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Strage 2 agosto, Bignami difende Nordio: “Non c’era malafede. Manca ancora verità totale”

Bignami sta dalla parte di Nordio: secondo lui la distanza tra il ministro Nordio e il presidente dell'associazione dei parenti delle vittime del 2 agosto "fa parte del normale contraddittorio e del gioco democratico"

Pubblicato:02-08-2023 14:39
Ultimo aggiornamento:02-08-2023 14:53

galeazzo bignami
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BOLOGNA – Il viceministro Galeazzo Bignami prende le parti del Guardasigilli Carlo Nordio e lo difende dagli attacchi di Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto 1980. “Per tante ragioni sto dalla parte di Nordio e del Governo– dice Bignami, questa mattina a margine della commemorazione della strage alla stazione di Bologna- per affinità e per compagine, ma anche perchè non ho visto malafede nelle parole di Nordio. Ho visto genuinità nelle sue valutazioni. Bolognesi ha ritenuto di esprimere valutazioni differenti, ma questo fa parte del normale contraddittorio e del gioco democratico”.

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Il ministro della Giustizia è stato anche citato da Bolognesi in piazza, durante il discorso davanti alla stazione, scatenando una bordata di fischi da parte della platea. “I fischi agli esponenti del Governo non capitano oggi per la prima volta- sorvola Bignami- indipendente dal Governo”. Poi aggiunge: “Conosco Paolo Bolognesi, lo conosciamo tutti: una persona di sinistra, è stato anche deputato Pd, una persona rispetto a cui ho una profonda diversità culturale. Le volte che ci siamo trovati a confrontarci, su tante cose non siamo d’accordo. Da presidente dell’associazione dei familiari delle vittime ha una sensibilità particolarmente significativa su tutto ciò che accade. Nordio è un magistrato, ministro della Giustizia, ha riferito elementi tecnici che poi ha precisato in successive dichiarazioni. Non voglio entrare nella polemica di Bolognesi, ma credo che ci sia tanto da fare e che sia importante concentrare tutte le energie su questo”, afferma Bignami.


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“MANCA ANCORA VERITÀ TOTALE, DOVEROSO CERCARLA”

Dopo 43 anni dalla strage alla stazione di Bologna “non abbiamo ancora una verità totale, al netto di ciò che le sentenze hanno appurato”. Per questo non si può “deflettere dalla ricerca di verità. Su tutto”. Lo afferma il viceministro Galeazzo Bignami, questa mattina a Bologna a margine della commemorazione del 2 agosto 1980. “Come tutti gli anni in cui sono riuscito a essere presente- spiega l’esponente Fdi- da bolognese ritenevo doveroso esserci oggi, perchè questa è la mia città. Ho ascoltato i discorsi e assistito al minuto di silenzio in piazza, in mezzo ai cittadini”. Bignami incassa poi le bordate del presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, all’indirizzo della maggioranza di Governo, per il sostegno di alcuni esponenti alla tesi della pista palestinese.

“DECIDERE COMMISSIONE D’INCHIESTA È FACOLTÀ DEL PARLAMENTO”

“Da avvocato, per deontologia, dico che le sentenze vanno rispettate- premette Bignami- poi è ovvio che la difesa può trovare gli strumenti per arrivare a una revisione. Ma io non sono a conoscenza degli elementi di dettaglio”. Quindi aggiunge: “Se il Parlamento ritiene di approvare una commissione d’inchiesta, è una sua facoltà su cui il Governo non può intervenire“.

IL 2 AGOSTO DI BIGNAMI

Bignami racconta poi il ‘suo’ 2 agosto 1980. Il giorno della strage alla stazione di Bologna, ricorda il viceministro alle Infrastrutture, “ero in piazza San Martino con mia mamma e mio fratello, avevo cinque anni. Sentimmo questo boato e dopo poco, non ricordo quanto, si diffuse la voce che era stata una caldaia. Mia mamma ci lasciò da una signora e corse verso la stazione, in linea d’aria piazza San Martino non è molto distante. Il fatto che sia uno dei primi ricordi della mia vita dà l’idea dell’impronta che nella vita di ogni bolognese quel fatto ha lasciato”.

In questo senso, afferma Bignami, “chiunque ha vissuto quel giorno e ha avuto il caso anche solo di lambire con lo sguardo l’abisso di quel giorno, non può deflettere dalla ricerca di verità su tutto quello che può portare alla verità”. Da questo punto di vista “le parole del presidente del Consiglio, che dice che vanno desecretati tutti gli atti, sono importanti- afferma il viceministro- così come significative sono anche le parole di Luciano Violante, che da esperto dice che il Copasir può vedere gli atti e riferire in Parlamento. Credo che sia una cosa molto importante, perchè a 43 anni non abbiamo ancora una verità totale, al netto di ciò che le sentenze hanno appurato. Anche i familiari chiedono di andare fino in fondo. Da bolognese credo che non ci si possa sottrarre a questa volontà”, conclude Bignami.

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