, essere accostato a un filoputin è per me insopportabile. Zelensky ha violato gli accordi di Minsk, non ha concesso l’autonomia alla regione del Donbass, l’aver accreditato la proibizione uso ufficiale lingua russa, in Europa- ha ricordato- il rispetto del bilinguismo è principio sacro”.
Se Draghi debba riferire in Parlamento ha risposto: “C’è un Parlamento, ci sono i partiti?”. Quanto alle prospettive sui negoziati e alla domanda se secondo lui Putin si siederebbe al tavolo ha chiosato: “Sì, magari ci si siede, ma un po’ distante dagli altri”.

In conclusione, ma dalla platea venuta per lo spettacolo di Santoro nascerà un movimento? O addirittura un partito? “E’ un inizio, questa serata è stata autofinanziata con 1.500 persone amiche, non credo che tanti riuscirebbero a metterlo in piedi. Più di così non potevamo fare. Intanto- ha chiosato- le tante voci di dissenso si sono potute raccogliere”.

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