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Bologna, Merola: “I rom non vogliono farsi aiutare”

'Noi assistiamo 3.000 persone all'anno e siamo la città con i servizi sociali più avanzati d'Italia', ricorda il primo cittadino

Pubblicato:24-11-2017 14:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:55

virginio merlo
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BOLOGNA – A Bologna “ci sono quelli che non vogliono farsi aiutare, com’è noto, che si chiamano Rom e che su questo mantengono una posizione. Io la rispetto, ma loro devono rispettare la nostra città”. Lo dichiara il sindaco di Bologna, Virginio Merola, rispondendo ad una domanda sull’applicazione del Daspo urbano e sulle critiche che hanno accolto il primo utilizzo di questo strumento, notificato ad un gruppo di senzatetto che dormiva sotto i portici di viale Masini.

“Noi assistiamo 3.000 persone all’anno e siamo la città con i servizi sociali più avanzati d’Italia. Detto questo- dichiara Merola, oggi a margine del Consiglio comunale e metropolitano- in questa città ci sono gli ultimi, che assistiamo, ci sono i penultimi a cui dobbiamo dare una risposta per non aumentare il rancore e soprattutto ci sono quelli che non vogliono farsi aiutare, com’è noto, che si chiamano Rom e che su questo mantengono una posizione. Io la rispetto, ma loro devono rispettare la nostra città”. Ma in ogni caso, “non c’è niente che faccia pensare ad una persecuzione dei poveri in questa situazione. Niente”, manda a dire il sindaco.

Neanche l’ex assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, si è mostrato convinto del provvedimento. “Mi ha chiesto scusa, non voleva dire quello, gliene dò atto perché sennò gli avrei chiesto di tornare a fare l’assessore”, taglia corto il sindaco. Merola, poi, non è tenero con la posizione assunta da Cgil, Cisl e Uil che hanno chiesto al Comune di proporre anche soluzioni diverse rispetto al dormitorio pubblico per non dividere i nuclei famigliari.


I sindacati devono parlare con i nostri servizi sociali, perché abbiamo dei servizi sociali molto bravi. Quindi prima di parlare, documentarsi. Non c’è bisogno sempre di fare polemica senza avere le informazioni”, è la risposta di Merola. “Se quel gruppo lì sta insieme, aumenta la sua esclusione sociale. Vogliono per forza stare insieme contro il mondo? Non è un problema del Comune di Bologna, è chiaro? Se si vuole una integrazione- dichiara il primo cittadino- bisogna collaborare. E’ tutto qui, smettiamo di darci lezioni a vicenda, perchè francamente non se lo meritano i nostri servizi sociali e non se lo merita questo Comune”. La vicenda in questione “è finita lì, sono stati spostati, il Daspo- conclude Merola- è uno dei tanti provvedimenti inventati per risolvere qualche situazione, non è la soluzione“.

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