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Strage di Bologna, la desecretazione procede: “Il silenzio è finito”

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: "Ogni ostacolo frapposto alla conoscenza della verità va rimosso"

Pubblicato:02-08-2019 09:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:35
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BOLOGNA – Le istituzioni “sono chiamate oggi più di ieri a rendere conto dei passi avanti fatti nell’accertamento di una verità che ha ancora troppi interrogativi irrisolti e troppe zone d’ombra”. Lo dichiara la vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, intervenendo nell’aula del Comune di Bologna in occasione del 39esimo anniversario della strage del 2 agosto 1980.

Portando il saluto del presidente della Camera, Roberto Fico, Spadoni sottolinea che negli anni la ricerca della verità ha dovuto fare i conti con “depistaggi, complotti e omissioni poste in essere anche da parte di settori deviati dello Stato”.

Ai familiari, la parlamentare del M5s rivolge un “ringraziamento sentito per la tenacia con cui tenete viva la memoria e la ricerca della verità. È un dovere fondamentale delle istituzioni ascoltare la vostra voce e ribadire piena vicinanza e solidarietà, anche attraverso passi concreti”.


La Camera, in questo senso, si è impegnata per “rendere disponibili numerosi documenti acquisiti dalle commissioni parlamentari d’inchiesta”, segnala Spadoni. Un anno fa, proprio a Bologna, Fico “si era impegnato a dare ulteriore impulso all’azione di declasifficazione e digitalizzazione degli atti relativi agli anni del terrorismo e delle stragi”, ricorda Spadoni.

E dunque “da maggio è on line il portale delle commissioni di inchista. È in corso- riferisce Spadoni- la pubblicazione di tutti i documenti delle commissioni e dei resoconti dei lavori. Una decisione presa dall’ufficio di presidenza della Camera, di cui faccio parte, su proposta di Fico”.

Spadoni sottolinea che “procede l’iter per rendere conoscibili ulteriori documenti ancora classificati e rendere fruibili quelli già pubblici”. In questa direzione, “il prossimo passo sarà far confluire nel portale anche i documento custoditi dal Senato e il presidente Fico si sta confrontando con la presidente Casellati per renderlo possibile”, spiega la parlamentare reggiana.

Ma senz’altro sulla desecretazione “c’è molto da fare ancora”, continua Spadoni, con l’obiettivo di “comprendere come proseguire nel percorso di verità e trasparenza essenziale per la salute dello Stato e della democrazia”.

Alla presidenza del Consiglio, intanto, “è aperto un tavolo sulla declassificazione dei documenti sensibili”, guidato da Vito Crimi, “che sono certa- assicura Spadoni- saprà esercitare i propri poteri di indirizzo a riguardo”.

STRAGE BOLOGNA. BONAFEDE SPINGE DESECRETAZIONE: SILENZIO FINITO

“Si è instaurato per la prima volta un dialogo effettivo col Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, i cui funzionari sono stati recentemente auditi. Il tempo del silenzio è finito, ci stiamo muovendo tutti nella stessa direzione”. Lo assicura il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, parlando del processo in corso di desecretazione degli atti oggi alla cerimonia che ricorda la strage alla stazione di Bologna.

Contestualizza il ministro: “Le parole hanno un peso se sono seguite dalle azioni, e l’anno scorso qui mi ero impegnato ad avviare un percorso fatto di azioni e di fatti. Oggi possiamo fare un primo punto dello stato di avanzamento di quel dialogo cominciato l’anno scorso, proprio qui con le associazioni. Il 3 ottobre 2018, unitamente la presidente della Camera dei deputati Roberto Fico, ho incontrato le associazioni dei famigliari delle vittime delle stragi e del terrorismo”.

Dettaglia il Guardasigilli: “Alla prima riunione operativa, alla quale ne è seguita una seconda alla vigilia del giorno della memoria delle vittime del terrorismo, sono state confermate le intenzioni e le promesse di quel 2 agosto di un anno fa. Il documento contiene i 10 punti sottoposti all’attenzione del Governo, in tema di desecretazione e versamento degli atti. Quel documento continua ad essere la bussola del percorso”.

Dunque, sprona Bonafede, “ogni ostacolo frapposto alla conoscenza della verità va rimosso, nel rispetto delle leggi vigenti, del lavoro dell’autorità giudiziaria e dell’interesse primario di uno Stato civile. Essere presenti ai fianco di chi lotta è sentito come un dovere morale, prima che istituzionale. Il comitato di declassificazione degli atti sta svolgendo il suo lavoro a pieno ritmo, ringrazio il sottosegretario Vito Crimi per il suo impegno costante in qualità di delegato del presidente del Consiglio”.

Se la ricerca della verità giudiziaria “è l’obiettivo ultimo”, per Bonafede quindi “il compito delle istituzioni dev’essere quello di mettere in campo ogni azione idonea a coadiuvare, semplificare e snellire una cosi complessa indagine a cura delle autorità competenti”.

Il ministro si mostra quindi più fiducioso: “Il comitato che si è riunito più volte ha rinnovato la sua struttura con esponenti di diverse competenze e professionalità, e ha di recente promosso l’iniziativa di individuare referenti stabili in tutti i ministeri, così da avere punti di riferimento dedicati nel versamento dei documenti richiesti”.

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