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Il ministro Cingolani apre al nucleare. Critiche da Pd, M5S e Sinistra Italiana

Il titolare della Transizione ecologica attacca gli "ambientalisti radical chic, oltranzisti e ideologici" e dichiara che "è da folli non considerare il nucleare"

Pubblicato:02-09-2021 15:53
Ultimo aggiornamento:02-09-2021 15:53

roberto cingolani nucleare
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ROMA – “Ho in programma un incontro per il 14 settembre con il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, per un chiarimento sui progetti e le politiche per l’ambiente e la transizione ecologica, anche alla luce delle recenti dichiarazioni pronunciate a un evento organizzato da Italia viva”. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ‘convoca’ il titolare del Mite dopo le sue dichiarazioni di ieri. Cingolani aveva parlato di “ambientalisti radical chic” e “ambientalisti oltranzisti, ideologici” che “sono peggio della catastrofe climatica”, aggiungendo che è “da folli non considerare” la tecnologia nucleare ora che “si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante”.

PD: “POLEMICA SBAGLIATA, LA POLITICA SIA ALL’ALTEZZA DELLA CRISI CLIMATICA”

Ma le parole del ministro non sono piaciute nemmeno al Partito democratico. Marco Furfaro e Nicola Oddati, della direzione nazionale dem, parlano di “una polemica sbagliata, che distoglie dal vero problema della politica italiana: un vero piano, coraggioso e innovativo, lontano dalla tutela dei soliti noti, di transizione ecologica del sistema economico e sociale del Paese”.


“C’è un Pianeta che sta scoppiando a causa dei cambiamenti climatici e – aggiungono i due esponenti democratici – la politica, anche quella italiana, non è per niente all’altezza. Morti, posti di lavori che se ne vanno, ambiente distrutto. Quali sono le risposte a tutto questo? La conservazione delle rendite che hanno portato a questo disastro? Le polemiche con gli ambientalisti? Forse è il caso di ricordare al ministro che la transizione ecologica non è uno slogan sul quale dibattere nei convegni, ma una politica strutturale, una visione d’insieme, un nuovo modello di sviluppo che coinvolge tutti i settori e comporta il coraggio di politici che sappiano guardare tra qua e vent’anni”.


Per Furfaro e Oddati, invece, “assistiamo a una conservazione delle solite politiche già fallite in passato: il ritorno alle trivellazioni, nessun piano per la decarbonizzazione dell’ex Ilva, poco rilievo a alle imprese che investono in energie pulite, nessuna messa in discussione dei soldi pubblici dati a chi utilizza fonti fossili. Si torna a parlare di nucleare, il che fa emergere esattamente il contrario di quanto denunciato verso gli ambientalisti dal ministro, cioè una scarsa conoscenza del tema”.


Sul nucleare, concludono i due esponenti della direzione nazionale del Pd, “nessuno ha pregiudizi ma ad oggi non esistono centrali sicure e nemmeno convenienti dal punto di vista economico. Altra cosa è la ricerca, da incentivare. Ma qui ed ora serve un piano per la transizione ecologica che abbia coraggio, innovazione e colga la sfida. Questo ci aspettiamo dal governo, il resto non serve al Paese”.

FRATOIANNI: “DA CINGOLANI PAROLE INCREDIBILI E AVVILENTI”

“Il mondo è pieno di ambientalisti radical chic ed è pieno di ambientalisti oltranzisti, ideologici, loro sono peggio della catastrofe climatica. Queste non sono le parole di un Salvini qualunque, ma del Ministro della Transizione Ecologica Cingolani, dal palco della scuola politica di Renzi. Incredibile”. Lo afferma Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana. “Dopo mesi di chiacchiere e propaganda l’Italia non ha ancora un piano per contrastare l’emergenza climatica – prosegue l’esponente dell’opposizione di sinistra -, eppure il ministro trova il tempo di attaccare gli ambientalisti e dire che non dobbiamo ridurre le nostre emissioni ‘troppo velocemente’, ed evoca addirittura il nucleare. Davvero avvilente. Tutto il contrario di ciò che servirebbe – prosegue Fratoianni – dobbiamo ridurre drasticamente le nostre emissioni e il nostro impatto sul Pianeta, dobbiamo farlo ora e dev’essere lo Stato a garantire che il prezzo di questa trasformazione necessaria non cada sulle spalle dei più deboli. E questo dovrebbe essere letteralmente il lavoro del ministro Cingolani”.

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