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L’ANP Puglia dice sì al dimensionamento scolastico: “È una norma sacrosanta”

Roberto Romito dell'Associazione Nazionale Presidi: "l'opinione pubblica è stata deviata da affermazioni non vere: le scuole non chiuderanno"

Pubblicato:02-11-2023 17:11
Ultimo aggiornamento:02-11-2023 17:14
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scuola aula alunni
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BARI – Da una parte ci sono sindacati come la Flc Cgil, che chiede al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di ritirare il decreto sul dimensionamento e parla di un “completo stravolgimento della rete scolastica in particolare nelle regioni del Sud Italia“. Dall’altra c’è l’Associazione Nazionale Presidi con una voce che viene dal Meridione, dalla Puglia, che si dice a favorevole rispetto a una “norma sacrosanta“.

Ad affrontare il tema con la Dire è Roberto Romito, presidente Anp Puglia: “siamo a favore della legge tout court”, dice, evidenziando che “l’opinione pubblica è stata deviata da affermazioni non vere, come il fatto che si chiudono le scuole. Non è così. Le scuole rimangono lì dove sono, i docenti pure, si tratta di un accorpamento di uffici”.

LA DECISIONE DEL TAR CAMPANIA

Il piano di dimensionamento scolastico è al momento sospeso in Campania a seguito della decisione del Tar che ha accolto un ricorso presentato dalla Regione dopo una lunga battaglia promossa dal governatore Vincenzo De Luca contro una “scellerata decisione del governo di tagliare scuole, risorse e personale scolastico in Campania”, in particolare con una riduzione di autonomie scolastiche “da 965 a 839”. E proprio il Sud sarebbe il territorio maggiormente interessato, con un 70% di accorpamenti concentrati nel Mezzogiorno. Ora la parola passa alla Corte costituzionale a cui sono stati rimessi gli atti.


“Speriamo che tutto ciò non introduca variabili e ritardi nell’applicazione di una norma sacrosanta – è il commento di Romito -. C’è stata una sospensione di giudizio che il Tar ha fatto rispetto a un ricorso promosso – non so da chi – avverso il decreto ministeriale che attua la legge. Il Tar, nell’esercizio delle sue potestà, l’ha rimessa alla valutazione della Corte costituzione. Il Tribunale Amministrativo Regionale non poteva far altro che fare quello che ha fatto”.

LA SITUAZIONE IN PUGLIA

La Puglia è un’altra delle Regioni che hanno presentato ricorso contro il decreto interministeriale sul dimensionamento, iniziativa fortemente voluta dall’assessore all’Istruzione Sebastiano Leo e dai sindacati, ma accolta invece negativamente dall’Anp. “Se l’assessore non attuasse il piano di dimensionamento verrebbe un commissario ad acta del ministero che dovrebbe occuparsi di questo specifico aspetto, cioè di fare una cosa che dovrebbe fare la Regione”, dice il numero uno dell’associazione.

Ma quali saranno gli effetti del dimensionamento in Puglia? “È stato determinato l’organico dei dirigenti nel numero di 569 per l’anno scolastico 2024/2025. Adesso – prosegue il presidente dell’Anp – i dirigenti sono 571, due di più, e l’anno prossimo ne vanno in pensione 20. Questi sono dati ministeriali, ci dicono che avremo 18 posti da colmare. Insomma, non c’è nessun problema legato al dimensionamento, anzi. Il discorso è legato al fatto che con questa nuova legge sparisce la divisione tra scuola dimensionata e sottodimensionata. Questo è un enorme vantaggio”.

Inoltre “fino ad ora le scuole sono state date in reggenza, cioè c’è un dirigente con due scuole, ora invece le reggenze spariscono. Tutto diventa più razionale e semplice. Comunque, aspetteremo la data del 21 novembre e vedremo le decisioni della Corte costituzionale”.

Ma cosa accade nei territori delle aree interne? Quelli a rischio spopolamento? “Le scuole si possono salvaguardare. Oggi le aree a rischio spopolamento hanno la scuola in reggenza, invece avranno una scuola con un dirigente stabile. Anche se ovviamente la scuola si estende su due o tre sedi comunali, ma – conclude Romito – questo è un problema legato alla distribuzione geografica del territorio, il ministero non c’entra. Le scuole restano in piedi fino a che ci sono gli studenti e se c’è un tema da affrontare è quello del calo demografico”.

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