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Turismo, la tassa di soggiorno fa ricchi i Comuni: 600 milioni di euro nel 2019

Dall’analisi dei loro bilanci, elaborata da Crif ratings emerge che nel 2018 il gettito ha toccato circa il 25% in più rispetto al 2017

Pubblicato:13-05-2019 11:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:27

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BOLOGNA – La tassa di soggiorno si sta rivelando una ‘gallina dalle uova d’oro’ per le casse comunali. Dall’analisi dei loro bilanci, elaborata da Crif ratings (un’agenzia di rating del credito del gruppo Crif), emerge che nel 2018 il gettito ha toccato circa 550 milioni di euro, il 25% in più rispetto al 2017. E’ l’effetto della “costante crescita a livello nazionale” dei flussi turistici e degli arrivi (clienti ospitati negli esercizi ricettivi).

Nel 2019 il gettito dell’imposta è destinato a crescere

E il trend continuerà: “Nel 2019 il gettito dell’imposta è destinato a crescere ulteriormente fino a superare i 600 milioni di euro”, afferma Marco Bonsanto, associate director di Crif ratings. Dopo un 2018 che già ha beneficiato dell’incremento dei maggiori flussi turistici e della deroga al blocco dei tributi locali per il periodo 2016-2018 relativamente all’imposta di soggiorno e la conseguente istituzione ex novo o la rimodulazione delle aliquote da parte dei comuni, “nel 2019 contribuiranno al gettito per l’intero anno gli accordi con le piattaforme di home sharing, dato che città quali Torino, Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli ne hanno beneficiato solo in maniera parziale nel 2018, avendo concluso gli accordi in corso d’anno”, aggiunge.

Se a livello regionale quasi il 70% delle risorse confluiscono in quattro regioni (Lazio: 28%; Veneto: 14%; Lombardia: 13%; Toscana: 12%), le recenti novità hanno consentito a regioni come Emilia-Romagna, Liguria, Abruzzo e Sardegna di incrementare il valore assoluto riscosso dell’imposta di soggiorno di più del 50% nel 2018 e al Friuli Venezia Giulia di istituirla. A livello di Comuni invece, il 55% delle risorse viene riscosso tra Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma e Napoli. Il beneficio aggiuntivo sui bilanci di questi Comuni è stato di 50 milioni nel 2018.


Un’importante fonte di gettito tributario per le casse comunali

Fin dalla sua istituzione nel 2012 (2011 per Roma Capitale), l’imposta rappresenta “sempre più un’importante fonte di gettito tributario per le casse comunali”, evidenzia Crif. In generale il peso percentuale sulle entrate correnti (somma tra entrate tributarie, extra tributarie e trasferimenti correnti) si è incrementato passando dal 2% in media nel periodo 2013-2014 al 2,8% nell’ultimo biennio (2017-2018). “È tutto oro quel che luccica? Indubbiamente i benefici per i piccoli Comuni (popolazione inferiore ai 5.000 abitanti) sono stati notevoli, con aumenti del gettito del 40% in media negli ultimi cinque anni”, analizza Crif.

“Per contro, l’esposizione verso l’imposta e il peso relativo rispetto alle entrate correnti pone una forte dipendenza rispetto ai cicli turistici. Per i comuni di minori dimensioni infatti l’imposta vale in media il 10% delle entrate correnti nel biennio 2017-2018”, conclude Bonsanto.

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