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Confindustria: “Nuove tasse sulle imprese per risanare i conti”

Lo denuncia il direttore di Confindustria, Marcella Panucci, nel corso di una audizione alla Camera

Pubblicato:02-05-2017 08:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:10

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ROMA – Una nuova stretta fiscale sulle imprese nella manovra correttiva per centrare gli obiettivi di deficit. Lo denuncia il direttore di Confindustria, Marcella Panucci, nel corso di una audizione alla Camera sul decreto, davanti alle commissioni Bilancio riunite.

I FATTI

“Durante il percorso di definizione del provvedimento si è spesso sostenuto che la preannunciata correzione dei conti pubblici sarebbe stata conseguita ricorrendo prevalentemente a misure di contrasto all’evasione fiscale, senza incrementare la pressione fiscale sui contribuenti”, sottolinea.

“Alla luce dei testi definitivi, invece, appaiono evidenti alcuni aumenti del carico impositivo: penso all’inasprimento della tassazione per i comparti del gioco, che non ha ormai eguali in Europa, e del tabacco, nonché alla stretta su misure strutturali che interessano la generalità delle imprese, quali l’Ace”, attacca.


Anche stavolta, osserva, “si attinge in larga parte per conseguire gli obiettivi di riequilibrio strutturale dei conti pubblici”. E si riferisce “ai più gravosi oneri procedurali per la gestione quotidiana della variabile fiscale (vedi il caso delle compensazioni); al sensibile vulnus alla liquidità delle imprese legato alle ricadute dei nuovi meccanismi di riscossione dell’Iva, cui non fa da contraltare una maggiore efficienza e rapidità dei tempi dei rimborsi, non più procrastinabile”.

Nonostante questo, Confindustria apprezza “la decisione di destinare, a partire dal 2018, il gettito recuperato da questa stretta a una parziale disattivazione delle clausole di salvaguardia. Un tema su cui manterremo alta l’attenzione, poiché la disattivazione parziale degli aumenti Iva è finanziata dai nuovi oneri che gravano soprattutto sulle imprese”.

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