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VIDEO | Cerioli (ceo Pontenossa):”Da polveri acciaio il recupero dello zinco. Impegno per una economia circolare”

Attualmente l'azienda bergamasca tratta circa 150.000 tonnellate di polveri all'anno

Pubblicato:01-03-2024 10:30
Ultimo aggiornamento:01-03-2024 10:31
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ROMA – Un impegno per l’economia circolare e un aiuto fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente. Sono questi i punti cardine di produzione e sviluppo della Pontenossa spa, azienda della provincia di Bergamo specializzata nel trattamento dei fumi di acciaieria (polveri, ndr) per il recupero di ossido di zinco da materiali di scarto, derivanti dal processo di creazione dell’acciaio.

Il recupero dei metalli contenuti nei residui in polvere, provenienti dagli impianti siderurgici, inevitabilmente ha degli scarti che l’azienda contiene in una discarica a norma, ma che potrebbero essere a loro volta utilizzati in altri settori, come avviene in alcuni Paesi europei, su tutti Germania e Spagna.

“Le acciaierie trovano il nostro un servizio di estrema utilità- spiega Claudio Cerioli, ceo di Pontenossa spa intervistato dalla Dire- I fumi di acciaieria sono scorie pericolose e non potrebbero essere depositate in discariche normali, quindi avere delle aziende che siano capaci di trattare questi fumi è per loro un servizio di estremo valore.


L’obiettivo che tutti noi dovremmo avere in Italia è aiutare il cerchio di questa economia circolare a chiudersi, perché noi abbiamo a nostra volta uno scarto di produzione, non pericoloso, e oggi questa scoria la depositiamo in una discarica di nostra proprietà, che ha assorbito negli ultimi 20 anni la maggioranza dei nostri investimenti.

La discarica è molto complessa e normata e quello che si può fare in più è cercare di trovare applicazioni per questa scoria: in Spagna e Germania la utilizzano come sottofondi stradali, come agglomerati da riciclo, conglomerati cementizi, quindi invece di scavare la ghiaia nelle cave potrebbe essere utilizzata la scoria in questi ambiti, riducendo l’impatto sull’ambiente sia per le cave che per le discariche”.

Attualmente l’azienda bergamasca tratta circa 150mila tonnellate di polveri all’anno, il 50% dei fumi provenienti dalla produzione italiana di acciaio da forni ad arco elettrico, con il recupero di 50mila tonnellate di ossido di zinco (ossido Waelz).

Adesso appunto la nuova sfida della Pontenossa, che recentemente ha investito molto nello studio delle scorie, “per essere in grado di dire agli enti preposti- conclude Cerioli- che la scoria è pronta per essere utilizzata e chiudere il cerchio virtuoso dell’economia circolare”.

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