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Stadio della Roma, tutte le strade portano a Pietralata e Tor Vergata

Ecco tutte le ipotesi sul piatto dopo la disfatta di Tor di Valle

Pubblicato:02-03-2021 20:01
Ultimo aggiornamento:02-03-2021 20:02

dan friedkin
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ROMA – Ci sono due stazioni di metropolitana: Tiburtina e Quintiliani. C’è la stazione ferroviaria dove, tra l’altro, fermano le linee regionali FL1, FL2 ed FL3 oltre all’alta velocità. C’è l’innesto con l’autostrada A24 a circa un chilometro di distanza e due strade a scorrimento veloce a pochi metri, la nuova circonvallazione interna e via dei Monti Tiburtini, che chiedono solo una rampa di collegamento. E soprattutto c’è tanto spazio, quasi tutto pubblico. Sembra avere tutte le carte in regola, l’area di Pietralata-Sdo, a poche centinaia di metri dalla stazione Tiburtina, per diventare l’area deputata ad ospitare il nuovo stadio della Roma made in Friedkin.

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La Roma, questa mattina, durante il nuovo incontro tra Dan Friedkin e la sindaca Virginia Raggi, non ha ancora svelato tutte le sue carte. Ma in Comune si è già iniziato a ragionare sulle aree potenziamente idonee. E sono due quelle che sembrano potercela fare: Pietralata e Tor Vergata. La prima è un grande quadrilatero compreso tra via dei Monti Tiburtini, via dei Monti di Pietralata, via dei Durantini e via Carlo Amoretti, quest’ultima in via di realizzazione. Una zona rientrata nella lista dei terreni ‘papabili’ anche prima che il precedente patron della Roma, James Pallotta, scegliesse Tor di Valle. Cosa è cambiato da allora e cosa potrebbe far ricadere la scelta su Pietralata questa volta? Pallotta aveva bisogno di più spazio di quello che oggi chiede Friedkin. L’idea dell’ex propietario, infatti, era quella prevedere accanto allo stadio anche una vasta area commerciale oltre alla ‘Trigoria Due’, ovvero l’area dei futuri allenamenti della Roma, e ad un centro direzionale, poi addirittura cresciuto rispetto alle previsioni (non solo in altezza, con le tre torri di Libeskind). Quest’ultimo, tra l’altro, divenuto poi prevalentemente contropartita economica in cambio delle opere pubbliche. Per fare tutto questo il precedente progetto prevedeva l’utilizzo di quasi 900mila metri quadrati di territorio. Friedkin ha in mente qualcosa di diverso: vuole solo lo stadio. Niente cinema, niente aree commerciali e nessun ufficio, né alto né basso. Per il nuovo progetto basterebbe una quantità di metri quadrati vicini a meno della metà di quelli necessari a Tor di Valle. A Pietralata lo spazio c’è, anche se probabilmente servirà una variante.

Se venisse scelta l’area di Pietralata potrebbe nascere sul confine con l’anello ferroviario, ovvero sulla frontiera fisica tra la cosidetta Città consolidata e la primissima parte della periferia, la zona più ultra contemporanea di Roma. Sempre nello stesso fazzoletto di terra, infatti, dovrebbe sorgere nei prossimi anni anche il modernissimo centro direzionale voluto da Fs sui lotti di sua proprietà, che comprenderà il futuro Hq delle Ferrovie dentro due torri verticali.


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Un progetto, c’è da dire, completamente slegato dalle eventuali scelte legate allo stadio ma che insieme al nuovo tempo giallorosso potrebbe dotare la Capitale di un’area architettonicamente patinata, in grado di rimettere la Città eterna al passo con le grandi Capitali europee. L’area di Pietralata, infine, ha anche altri vantaggi. Al contrario di Tor di Valle non dovrebbe trovare un’opposizione così dura da parte delle associazioni.

L’IPOTESI TOR VERGATA


Nel 2017, ad esempio, prima di essere indicata da alcuni anche come area per lo stadio della Lazio, era entrata in un dossier di Italia nostra che aveva individuato quattro aree alternative a Tor di Valle dove fare lo stadio. Due di queste erano in zona Tuscolana-Cinecittà. Una terza ipotesi era appunto Pietralata. Ed infine una quarta era Tor Vergata.Così si arriva all’unica altra area potenzialmente in grado di rispondere facilmente alle nuove esigenze di Friedkin, ovvero spazi, tempi di realizzazione rapidi e poco altro. L’area in questione si troverebbe non troppo lontana dalle cupole di Calatrava, la cosidetta Città dello sport, ancora incompiuta.

La zona, lo dice il nome stesso, ha già una vocazione urbanistica dedicata allo sport e diritti edificatori da sfruttare, due aspetti non da poco conto in grado di tranquillizzare la proprietà giallorossa. Quello che manca, in questo caso, sono le infrastrutture di accesso su ferro. Se infatti l’area di Tor Vergata si trova a pochi metri dall’autostrada Roma-Napoli è anche vero che al momento non esiste un collegamento su ferro in grado di trasportare grandi masse di tifosi su mezzi non inquinanti, andando quindi nella direzione di uno stadio “integrato con il territorio ed ecosostenible”, come dichiarato dal Campidoglio questa sera nella sua nota. Non tutto è perduto, però, se la Roma scegliesse questa zona. Ci sono diversi progetti per dotare l’area di opere su ferro, anche se con mezzi non paragonabili alla portata di una metropolitana tradizionale. Per prima cosa c’è la diramazione sud del cosidetto “trenino giallo”, la linea attualmente denominata Roma-Giardinetti e che in un futuro non troppo lontano diventerà appunto la Termini-Tor Vergata. L’opera è già finanziata dal Mit, ma si tratta sostanzialemnte di un tram, seppur i nuovi convogli che sostituiranno quelli storici bianchi e gialli, noti soprattutto ai residenti della Casilina, saranno più spaziosi e moderni. I tempi stimati per la sua realizzazione sono di circa 4 anni. E poi c’è il progetto della linea di metropolitana leggera Anagnina-Torre Angela, in passato definita “ATA” e rinominata dall’attuale amministrazione Linea H. Si tratta, in questo caso, di una metropolitana leggera, ovvero con treni più piccoli di quelli in esercizio oggi sulle linee A, B e C, parzialmente in superficie e in parte in sotterranea. Il costo stimato è di 220 milioni per circa 5 o 6 anni di lavori.

Per Tor Vergata, dunque, bisogna capire se la Roma è disposta ad aspettare questi cantieri, con annessi rischi di ritardi, per poter aprire il suo stadio. Anche se in questo caso, secondo le prime ricostruzioni, non ci sarebbe bisogno di una variante urbanistica.Infine viene catalogata come poco più di una notizia da gossip l’idea di andare a realizzare lo stadio sull’Ostiense, emersa misteriosamente nei giorni scorsi.

L’area di Tor di Valle, per stessa ammissione della Roma, resta come carta jolly se non si dovesse trovare un’alternativa valida. Difficile che la scelta ricada sull’area della Massimina, dove voleva realizzare lo stadio Rosella Sensi, anche perché si tratta di aree private. Mentre resta sullo sfondo, come terza scelta, l’ipotesi di Fiumicino: un’area già al centro di diversi incontri, l’anno scorso, tra il sindaco Esterino Montino e i neo proprietari della Roma. La zona si troverebbe non troppo distante dall’aeroporto, a pochi metri dall’autostrada e sulla direttrice della FL1. Basterebeb aggiungere una stazione. Un’altra carta da giocare se Tor Vergata e Pietralata dovessero rivelarsi troppo complesse.

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