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Delitto giudice Scopelliti, la figlia Rosanna: “A 30 anni dalla sua morte nessuna verità”

Falcomatà: "Non possiamo fermarci al ricordo e alla commemorazione. Dobbiamo far sì che la figura di Antonino Scopelliti diventi un punto di riferimento nazionale e per il nostro territorio"

Pubblicato:02-08-2021 18:26
Ultimo aggiornamento:02-08-2021 18:26
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REGGIO CALABRIA – “Abbiamo sempre ritenuto che la grande nostra forza siano i giovani, e proprio a loro ci rivolgiamo per rafforzare il ricordo di un grande servitore dello Stato, cercando di valorizzare i loro talenti e spingerli a tornare in Calabria per offrire un contributo positivo per la ripresa”. Così Rosanna Scopelliti, presidente della fondazione Antonino Scopelliti, intervenuta alla presentazione degli eventi per i 30 anni dalla morte del padre, alto magistrato di Cassazione, previsti a Reggio Calabria dal 2 al 9 agosto.

“Sono ormai trascorsi 30 anni dal 1991 – ha aggiunto – e non mi sottraggo al ruolo di figlia. In questo lungo periodo di attesa, non e’ venuto meno l’impegno da parte della magistratura e degli investigatori, però manca ancora la verità sul delitto, e una giustizia ritardata e’ una giustizia negata. Questo lungo lasso di tempo inizia a pesare sempre di più, non solo per noi familiari ma per tutta la nostra comunità che voleva molto bene mio padre. Oggi ricorre il triste anniversario della strage della stazione di Bologna – ha concluso Rosanna Scopelliti – sono passati 41 anni, anche per questo triste episodio, come per tutti gli altri in attesa di chiarezza, chiediamo tempi certi, sta passando troppo tempo”.

FALCOMATÀ: “SU MORTE GIUDICE SCOPELLITI È IMPORTANTE SAPERE”

Anche per il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà “non possiamo fermarci al ricordo e alla commemorazione. Dobbiamo far sì che la figura del giudice Antonino Scopelliti diventi un punto di riferimento nazionale e per il nostro territorio”. “L’attività della fondazione, con la costante attività di coinvolgimento di giovani, rappresenta un esempio per molti. Come istituzioni e quindi come comunità educante, dobbiamo sentirci sempre di più responsabili”. “I 30 anni dall’uccisione del giudice Scopelliti – ha concluso – ci spingono a ribadire il concetto che questo lasso di tempo è un periodo troppo lungo per non avere assicurato alla giustizia i mandati ed esecutori materiali del suo omicidio. È importante che si faccia chiarezza”.


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