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Iran, Negri (Ispi): “Sanzioni potrebbero costare a Italia 27 miliardi”

La proposta: "Creare istituzione bancaria per transazioni solo in euro"

Pubblicato:08-08-2018 14:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:27
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ROMA – Le sanzioni Usa all’Iran potrebbero costare all’Italia almeno 27 miliardi di dollari in commesse. È quanto sostiene Alberto Negri, analista dell’Ispi che, in un’intervista al Sir, commenta l’entrata in vigore, ieri, delle sanzioni “secondarie” decise dal presidente Trump contro il Paese guidato da Hassan Rohani. Le sanzioni, infatti, colpiscono anche quei Paesi, tra cui l’Italia, che intrattengono relazioni con l’Iran. E “l’Italia – spiega l’analista – è il primo partner commerciale dell’Iran, davanti a Francia e Germania. L’interscambio annuo è di circa 5 miliardi di euro. Ogni anno le imprese italiane esportano merci da 1,8 a 2 miliardi di euro. Si tratta per lo più di piccole e medie imprese con conseguenze negative in questo settore. Poi ci sono le grandi commesse: parliamo in questo caso di 26-27 miliardi di dollari di commesse che potrebbero finire congelate dalle sanzioni americane. Sarebbe un danno gravissimo per l’Italia e per gli altri Paesi europei che in questi anni, vista l’assenza di sanzioni, avevano ripreso le relazioni commerciali, compresa l’importazione di petrolio”.
Per Negri l’entrata in vigore del “regolamento di blocco” dell’Ue non servirà a tutelare le aziende italiane ed europee: “Questo regolamento – afferma – non è mai stato sperimentato e oltretutto richiede l’attuazione di misure per fare in modo che continuino le transazioni finanziarie con l’Iran. I pagamenti dall’Iran e con l’Iran non vengono aggirati dal regolamento di blocco. Le banche europee con queste sanzioni non possono operare negli Usa se fanno affari con l’Iran”. Da qui, aggiunge Negri, “l’esigenza di creare una istituzione bancaria ‘in euro’ per fare transazioni solo nella divisa europea per non cadere sotto la scure americana. Questa è la sfida che attende l’Italia e questo è il senso di una proposta che ho avanzato, di concerto con Unioncamere e Confindustria, al nostro Governo due settimane fa”. A riguardo “si stanno attivando tutti i Ministeri per fare qualcosa in questa direzione”.

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