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De Luca: “Combatteremo fino alla fine contro la riforma Valditara”

"Sul mondo della scuola siamo di fronte a un tentativo di tagliare risorse e personale alle regioni del Sud", ha detto il presidente della Regione Campania

Pubblicato:15-06-2023 15:56
Ultimo aggiornamento:15-06-2023 16:02

scuola de luca
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NAPOLI – “Sul mondo della scuola, come sulla sanità, siamo di fronte a un tentativo di tagliare risorse e personale alle regioni del Sud. Il tentativo di riforma proposto dal governo Meloni significa per il Sud tagliare classi, tagliare docenti e personale non docente. La posizione della Campania è che non solo non intendiamo accettare alcuna riduzione di classi, scuole, personale, ma che bisogna dare ancora più risorse per le scuole del Sud per contrastare la dispersione scolastica e per fare in modo che le nuove generazioni possano essere educate perché se crolla anche la scuola sarà difficile avere rapporti con nuove generazioni. Non si parla più in Italia di scuola pubblica e sanità pubblica, questi del Governo hanno in testa altri modelli privati. La scuola pubblica è essenziale per garantire il livello di civiltà e unità nazionale. Combatteremo fino alla fine contro questa ipotesi di modifica proposta dal ministro Valditara“. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine dell’evento ‘Quale dimensionamento scolastico per la Campania’.

Secondo i numeri presentati dall’assessora regionale alla Scuola Lucia Fortini, tra gli effetti della riforma ci sarebbe una riduzione di 120 istituti in totale in tutta la Campania che passerebbe dagli attuali 959 a 839. Nel dettaglio: -18 per la provincia di Avellino, -16 per Benevento, -9 per Caserta, -36 per Napoli e -41 per Salerno.

Provate a immaginare – ha avvertito De Luca – che cosa significherebbe in Italia il programma scolastico orientato dalla Lega Nord, avremmo un controrisorgimento e questo non va bene. La scuola pubblica è essenziale anche da questo punto di vista della difesa dell’unità nazionale e del sentimento di patria. Lo vorrei dire agli amici di Fratelli d’Italia che parlano della nazione ogni 20 secondi, anche a sproposito, quando si parla di territori è meglio parlare del Paese non della nazione. Questo è un modo per difendere un sentimento nazionale. La scuola pubblica non va sopportata, ma valorizzata perché abbiamo i docenti in Italia che sono i peggio pagati d’Europa e a volte aggrediti dai familiari degli alunni, dagli stessi alunni: quello che avviene nella scuola pubblica è inimmaginabile in un paese come il Giappone, la Germania o la Francia. Docenti che vengono lasciati a volte allo sbando: allora preoccupiamoci di questo, di valorizzare i docenti e mantenere le risorse, anzi potenziarle“.


Il governatore, nel corso del suo intervento, ha anche ironizzato: “Sulla riforma della scuola comincio a essere ottimista pensando a quello che faceva il governo Renzi, l’algoritmo. A Roma un imbecille inventò un algoritmo: prendevano insegnanti da Napoli, di 50 anni con tre figli, e li mandavano a Bolzano. Ma si può essere così imbecilli?“.

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