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Cingolani: “Gli stoccaggi vanno bene, dall’Europa mi aspetto un tetto sul prezzo del gas entro settembre”

Il ministro Cingolani annuncia per la prossima settimana un provvedimento per fornire gas a prezzo controllato alle aziende

Pubblicato:12-09-2022 12:59
Ultimo aggiornamento:13-09-2022 09:34

cingolani
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ROMA – Con il riempimento degli stoccaggi gas “siamo all’84-85%, come noto dobbiamo arrivare al 90% a ottobre, siamo anche leggermente in anticipo, certo con costi alti ma sugli stoccaggi andiamo bene”. Lo dice a Radio24 Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica.

“MI ASPETTO PROPOSTA UE SU PREZZO GAS ENTRO SETTEMBRE”

Per la proposta europea su un tetto al prezzo del gas alla ministeriale energia “il mandato dei 27 è per un paio di settimane, noi ci aspettiamo arrivi entro settembre“. Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, lo dice a Radio24. “Già ieri è arrivata la chiamata ai gruppi di esperti, incluso quello italiano, perché la Commissione vuole ragionare sulla proposta da fare”, riferisce Cingolani, “la chiamata di ieri dimostra che il lavoro è già in corso”.

Dunque “nei prossimi giorni usciranno le proposte. una dopo l’altra”, spiega il titolare del MiTE, “il mandato alla Commissione è di fare entro settembre una proposta”.


Ecco, valutando l’esito della ministeriale energia “se non è questo un successo mi spieghino cosa è un successo”, dice Cingolani, oltretutto per approvare la proposta “non serve l’unanimità ma visto che alcuni paesi hanno posizioni particolari si è deciso che si andrà a maggioranza qualificata” e, ribadisce, “il mancato dato alla Commisisone per fare la sua proposta è per settembre”.

“LA SETTIMANA PROSSIMA PROVVEDIMENTO GAS PREZZI CONTROLLATI”

“Intendo presentare per la settimana prossima un provvedimento molto chiaro nel quale si chiede di dare una certa quantità di gas alle aziende a un prezzo controllato. Trattandosi di aziende e non di onlus non si può chiedere loro di fare un regalo o darlo a prezzi scontati, si tratta di società che devono rispondere ad azionisti, quindi stiamo contestualmente pensando di consentire l’estrazione di 4-5 milioni di metri cubi su giacimenti esistenti, senza intaccare l’Alto Adriatico che è problematico per vari motivi, in modo da dare un aiuto, afferma ancora Cingolani.

Si tratta di un provvedimento “che voglio portare la settimana prossima in Consiglio dei ministri”, spiega Cingolani, “poi si deve votare in Parlamento, e se qualcuno vota contro lo dovrà spiegare alle aziende”.
Escluso l’Alto Adriatico, quindi, le aree candidate a una maggiore estrazione di metano sono il Medio Adriatico, il Canale di Sicilia, spiega il titolare del MiTE, ma “a una certa distanza dalle coste e in zone dove siamo già, il minimo che si posa fare senza stravolgere i piani a lungo termine”.

“ANCORA MINISTRO? TORNEREI A FARE MIO LAVORO RICERCATORE”

“C’è un tempo per i tecnici e un tempo per la politica. Il Parlamento si deve riappropriare delle sue prerogative. Io ho fatto quel che dovevo al meglio di come potevo”, e “ora tornerei a fare un lavoro più consono alla mia vita, di ricerca”, afferma Cingolani a Radio24 rispondendo alla domanda su una sua eventuale permanenza alla guida del MiTE anche nel governo che uscirà dal voto del 25 settembre.

“PER MANIFATTURA NON BASTANO RINNOVABILI, SERVE NUCLEARE”

“Con le sole rinnovabili non mandiamo avanti la seconda manifattura dell’Europa per sempre, per il 2040 e 2050 servono sorgenti continue, programmabili, dobbiamo anche uscire dal carbone e l’unica soluzione è il nucleare, non quello di oggi ma quello di nuova generazione”. Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, lo dice a Radio24. “Oggi c’è un muro ideologico che va a scapito dei nostri figli”, avverte Cingolani, “il futuro dei nostri figli lo stiamo bloccando con le posizioni di oggi”.

“PREZZI GAS TTF SENZA SENSO, SOLO PARLANDO DI TETTO SCESI”

Il price cap per il gas “è una terapia per i sintomi, non la cura per la causa, e cioè che abbiamo un mercato folle come il TTF che non rispecchia la realtà”, con “prezzi che non hanno senso”. Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, lo dice a Radio24. Infatti “è bastato solo parlare di un price cap per il gas e il prezzo è caduto”, rileva Cingolani, così come quando “Putin diceva una parola e saliva”. Insomma, sottolinea il ministro, il TTF come mercato “non è credibile, è troppo volatile”.

“TAGLIO DA CONTATORI INATTUABILE, ORA SOLARE POCO RISPARMIO”

Quelle su una eventuale azione per limitare la potenza elettrica agendo sui contatori digitali “sono indiscrezioni che ho sentito, ma in ministeriale non se ne è parlato”. Oltretutto “dal punto di vista tecnico nutro qualche dubbio, non tutti i cittadini europei hanno un contatore digitale”, e quindi ci sarebbe “la necessità di una infrastruttura capillare che raggiunga tutte le famiglie europee”. Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, lo dice a Radio24. Piuttosto “una moral suasion sull’uso delle elettricità nelle fasce corrette e su un corretto uso degli elettrodomestici è ragionevole, ma credo che questo lo facciano già i cittadini”, rileva Cingolani.
Circa l’ipotesi sul mantenimento dell’ora solare, in chiave di risparmio energetico, non pare vantaggiosa perché “quello che si guadagna la sera si perde la mattina e il vantaggio medio non è altissimo”, rileva il ministro, “e se non lo fanno tutti i paesi su un unico fuso orario contemporaneamente si creano problemi di cambio di ora al confine”.
Certo, rileva Cingolani, “se ci fosse un inasprimento del problema si potrebbe considerare” una misura del genere, “e si e parlato anche di smart working”, però anche in questo caso “non tutti starebbero a casa, un 30% rimane comunque in ufficio, e a quelli bisogna garantire il riscaldamento”.

“9,3 GW DOMANDE ALLACCI RINNOVABILI MA FRENO SOPRINTENDENZE”

Sono arrivate “9.3 GigaWatt in 8 mesi di richieste di allacci di impianti a fonti rinnovabili, veri” mentre “erano 2,3 GW negli anni precedenti”. Insomma “quello che si poteva fare è stato fatto e l’accelerazione c’è”, ma ora “si deve mettere mano sulla rapidità con cui ci si allaccia dopo avere realizzato l’impianto”, e “non si tratta di un problema di norma ma di funzionamento degli operatori”. Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, lo dice a Radio24.
Certo, si è registrato in alcuni casi “un ‘no’ di principio a tutti gli impianti di tutte le Soprintendenze paesaggistiche”, lamenta Cingolani, “va bene, però se vince sempre il paesaggio bisogna dire ai cittadini che sui costi energia ci sono delle priorità”.

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